Cinque curiosità sull'Alessandria
giovedì 21 gennaio 2016
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'Solo' l'ostacolo Milan separa l'Alessandria, squadra di Lega Pro, dalla finale di Coppa Italia. Vittima sacrificale o sorpresa del secolo? Scopriamo cinque curiosità sugli 'orsi grigi'.
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La vittoria contro lo Spezia nei quarti di finale di Coppa Italia fa sognare l'Alessandria, che in caso di successo contro il Milan nel prossimo turno volerebbe a Roma per la finale del 21 maggio. Vittima sacrificale o sorpresa del secolo? Scopriamo cinque curiosità sugli 'orsi grigi'.
La scuola alessandrina
Nel 1913 l'Alessandria decise di chiamare l'inglese George Arthur Smith come allenatore-giocatore, e la mossa si rivelò azzeccata. Grazie alla sua filosofia calcistica e ai suoi metodi di allenamento, Smith diede vita alla famosa 'scuola alessandrina' capace di sfornare talenti su talenti; tra loro Adolfo Baloncieri e Carlo Carcano.
Il 'catenaccissimo' e la nascita di Rivera
Se il 'catenaccio' è un'espressione del calcio italiano, ad Alessandria questo stile di gioco ha raggiunto il suo apice con Franco Pedrone, allenatore dei Grigi a fine anni '50. Ma il tecnico non è ricordato solo per questo: fu lui, infatti, a far debuttare un 15enne di nome Gianni Rivera in Serie A. "Forse esagero, ma dico che rischiò la vita facendomi debuttare così giovane", disse più tardi Rivera.
Mazzola infuriato, e succede un 48...
Nel 1948 l'Alessandria subì quella che ancora oggi rimane la sconfitta più pesante di un club in un campionato a girone unico, 10-0 contro il Grande Torino. Il club granata non limitò la sua furia contro gli ospiti perché, pare, Valentino Mazzola si arrabbiò per gli sfottò di un tifoso alessandrino a bordo campo.
Pelé in maglia grigia
Lo stadio Moccagatta ha vissuto momenti memorabili, come quando nel 1968 l'Alessandria ospitò il Santos di Pelé in amichevole, in occasione dell'800esimo anniversario della fondazione della città. I brasiliani vinsero 2-0 e Pelé, autore di uno dei due gol, uscì dallo stadio con la maglia numero 10 dell'Alessandria.
Gregucci nel segno del destino
L'allenatore del club piemontese Angelo Gregucci ha un motivo in più per sognare la finale di Coppa Italia. Dopo una lunga parentesi come difensore della Lazio, dal 1986 al 1993, ha passato la stagione 1993/94 con il Torino, segnando il suo unico gol in maglia granata proprio contro Lazio allo Stadio Olimpico di Roma, impianto che ospiterà la finale del torneo. Un buon auspicio?