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FC Miracles – dare speranza al quartiere 'ghetto' di Roma

Fondazione UEFA

Supportata dalla UEFA Foundation, una variante rivoluzionaria del calcio, chiamata "Calciosociale", ha permesso a un intero quartiere svantaggiato di ritrovare speranza e uno scopo.

FC Miracles – dare speranza al quartiere 'ghetto' di Roma

“Il Serpentone”. A meno di mezz'ora dal centro di Roma, un gigantesco edificio grigio, lungo un chilometro, si trova in uno dei più famosi quartieri ghetto di Roma: Corviale. Lì, oltre 5.000 persone vivono in povertà, tra spaccio di droga, abbandono scolastico, violenza e miseria. Un intero paese ammassato in un unico edificio di cemento.

Costruito negli anni '70, l'idea originaria del Corviale era quella di creare un luogo in cui le persone potessero vivere, fare la spesa, andare all'ufficio postale o portare i figli a scuola in un unico posto. Cinquant'anni dopo, questo concetto non ha mai visto la luce e i negozi e i servizi che avrebbero dovuto popolare il quarto piano sono stati sostituiti da condizioni abitative illegali e sovraffollate e dal traffico di droga. A causa della mancanza di manutenzione e per via di infrastrutture carenti (ascensori non funzionanti, mancanza di acqua calda e altro), molti abitanti, per la maggior parte anziani, faticano a vivere in queste condizioni.

Nel 2009, un visionario chiamato Massimo Vallati, ha avuto un'idea folle: costruire un gioioso centro comunitario a Corviale chiamato "Campo dei Miracoli". Sostenuto dalla UEFA Foundation for Children, Massimo ha costruito un luogo dove i bambini potessero crescere in pace, in un ambiente sano e sicuro che gira intorno al calcio. Ma non un calcio qualsiasi: il 'calciosociale', una versione inclusiva del gioco, dove tutti sono benvenuti, senza discriminazioni di alcun tipo.

Da un'area vuota e in disuso, Massimo e la comunità hanno creato una struttura che si distacca dalla fredda, grigia e austera Corviale: un centro sportivo colorato, caldo e dotato di tutte le attrezzature necessarie per giocare a calcio.

Un approccio olistico per un progetto inclusivo e sostenibile

Il contrasto è impressionante. Il campus in legno e il verde dei tre campi sintetici spiccano in mezzo alla giungla di cemento di Corviale. Inaugurata nel febbraio 2014, in occasione del Trophy Tour della Coppa del Mondo FIFA, la struttura ha vinto numerosi premi di bioarchitettura per l'uso di materiali naturali e la sostenibilità.

“Calciosociale vuole creare un cambiamento all'interno della nostra società. Il Campo dei Miracoli appartiene alla comunità ed è un luogo sicuro dove i ragazzi possono venire a fare i compiti, studiare, ricevere supporto psicologico e giocare un tipo di calcio basato su regole sociali, che incoraggiano la coscienza sociale e civile, sia a livello sociale che individuale”.

Massimo Vallati, fondatore

Sostenuto da aziende e associazioni locali, il campus è dotato anche di un'ampia struttura coperta, spogliatoi, docce, un desk di accoglienza, una sala riunioni e persino una cucina professionale. Accanto al campo principale, Massimo ha immaginato anche un giardino, dove vengono raccolte frutta e verdure biologiche da cucinare ai bambini. L'orto verde è curato e gestito da Vermiglia Desideri, la nonna di Corviale. È aiutata anche da altre mamme del quartiere, che lavorano tutte insieme per servire la comunità.

In questa piccola oasi di pace, tutti sono i benvenuti e tutti possono giocare: bambini, genitori e persone con disabilità o problemi psicologici. L'intero progetto è stato pensato per accompagnare la comunità di Corviale nella vita quotidiana.

La realtà dei bambini che vivono a Corviale non è quella di tutti i cittadini romani. Molti hanno perso i genitori a causa della droga o delle guerre delle gang e vivono con i nonni anziani. Campo dei Miracoli è diventato la loro seconda casa e una famiglia per chi non ha la possibilità di averne una: vengono dopo la scuola e ricevono l'aiuto di due insegnanti per fare i compiti due volte alla settimana. Ogni martedì le ragazze possono partecipare al "divano sociale", una serata dedicata ai colloqui con una psicologa, seguita da un pasto condiviso, cucinato in casa da Massimo e dalla cuoca, a base del raccolto dell'orto. Il giovedì i piccoli dai 5 agli 8 anni imparano a giocare, mentre le mamme possono frequentare il corso di pilates nell'arena interna. Tutto fornito da Campo dei Miracoli.

