Mažić onorato della designazione per la finale di Kiev
martedì 22 maggio 2018
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"È un'occasione davvero speciale e sono orgoglioso di farne parte", ha detto l'arbitro serbo, Milorad Mažić, che non vede l'ora di dirigere la finale di UEFA Champions League di sabato tra Real Madrid e Liverpool.
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Orgoglio e onore sono le due emozioni principali che Milorad Mažić ha provato nell'apprendere della designazione arbitrale per la finale di UEFA Champions League.
"Penso che se chiedete a qualunque arbitro europeo qual è il suo sogno quando inizia la sua carriera internazionale, la sua risposta sarebbe 'arbitrare la finale di Champions League'", ha detto il 45enne serbo che non vede l'ora di dirigere la finale di sabato a Kiev tra Real Madrid e Liverpool.
"È la partita più importante d'Europa a livello di club. Ci sarà lo stadio tutto esaurito, un'atmosfera fantastica e due grandi club ad affrontarsi. È un'occasione davvero speciale e sono orgoglioso di farne parte insieme alla mia squadra", ha raccontato.
Mažić andrà a Kiev con una squadra arbitrale serba – i guardalinee Milovan Ristić e Dalibor Djurdjević, e gli arbitri aggiuntivi Nenad Djokić e Danilo Grujić. Il quarto uomo sarà Clément Turpin (Francia), mentre l'assistente arbitro di riserva sarà il serbo Nemanja Petrović.
"Lavoriamo duramente insieme come una squadra", ha spiegato Mažić, originario di Vrbas, cittadina di 25.000 abitanti situata a circa 130 km a nord di Belgrado. "Parliamo costantemente del nostro lavoro, ci prepariamo diligentemente per ogni partita e cerchiamo sempre di migliorare perché la qualità di una prestazione arbitrale durante una partita dipende dal fatto che l'intera squadra sia al meglio".
Mažić, sposato e padre di due bambini, è arbitro internazionale dal 2009 e ha già diretto due importanti partite nel calendario internazionale - ovvero la finale della FIFA Confederations Cup dell'anno scorso tra Cile e Germania, e la Supercoppa UEFA del 2016 tra Real Madrid e Siviglia.
Direttore di un'azienda nel settore della carne, Mažić ha iniziato la carriera arbitrale verso i 20 anni. "Ho subito un grave infortunio giocando a calcio. Il calcio era la mia vita e volevo assolutamente rimanerne dentro, così mi è stato consigliato di diventare arbitro. Dopo la mia prima partita mi sono detto: 'Questo è quello che fa per me!'".
Il serbo crede fermamente che ogni arbitro debba sviluppare un proprio stile e una propria personalità: "Ho guardato tutti i grandi arbitri e ho preso qualcosa da ciascuno di loro, ma non penso si debba provare a diventare una 'copia' di qualcun altro", ha detto.
Mažić e la sua squadra si prepareranno alla finale di sabato come se fosse una normale partita. "Ci focalizzeremo sulla nostra concentrazione in modo da essere pronti per la partita - ed è importante iniziare col piede giusto perché ti dà fiducia per il resto della gara".
"Ci stiamo preparando anche studiando le tattiche delle squadre e le caratteristiche dei giocatori - questo è un fattore che la UEFA considera estremamente importante, ed è qualcosa di inestimabile per gli arbitri".
La crescita tattica e tecnica del calcio ai massimi livelli ha comportato che anche gli arbitri si sono dovuti adattare a tale evoluzione. "Il calcio è molto diverso rispetto a un paio di decenni fa", ha spiegato Mažić. "Adesso è più rapido e i giocatori sono più in forma quindi la vera sfida per gli arbitri e per l'arbitraggio è stata quella di tenere il passo con questo cambiamento - e questo vale anche per le regole del gioco".
"Arbitrare una partita riguarda anche la gestione delle persone in campo - puoi anche avere tutto il resto, come conoscenze tecniche e così via, ma se non hai abilità con le persone, ti mancherà sempre qualcosa".
E sul futuro? Mažić è determinato a mantenere gli elevati standard che ha stabilito per se stesso. "Devi sempre avere passione e fissarti traguardi e obiettivi, perché se non lo fai, tanto vale fare qualcosa di diverso".