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Tributo a Löw su UEFA•technician

Coach Tecnico

L'ultimo numero di UEFA•technician, la rivista ufficiale UEFA per allenatori, dedica uno speciale a Joachim Löw e alle filosofie che hanno permesso alla Germania di vincere la Coppa del Mondo FIFA in Brasile.

Il Ct tedesco Joachim Löw
Il Ct tedesco Joachim Löw ©AFP/Getty Images

L'ultimo numero di UEFA•technician, la rivista ufficiale UEFA per allenatori, dedica uno speciale a Joachim Löw e alle filosofie che hanno permesso alla Germania di vincere la Coppa del Mondo FIFA in Brasile.

Löw, intervistato dal responsabile tecnico UEFA Ioan Lupescu a San Pietroburgo alla recente conferenza FIFA/UEFA per allenatori e direttori tecnici delle nazionali, ha parlato delle qualità necessarie per diventare grandi allenatori, di quali caratteristiche debba avere una squadra per vincere il titolo mondiale, del lavoro dietro le quinte della Federcalcio tedesca (DFB) e della lunga strada che si è conclusa con il trionfo a Rio de Janeiro.

"Dal mio punto di vista, non è l'allenatore a diventare campione del mondo - ha dichiarato con modestia Löw -, ma è la squadra. Non parlo solo dei giocatori che sono scesi in campo, ma di tutta la rosa e di quelli che hanno lavorato per noi. Se vuoi vincere, tutta la squadra deve lavorare come una macchina e tutti i pezzi del puzzle devono combaciare".

"Il compito principale dell'allenatore è scegliere i giocatori giusti per un torneo - aggiunge -. Servono giocatori in forma fisicamente e mentalmente, capaci di superare i momenti difficili… Un allenatore deve essere un bravo psicologo, perché durante il torneo lavora con una squadra che viene osservata attentamente e messa sotto pressione".

"Oltre ad avere capacità specifiche, un allenatore deve seguire un percorso insieme alla squadra - prosegue Löw -. Ho imparato che i giocatori di oggi desiderano spiegazioni e vogliono capire le critiche. Bisogna fare in modo che i ragazzi ti capiscano. L'aspetto psicologico e una buona comunicazione sono fondamentali".

Löw parla anche della "squadra dietro la squadra", cioè i colleghi e gli esperti che accompagnano l'allenatore durante un torneo. "Oggi è importante lavorare con persone specializzate nei rispettivi settori - osserva Löw -. Non bisogna aver paura di avere a fianco esperti più bravi di te in alcuni campi… Per me personalmente, era importante discutere con persone capaci di esprimere la loro opinione, ma che fossero comunque fedeli e affidabili".

La rivista prosegue con le tendenze tecniche e le principali analisi condotte in Coppa del Mondo, punto focale del meeting a San Pietroburgo. "In un torneo ad alto tasso di spettacolo - scrive UEFA•technician -, gli osservatori tecnici europei hanno riscontrato che la maggior parte degli incontri è stata giocata con vocazione offensiva. Gli allenatori si sono preoccupati di vincere le partite, piuttosto che evitare di perderle".

Un altro importante evento raccontato da UEFA•technician è l'annuale forum UEFA per allenatori di club elite, svoltosi in autunno a Nyon. La comunità tecnica ha parlato delle "competizioni UEFA per club dalla A alla Z", trattando argomenti come i gol in trasferta, il gioco a palla ferma, le espulsioni temporanee, l'irrigazioni dei campi, i cartellini gialli e la UEFA Youth League. L'articolo prosegue con una serie di domande e opinioni.

Ancora una volta, la UEFA si è dimostrata volenterosa di ascoltare gli allenatori, come ha evidenziato la partecipazione del presidente UEFA Michel Platini al forum. Sir Alex Ferguson, ambasciatore degli allenatori, ha riassunto uno dei principali obiettivi dell'evento: "Questi meeting sono importanti perché consentono agli allenatori di trovarsi lontano dalle competizioni e di esprimersi". Il concetto è ribadito nell'editoriale di Ioan Lupescu: "Tutti gli allenatori, a Nyon come a San Pietroburgo, hanno voluto restituire qualcosa al calcio condividendo il loro pensiero e le esperienze pratiche con i colleghi".

L'ultimo numero di UEFA•technician parla anche del lancio di un progetto di formazione allenatori nel calcio femminile. L'organo di governo del calcio europeo ha accettato la sfida di promuovere la qualifica o il perfezionamento dei tecnici e di creare un percorso sostenibile che permetta alle calciatrici di passare agevolmente dal campo alla panchina, sfruttando la loro passione e la loro conoscenza di questo sport.

La rivista si conclude con un omaggio a Gero Bisanz, l'influente ex Ct della Germania che ha aiutato la UEFA a ottimizzare costantemente le attività per allenatori. "Un esperto stimato da tutti che ha dato risposte pertinenti e approfondite -, scrive Frank Ludolph, direttore servizi di formazione calcistica UEFA. Per alcuni una guida, per altri un guru. Una personalità dalle grandi qualità umane, ma anche un amico, ha lasciato i campi e ci mancherà molto".

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