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Prandelli spolvera la bacchetta

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Tre ex - o quasi - Ct benedicono la scelta di affidare la panchina dell'Italia al 'Mago di Orz' dopo il Mondiale. Per Lippi e Donadoni è la "persona giusta", per Sacchi dovrà trovare il "tocco di classe".

Prandelli spolvera la bacchetta
Prandelli spolvera la bacchetta ©Getty Images

Su quello che farà l’Italia in Sudafrica si accettano scommesse di tutti i generi, ma quello che succederà subito dopo è chiarissimo: Cesare Prandelli prenderà le redini della nazionale e non le lascerà fino al 2016. Dovesse ‘resistere’ davvero, sarebbe il primo Ct a restare in panchina per quattro anni dopo Giovanni Trapattoni.


Il fatto che una delle caratteristiche principali di Prandelli sia quella di saper crescere i giovani fa storcere il naso a chi pensa che un Ct debba essere solo un selezionatore, ma saper insegnare calcio non può diventare un difetto per un allenatore e chi ha preceduto il tecnico di Orzinuovi sulla panchina azzurra non ha avuto dubbi e ha fatto i complimenti alla FIGC per la scelta.


Dopo aver portato l’Italia alla vittoria nei Mondiali FIFA di Germania nel 2006, Marcello Lippi aveva deciso di lasciare la guida della nazionale, e lo stesso destino si ripeterà dopo il torneo di questa estate in Sudafrica. Dall’attuale Ct arrivano benedizione e auguri -  e considerata la rinomata fortuna di Lippi entrambe le cose saranno bene accette: “La federazione ha trovato e scelto la persona giusta”. Poche parole, ma chiare.


Tra le due parentesi lippiane, meno fortuna aveva avuto Roberto Donadoni, esonerato dopo UEFA EURO 2008™. Se i risultati ottenuti dall’ex centrocampista dell’AC Milan erano stati meno brillanti di quelli di Lippi, la sua opinione su Prandelli è invece identica: “Credo che quella della FIGC sia una buona scelta, ha puntato su un allenatore che oltre ad avere qualità tecniche e capacità indiscutibili è anche una persona simpatica e che piace molto alla gente”, ha spiegato senza rammarico, aggiungendo che la sua capacità di crescere i giovani potrebbe essere l’arma vincente per una nazionale un po’ stantia. “Credo che la strada da seguire sia inevitabilmente questa. Indipendentemente dal fatto che lui abbia lavorato spesso con i giovani, questa Nazionale va rivista per il futuro proprio per l'età media dei giocatori, quindi dovrà esserci per forza di cose un occhio attento ai giovani”.


Maestro di Donadoni ai tempi del Milan e Ct prima di lui, Arrigo Sacchi – che con Prandelli ha lavorato al Parma FC – usa parole ancora più lusinghiere. “Cesare ha dimostrato diverse volte di essere un grande allenatore e un grande personaggio”, ha detto Sacchi. “Deve sfruttare tutte le esperienze acquisite nei club, sarà più un selezionatore che un allenatore e in quel poco tempo che avrà dovrà cercare di portare tutte le conoscenze acquisite e metterle a frutto in Nazionale dove, in genere, mancano due componenti: il tempo e il lavoro”.


Niente di semplice, dunque, e già il nome di qualche giocatore escluso da Lippi tira per la giacchetta il nuovo Ct in pectore. Fabrizio Miccoli non ha forse più l’età per pensare ai Mondiali 2016 ma Antonio Cassano un pensierino ce lo farebbe e Mario Balotelli è un giocatore con il quale sembra impossibile non fare i conti. Prandelli ha cambiato diversi moduli nei cinque anni a Firenze ma nell’ultima stagione è rimasto fedele al 4-2-3-1 e a quel punto gli attaccanti esterni diventerebbero fondamentali.


Ogni discorso è però prematuro e allora il consiglio di Sacchi diventa prezioso: “Il lavoro nell'ambiente azzurro è diverso, e nel poco tempo che hai a disposizione devi fare molto. Prandelli dovrà sperare che l'Italia calcistica lavori bene, che le squadre utilizzino i giovani più di quanto stiano facendo adesso, poi toccherà a lui trovare il tocco di classe per continuare l'opera”. Dal Mago di Orz, forse è meglio aspettarsi un colpo di bacchetta.

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