Uno sguardo al futuro con il workshop KISS
lunedì 29 luglio 2013
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Prima della finale di UEFA Women's EURO 2013 sono state gettate le basi per il futuro del calcio femminile con un workshop sullo sviluppo del calcio femminile nell'ambito del programma KISS.
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Prima della finale di UEFA Women's EURO 2013, sono state gettate le basi per il futuro con un workshop sullo sviluppo del calcio femminile nell'ambito del programma KISS (Knowledge & Information Sharing Scenario).
Le 54 federazioni affiliate alla UEFA si sono riunite all'Hilton Stockholm Guldgränd da venerdì a domenica. I delegati hanno affrontato vari temi che riguardano la promozione del calcio femminile e hanno condiviso tante storie di successo.
Giornata 1 – Venerdì
Il workshop si è aperto con un dibattito su come coinvolgere e mantenere nel calcio un maggior numero di ragazze, con la partecipazione di Rachel Pavlou (Inghilterra), Øyvind Strom (Norvegia), Sara Booth (Irlanda del Nord) e Zoran Mijović (Montenegro). I principali argomenti di cui si è parlato sono l'importanza del 'triangolo magico' formato da casa, scuola e squadra, i legami con le società maschili e come mantenere nel calcio le ragazze fra i 13 e i 16 anni.
Nelle discussioni a gruppi, si è parlato delle modalità di sviluppo del calcio femminile nelle varie federazioni, campagne promozionali, lavoro accademico nel calcio femminile, campionati amatoriali, volontari (come a UEFA Women's EURO 2013, dove 1400 persone hanno offerto il loro contributo) e dell'uso di ambasciatori per promuovere questo sport. Questa opera è stata incoraggiata dalla Ct inglese Hope Powell e dall'ex calciatrice svedese Victoria Sandell Svensson, che hanno sfruttato il loro profilo mediatico per incoraggiare comunità e bambini.
Giornata 2 – Sabato
Per inaugurare la giornata, il direttore delle competizioni UEFA Giorgio Marchetti ha guidato un dibattito sul calendario calcistico femminile, confrontandolo con quello maschile. Con il contributo della FIFA, della Federcalcio russa e di quella austriaca, il Ct della Finlandia Andrèe Jeglertz, insieme ai rappresentanti del campionato svedese della squadra tedesca dell'1. FFC Turbine Potsdam, hanno parlato delle esigenze delle nazionali e dei club, specialmente nei paesi dove la maggior parte delle calciatrici gioca a livello dilettantistico ma anche nei campionati dove ci sono molte nazionali che provengono dall'estero. In questo senso, si incoraggia la scelta di date fisse per amichevoli e gare ufficiali.
Quindi sono iniziate le discussioni a gruppi sullo sviluppo dei campionati, sui club e sui portieri, guidati da esperti del settore. Nel pomeriggio si è parlato di crescita giovanile a livello nazionale e regionale, barriere culturali nelle nazioni in cui il calcio femminile è ancora giovane e temi specifici relativi alla salute e agli infortuni. Nell'ultimo dibattito, è stato evidenziato che, nel calcio femminile, gli infortuni ai legamenti crociati anteriori sono 4-6 volte superiori, un punto che gli allenatori devono tenere presente.
Giornata 3 – Domenica
La giornata è stata inaugurata da Karen Espelund, membro del Comitato Esecutivo UEFA e presidente del Comitato calcio femminile UEFA, che ha parlato del meeting fra i segretari generali delle 54 federazioni e ha riferito su quanto la UEFA potrebbe fare per aiutare il calcio femminile nelle rispettive nazioni. Michael van Praag, membro del Comitato Esecutivo, ha quindi guidato un dibattito sul sostegno dei governi al calcio femminile, con un contributo di Shona Robison, ministro scozzese dello sport e dei Giochi del Commonwealth. Il ministro ha parlato delle modalità di collaborazione tra il governo e la Federcalcio scozzese (SFA) per aiutare il calcio femminile, con un sostegno finanziario al calcio di base e giovanile. Inoltre ha spiegato che, mentre era ministro della salute, il governo è giunto a un'importante conclusione: se i bambini sono attivi nell'infanzia, ci sono molte possibilità che restino attivi anche nell'età adulta.
Altri contributi sono arrivati da Sharon Zeevi (direttore calcio femminile in Israele), Steffi Jones (ambasciatrice del programma di sviluppo calcio femminile UEFA e direttrice calcio femminile della Federcalcio tedesca) e Damir Vrbanović (presidente Esecutivo della Federcalcio croata), che hanno illustrato esempi di cooperazione tra i governi nazionali le federazioni. Clémence Ross (ex ministro dello sport in Olanda e membro del Comitato calcio femminile UEFA) ha invitato i presenti a convincere i politici che il calcio femminile è una storia di successo e può lasciare un'eredità importante.
Gli ultimi argomenti in agenda sono stati il marketing e la promozione del calcio femminile, con gli esempi di Inghilterra, Germania, Lituania, Malta e Austria su come utilizzare i vecchi e i nuovi media per raccontare la storia del calcio femminile e attrarre sponsor e partecipanti.