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Cüneyt Çakır e le emozioni della finale

Sezione Arbitri

Cüneyt Çakır, arbitro della finale di UEFA Champions League che si disputerà sabato a Berlino, si dice pronto per la "festa del calcio europeo" e "orgoglioso di essere stato scelto".

L'arbitro della finale

"Ciò che farò sarà aspettare l'inno della Champions League e poi godermi ogni signolo istante". L'arbitro turco, Cüneyt Çakır, che sabato a Berlino arbitrerà la finale di UEFA Champions League tra Juventus e FC Barcelona, è pronto per quella che spera possa essere una "festa del calcio europeo".

Tuttavia, nonostante Çakır - arbitro internazionale dal 2006 - sia pienamente consapevole di fare parte di qualcosa di davvero speciale, ciò che non cambierà sarà l'approccio alla partita da parte sua e dei suoi colleghi.

Çakır, 38 anni, sarà coadiuvato dai connazionali Bahattin Duran e Tarık Ongun. Lo svedese Jonas Eriksson, sarà il quarto uomo, mentre anche i due assistenti, Hüseyin Göçek e Barış Şimşek, sono turchi. Mustafa Emre Eyisoy, arbitro di riserva, anche lui turco, completa la squadra arbitrale.

"Per me è stato un momento indimenticabile", racconata Çakır parlando dell'istante in cui ha saputo di essere stato scelto per Berlino. "Quando la UEFA mi ha chiamato per dirmi che io e la mia squadra eravamo stati scelti per arbitrare la finale di Champions League, ero al settimo cielo. Quando penso alla mia squadra, alla mia famiglia, a tutti i miei maestri che mi hanno aiutato a diventare l'arbitro che sono oggi, e a tutti quelli che hanno creduto potessi arrivare lontano, sono ancora più contento".

"Ovviamente è un traguardo di cui essere profondamente orgogliosi, ma è anche una grossa responsabilità. È la prima volta che un arbitro turco e un'intera sua squadra vengono scelti per la finale di Champions League. Questo aspetto raddoppia la nostra responsabilità".

Çakır, che si è laureato in economia aziendale e ha lavorato nel settore delle assicurazioni, deve l'inizio della sua carriera al padre. "Quando ero giovane, giocavo a calcio e volevo diventare un calciatore. Mio padre però era un arbitro, e grazie a lui ho capito veramente come funzionava il mondo arbitrale, e ne sono rimasto incantato. Guardavo sempre le sue partite e poi abbiamo cominciato ad analizzarle insieme. Ecco, in quel momento era come se fossi il suo assistente arbitrale"

"Quando avevo 17 anni mi era stato proposto un corso arbitrale. Una volta finito ho firmato e da allora mi sono dedicato alla carriera arbitrale. Amo molto questo lavoro".

Membro della squadra arbitrale a UEFA EURO 2012 e nella Coppa del Mondo FIFA 2014, Çakır ha raccontato che il lavoro duro e la dedizione sono fondamentali per raggiungere traguardi del genere. "Oggi il calcio è cresciuto molto e anche un arbitro deve prepararsi ad affrontare una partita. Essere un arbitro è molto più dei 90 minuti in campo. Un arbitro deve essere pronto fisicamente, tencicamente e mentalmente. È un lavoro che richiede davvero molto tempo".

"La mia filosofia è sempre stata quella di dare il massimo in qualunque cosa faccia. Naturalmente mi sono sempre posto degli obiettivi all'inizio della carriera. Ho sempre sognato di essere un arbitro di prima fascia e di poter arbitrare grandi partite come le finali. Ho sempre lavorato in questo modo, mi sono posto degli obiettivi e ho avuto pazienza. Se lavori sodo, prima o poi verrai ricompensato.

Al giorno d'oggi, in un calcio con ritmi sempre più alti e con poste in palio sempre maggiori, l'importanza del lavoro di squadra degli ufficiali di gara è un aspetto che va sottolineato. Queste le parole di elogio di Çakır ai suoi colleghi: "La classe arbitrale è realmente una squadra, sia dentro che fuori dal campo. Da solo non raggiungi nessun traguardo. Si deve lavorare e prepararsi come una squadra. Devo il mio successo come arbitro all'intera squadra. Ci prepariamo alle partite tutti insieme, ed è per questo che vorrei ringraziarli per il traguardo raggiunto insieme. Senza di loro, io non sarei qui".

La preparazione per la finale di sabato non sarà diversa dalle altre partite. "In realtà, non c'è molta differenza tra questa partita e le altre - spiega Çakır -. Ci prepariamo alla stessa maniera di come facciamo per ogni altra partita. Siamo sempre pronti a dare il massimo. Certo, questa è una finale e un giorno speciale, ma ci stiamo preparando al meglio, come facciamo per ogni altra partita del resto".

Tuttavia nemmeno Çakır può negare di essere emozionato per questo evento speciale. "Come i giocatori, facciamo tutti parte della partita, e proprio come loro saremo emozionati in vista del fischio d'inizio. Non vediamo l'ora di sentire le emozioni degli istanti prima della partita, quando saremo nel tunnel in attesa di mettere piede sul terreno di gioco".

Per concludere, quali sono le speranze di Cüneyt Çakır in vista della finale nella capitale tedesca? "Spero sarà una partita divertente per tutti. Dobbiamo vederla in questa maniera: è la finale di Champions League, è una festa per il calcio europeo".

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