Kobiashvili pensa al futuro
venerdì 16 maggio 2014
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Non è stato forse il modo migliore per lasciare il calcio, ma la sconfitta dell'Hertha Berlino per 4-0 contro il Borussia Dortmund sabato è stata l'ultima partita di Levan Kobiashvili dopo 15 anni di Bundesliga.
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Non è stato forse il modo migliore per lasciare il calcio, ma la sconfitta dell'Hertha BSC Berlin per 4-0 contro il Borussia Dortmund sabato è stata l'ultima partita di Levan Kobiashvili dopo 15 anni di Bundesliga.
"Una fase della mia vita si è conlcusa e un'altra è alle porte", ha detto il 36enne a UEFA.com il giorno dopo aver giocato la sua ultima gara e aver ricevuto una standing ovation dall'Olympiastadion. "Le emozioni sono ancora tante. Non dimenticherò mai il calore e la gratitudine che ho sentito ieri".
L'ex FC Metalurgi Rustavi, FC Dinamo Tbilisi, FC Alania Vladikavkaz, SC Freiburg e FC Schalke 04 pensa comunque di restare all'Herthe per un periodo, con il club che ha rappresentato dal 2010 che dovrebbe trovare per lui un posto in società. "Appartengo al calcio", ha sottolineato Kobiashvili. "E' questo che so fare, e voglio continuare a fare quello che mi riesce meglio".
Kobiashvili forse ha vinto meno di quello che meritava all'Hertha, dopo aver fatto il pieno di trofei con la Dinamo negli anni '90; in Germania ha vinto solo la Coppa di Lega 2004/05. Ma la sua lealtà non dipende dai trofei vinti - è infatti rimasto al Friburgo e all'Hertha anche dopo le rispettive retrocessioni dalla Bundesliga.
"Un contratto è un contratto, ma le relazioni umane sono più importanti", ha detto il Giocatore Georgiano dell'Anno nel 2000 e 2005. "Per esempio, quando sono passato dallo Schalke a Berlino nell'inverno 2010 ho firmato un contratto di sei mesi. Era ovvio fin dall'inizio che sarebbe stata dura salvarsi ma ci abbiamo provato. Dopo che siamo retrocessi, potevo lasciare, ma sentivo il dovere di restare a Berlino e aiutare l'Hertha a tornare in massima divisione.
"Conosco molti giocatori che vengono fischiati quando giocano contro una loro ex squadra", ha aggiunto. "Quando è capitato a me, sono sempre stato ben accolto, e questo per me significa più di qualsiasi trofeo", ha aggiunto. "Non rimpiango nessuna decisione. Quando mi sono sentito rispettato e apprezzato, ho continuato a lavorare senza nemmeno pensarci su".