La quiete prima della tempesta
mercoledì 27 maggio 2009
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I calciatori sono soliti trovare i metodi più disparati per rilassarsi alla vigilia di una finale di UEFA Champions League e anche musicisti del calibro di Wet Wet Wet, Bon Jovi e Rolling Stones hanno fatto la loro parte.
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I calciatori sono disposti a fare di tutto - arrampicarsi sui muri e ingozzarsi di dolci - per allentare la tensione alla vigilia di una finale di UEFA Champions League. I club, da parte loro, fanno il possibile per rendere il più regolare possibile la vita dei loro giocatori - pasti leggeri, allenamenti personalizzati, pisolini pomeridiani - ma spesso questa si rivela essere una battaglia persa in partenza, come dimostrano le dichiarazioni di Jamie Carragher risalenti al 2005. "Sapevamo che avremmo dovuto vivere la vigilia come quella di qualsiasi altra partita, ma era più facile a dirsi che a farsi. Gli amici telefonavano incessantemente per fare gli auguri, la corsa ai biglietti era inarrestabile e l'attenzione intorno alla squadra spasmodica", ha ricordato il giocatore riferendosi alla finale di Istanbul.
Il soggiorno del Celtic
In effetti, c'è poco da stupirsi: la finale di Coppa dei Campioni non è una partita come le altre. Solitamente le squadre arrivano nella città designata in anticipo rispetto alle normali abitudini e trascorrono lì un paio di giorni. Nel 1967, il Celtic FC alloggiò per diverse giornate in un albergo di Estoril e i giocatori si rilassavano in piscina a sedute di 30 minuti ciascuna, perché il tecnico Jock stein era convinto che troppo sole li avrebbe spossati. La sera prima della finale la squadra si recò presso un golf club di proprietà di uno scozzese per vedere giocare l'Inghilterra e poi fece ritorno a piedi in albergo, non sapendo che la passeggiata serale sarebbe stata davvero movimentata.
La scalata
"Dovevamo semplicemente percorrere una stradina di campagna e tagliare verso il mare per arrivare in albergo - ha ricordato il difensore del Celtic Jim Craig -. Intorno a noi era buio e Neilly Mochan suggerì di passare attraverso un campo per abbreviare il tragitto. Così, alla vigilia di una finale di Coppa dei Campioni tutta la squadra si trovò impegnata a scalare il muro di cinta del campo in questone e un altro paio di steccati per rientrare. Furono momenti davvero strani".
I pronostici di Jagger
Il golf ha giocato una parte importante anche per l'FC Bayern München, che nel 1976 trascorse a Troon, sulle coste occidentali della Scozia, la vigilia della finale. La squadra non si imbatté in molti tifosi ma incontrò invece i Rolling Stones, che alloggiavano nello stesso albergo. Il gruppo venne invitato a una seduta di allenamento è Mick Jagger pronosticò la vittoria dei bavaresi, azzeccandoci peraltro.
Il bowling
Tornando ad Istanbul, nel 2005, l'allora assistente di Rafael Benítez, Pako Ayesteran, diede alla squadra due opzioni per allentare un po' la morsa della tensione: lo shopping e il bowling. I Reds scelsero la seconda. "Credo che Pako non abbia gradito particolarmente, ma noi volevamo soltanto fare due risate per distrarci un po'", ha ricordato Carragher.
Interludio musicale
Anche Basile Boli dell'Olympique de Marseille trovò un modo del tutto personale di allentare la tensione prima della finale del 1993. In imperfette condizioni fisiche e tormentato dall'idea di non partire titolare, il giocatore si illuminò all'arrivo in albergo del suo migliore amico, Chris Waddle. "La presenza di Chris contribuì a farmi cambiare umore - ha ricordato Boli -. Mi passo due album di Wet Wet Wet e Bon Jovi e mi spiegò quali canzoni ascoltare. Ritrovai immediatamente il sorriso".
Cena galeotta
E' risaputo che per i calciatori mangiare a pasto è importantissimo, ma non sempre il menù è di prima qualità. Helenio Hellera, celebre allenatore dell'FC Internazionale Mlano, era ossessionato dalla dieta e aveva bandito completamente il pane, costringendo la squadra a nutrirsi di risotto condito con olio d'oliva e , occasionalmente, di carne ai ferri. Nel 1964, alla vigilia della finale di Coppa dei Campioni, Sandro Mazzola e il suo compagno di stanza Luis Suárez cenarono con il resto della squadra, ma una volta rientrati in camera si diedero alla pazza gioia accompagnati da vino francese, pane a volontà, formaggio e salsicce. Il tutto era stato abilmente celato nella sacca da allenamento dello spagnolo.
Dolce eccezione
Solitamente le torte non rientrano nella dieta di un calciatore, ma nel 1989 il tecnico dell'AC Milan Arrigo Sacchi concesse a Mauro Tassotti di chiudere il pasto alla vigilia della finale con una fetta di crostata di frutta. "I nutrizionisti della squadra non volevano che mangiassimo dolci, ma Sacchi per me chiuse un occhio", ha ricordato Tassotti.
La versione completa dell'articolo appare all'interno del programma ufficiale della finale di UEFA Champions League.