Tutto l'orgoglio di Soares Dias
sabato 29 giugno 2013
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L'arbitro della finale della UEFA Regions' Cup è felice di potersi mettere alla prova su un palcoscenico tanto particolare e ha dichiarato a UEFA.com: "E' bello sentire la pressione alla vigilia di un grande evento".
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Passare dalla massima serie portoghese all'atmosfera più rilassata della UEFA Regions' Cup potrebbe sembrare un passo indietro, ma per Artur Soares Dias dirigere una finale europea, anche se sui generis, resta un traguardo importante.
"E' un onore - ha dichiarato la'rbitro 33enne a UEFA.com -. "Ne sono orgoglioso. Questa è una grande opportunità per imparare e farmi trovare pronto per la prossima. Per arbitrare in questa competizione bisogna essere ben preparati, perché l'atmosfera è differente. Sugli spalti il clima è più tranquillo e anche i giocatori sono diversi. Dovremo essere pronti a ogni evenienza".
Gestire i giocatori sul campo ha molto a che vedere anche con la principale attività lavorativa di Soares Dias, responsabile delle risorse umane presso una multinazionale. "Il mio compito è gestire al meglio tutte le persone che lavorano per l'azienda - ha spiegato -. Talvolta possono esserci dei conflitti, proprio come accade sul campo. E' necessario migliorare gli strumenti di comunicazione e sul campo questo significa anche utilizzare al meglio il linguaggio del corpo. Tutti - i giocatori e i tifos - devono capire chiaramente ciò che l'arbitro sta facendo".
La UEFA Regions' Cup rappresenta un altro passo avanti nella carriera di Soares Dias, che in questa stagione ha arbitrato in tutta Europa e ha diretto la finale del prestigioso torneo giovanile di Tolone. E viaggiare tanto, significa allargare i propri orizzonti secondo il portoghese. "Fare ciò che ti piace è un privilegio, perciò io mi sento un privilegiato ad essere protagonista nello sport - ha spiegato -. Essere qui con molti altri arbitri di provenienza diversa mi aiuta a capire le loro differenti prospettive. Impariamo molto gli uni dagli altri e lo stesso vale quando sono in Portogallo e lavoro con arbitri del calibro di Pedro Proença e Olegário Benquerença".
La pressione è legata a doppio filo al mestiere dell'arbitro, ma se per molti questo potrebbe essere considerato un fattore negativo, per Soares Dias - il cui padre Manuel è statocome lui una giacchetta nera - rappresenta invece un valore aggiunto. "Mio padre mi diceva sempre: ' Non fare l'arbitro, è un mestiere difficile'. Ma quando lo vedevo in campo e sentivo la folla rumoreggiare,o avvertivo la pressione della situazione, pensavo che era quello ciò che volevo. E' strano, ma quando avverto quel tipo di pressione mi sento bene. Ho bisogno di sfide e arbitrare è esattamente questo, una sfida".