“Aiutiamo i bambini a studiare l'italiano, la matematica o le scienze, ma anche a seguire le regole, ad ascoltare e ad aiutare gli altri. Molti di questi bambini non hanno un modello di famiglia tradizionale e sicuro a casa, quindi cerchiamo di essere una figura adulta aggiuntiva e un esempio per loro”.

Giovanna, insegnante

Calcio sociale – vince chi si prende cura degli altri

“Vince solo chi custodisce”. Immaginato da Massimo, le regole del calcio sociale sono semplici: tutti sono i benvenuti e si vince solo se ci si prende cura dei propri compagni di squadra, dentro e fuori dal campo. Il gioco non è solo un esperimento, ma un vero e proprio tema di ricerca, tanto da essere seguito da diverse rinomate università italiane che stanno studiando l'impatto di questo gioco sulle comunità svantaggiate.

Le squadre sono composte da un mix di bambini, genitori, ragazze, ragazzi, tutti con diverse abilità fisiche, senza distinzioni. A ogni giocatore viene attribuito un coefficiente in base alle capacità sportive e le squadre sono formate da un mix di giocatori con coefficienti diversi, per garantire equità e parità. Ogni squadra porta il nome di importanti valori della vita: umanità, empatia, rispetto e così via. Perché? Perché la vittoria viene assegnata alla squadra che segna il maggior numero di gol, non solo in campo ma anche durante le partite "fuori dal campo": scrivendo una canzone per la squadra, raccogliendo i rifiuti nelle strade adiacenti o piantando ortaggi.

Non c'è un arbitro e l'allenatore di ogni squadra deve concordare le decisioni. Un giocatore non può segnare più di tre gol durante la partita e, una volta segnati, deve passare la palla ai compagni.

“Il calcio ha il potenziale per essere uno strumento di coesione sociale, e Calciosociale è proprio questo. Non c'è niente come il calcio che abbia questo tipo di portata e di potere", spiega Massimo.

Un genitore spiega: "La cosa bella del Calciosociale è che dimostra a tutti che non si può essere bravi in tutto, ma tutti possono dare il proprio contributo e aiutare la squadra a vincere".

“Mi piace giocare al Calciosociale. Le regole sono dure ma giuste. Giochiamo con persone diverse, di età, sesso e così via, ma alla fine siamo tutti uguali”.

Siria, 12 anni

“Vengo sempre qui. Vengo subito dopo la scuola e gioco a calcio, faccio i compiti e mi incontro con i miei amici. Mi piace giocare a calcio e qui mi sento al sicuro".

Denise, 14 anni

Le regole del Calciosociale

1. Valorizzare le differenze

2. Scoprire il proprio potenziale nascosto

3. Crescere insieme e vincere insieme

4. Prendere decisioni insieme

5. Aiutare i compagni di squadra

6. Tutti possono essere campioni

7. Siamo tutti titolari

8. Ascoltare e condividere

9. La partita non finisce dopo 90 minuti

10. Campioni in campo. Campioni nella vita

Cosa ci riserva il futuro

La visione di Massimo è quella di portare Calciosociale nelle accademie di calcio professionistiche in Italia e altrove, affiancandolo alle sessioni di allenamento tradizionali. Di recente, la metodologia del Calciosociale è stata testata in un'accademia di calcio in Slovenia, e in futuro ne arriveranno altre.

L'obiettivo del progetto è quello di cambiare la crescita dei giocatori a livello macro, per aiutarli a diventare esseri umani riflessivi con un forte senso della giustizia e dei valori.

Quest'estate Massimo e i bambini sono andati al Nord: la squadra ha organizzato un campo estivo a Coverciano, presso il centro di allenamento della nazionale italiana. Un'occasione unica per i ragazzi di uscire da Corviale e vedere un'altra parte del loro Paese, incontrare i giocatori della Nazionale femminile e maschile e allenarsi sotto la loro guida, prima di godersi un po' di meritato riposo.

Un progetto sostenuto dalla UEFA Foundation

La UEFA Foundation sostiene il progetto Calciosociale con 100.000 euro. Questo finanziamento viene utilizzato per pagare la formazione calcistica ai bambini nel corso dell'anno, acquistare attrezzature e assumere allenatori ed educatori.

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