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Il contributo di Jupp Derwall al calcio turco

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Sette anni fa moriva il tecnico tedesco Jupp Derwall, che aveva ridato slancio al calcio turco guidando il Galatasaray. "La Turchia è la mia seconda casa", disse il tecnico amato e stimato dall'intera nazione turca.

Jupp Derwall rivoluzionò il calcio turco
Jupp Derwall rivoluzionò il calcio turco ©Getty Images

Quando il 26 giugno 2007 è deceduto il tecnico tedesco Jupp Derwall, il lutto della Turchia è stato quello di un paese che piange un proprio connazionale. Fu organizzato un volo charter da Istanbul per consentire di partecipare al suo funerale, a testimonianza della considerazione di cui Derwall godeva per avere rivoluzionato il calcio in Turchia nei tre anni alla guida del Galatasaray AŞ.

A prima vista, i risultati non sembrano così straordinari: la conquista della Coppa di Turchia nel 1984/85 e del primo titolo nazionale dopo 14 anni nel 1986/87, prima di lasciare campo al suo protetto Mustafa Denizli. Tuttavia, Derwall ha avuto il merito di introdurre metodi di lavoro moderni in una nazione che sul piano calcistico era relativamente arretrata, spianando la strada ai futuri successi della Turchia sia a livello di club che di squadra nazionale. L'attuale tecnico della Turchia Fatih Terim ha giocato con il Galatasaray agli ordini di Derwall, non negando mai di esserne debitore.  

Derwall aveva guidato la Germania Ovest alla conquista del Campionato Europeo UEFA nel 1980 e alla finale del Mondiale FIFA nel 1982, prima di lasciare all'indomani della sconfitta in semifinale per 1-0 contro la Spagna a EURO 1984. Sebbene gli furono offerte numerose panchine in Bundesliga, Derwall accettò a sorpresa l'offerta del Galatasaray. "Stentavamo a credere che sarebbe stato lui il nostro allenatore – ricorda İsmail Demiriz, terzino destro titolare di Derwall al Galatasaray -. La sua presenza nel club ha dato un'enorme iniezione di fiducia ai calciatori”.

"Non mi considero un avventuriero – spiegò Derwall allora -. Sono più uno scalatore che vuole raggiungere la vetta di un ottomila: compito difficile ma molto affascinante”.

Un fascino ridimensionato una volta dato uno sguardo alle infrastrutture del club. Il primo giorno a Istanbul lo ricordò come una “catastrofe”. "Ero scioccato perché il campo di allenamento era un misto di terra e fango anziché di erba verde. Poiché ci si faceva male quando si cadeva a terra, non era possibile allenare neppure i principi di base del calcio. Per esempio, non si potevano provare le scivolate, e quando i calciatori ne subivano una in Europa, restavano sorpresi e nervosi per avere perso la palla”.

'Derwall rispettava i propri calciatori, avversari e tifosi'
'Derwall rispettava i propri calciatori, avversari e tifosi'©Getty Images

"Il suo arrivo elevò la reputazione della squadra”, spiega Tanman. Demiriz aggiunge: "Dopo l'arrivo di Derwall iniziammo a fare ritiri, soprattutto in Germania, dove grazie a Derwall venivamo accolti magnificamente”.

Infrastrutture a dovere e metodi di allenamento seri elevarono il livello del Galatasaray, che concluse la stagione 1985/86 imbattuto, salvo perdere il titolo a beneficio del Beşiktaş JK per differenza reti. La squadra di Derwall aveva introdotto il pressing e la marcatura a uomo nel calcio turco. La sua squadra conquistò il titolo nel 1986/87, e ancora nel 1987/88 agli ordini di Denizli, con Derwall nel ruolo di consigliere tecnico. Continuò a ricoprire quell'incarico per la Federazione turca (TFF) fino a quando problemi di salute non lo costrinsero a restare in Germania dal 1991.

A quel punto il lavoro era ormai fatto. Il Galatasaray muoveva i primi passi per diventare una potenza del calcio europeo, e gli altri club avevano iniziato a fare proprie le idee di Derwall e a migliorare le proprie infrastrutture. Ma oltre che per la propria professionalità, Derwall lasciò il segno per le sue doti umane. "Derwall ha cercato di assimilare la cultura turca, voleva essere uno di noi – ricorda Demiriz -. Era solito chiacchierare con i calciatori durante i pasti. E' stato importante per lui avere assistenti come Mustafa Denizli e Ahmet Akcan che parlavano bene il tedesco”.

"Derwall rispettava i calciatori, gli avversari e i tifosi – ha aggiunto Tanman -. Per i suoi comportamenti, i capelli grigi e l'aria paterna fu ben voluto dai tifosi del Galatasaray e dall'intera nazione turca”.

Un affetto pienamente ricambiato. La sua modestia, l'assenza di lamentele per le condizioni di lavoro, il rispetto dei colleghi e dei collaboratori a ogni livello, e l'influenza avuta sui tecnici turchi del futuro spiegano la laurea ad honorem concessagli nel 1989 dall'Università di Ankara per il contributo alle relazioni tra Germania e Turchia. "Mi sento quasi un cittadino turco – disse una volta -. Sento la Turchia come la mia seconda casa”.

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