Il calcio rende onore a Aragonés
sabato 1 febbraio 2014
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Vicente del Bosque e Iker Casillas hanno reso onore all'ex Ct della Spagna Luis Aragonés, l'uomo che ha "esorcizzato i fantasmi nelle menti dei giocatori" iberici.
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Non è passato molto tempo da quando si è diffusa la notizia della scomparsa del Ct che con la Spagna ha vinto UEFA EURO 2008, Luís Aragonés, a quando Iker Casillas insieme ad altri ha reso onore all'ex attaccante del Club Atlético de Madrid come l'uomo che "ha cambiato la storia del calcio spagnolo".
Scelto nel 2004 per guidare La Roja – soprannome da lui coniato a richiamare il colore delle maglie della nazionale – Aragonés ha costruito una squadra che ha vinto gli Europei UEFA e che ha dato vita al periodo di maggior successo della nazionale iberica.
"Luis ha preso delle decisioni e fatto delle scommesse a suo tempo per il bene del calcio spagnolo, e dobbiamo ringraziarlo per quello che ci ha dato nel 2008 perché ha cambiato tutto in termini di quello che avremmo poi ottenuto in seguito", ha detto il portiere e capitano della Spagna Casillas.
Nazionale spagnolo in 11 occasioni da calciatore, Aragonés sapeva che c'era bisogno di un cambio di mentalità per mettere fine a 44 anni di attesa per vincere un grande trofeo - che mancava dal 1964. "Dovevamo lavorare per esorcizzare i fantasmi nella mente dei giocatori", aveva spiegato Aragonés analizzando UEFA EURO 2008, dando all'elemento psicologico notevole rilevanza.
"Questo lavoro è stato fondamentale per me", ha continuato. "I giocatori erano tcnicamente bravi, ma si avvertiva il pensiero 'Non siamo mai andati oltre' e questo li condizionava. Lentamente, la squadra - secondo le proprie abilità - ha iniziato a convincersi di poter vincere. Abbiamo forgiato una squadra che non voleva più perdere".
E' stata questa mentalità a rendere il 'Saggio di Hortaleza' - dalla zona di Madrid in cui è nato - una figura leggendaria all'Atlético, le cui bandiere sono rimaste a mezz'asta dopo la notizia della sua scomparsa sabato. L'ex attaccante ha segnato 172 gol in 370 partite di campionato nelle 11 stagioni con i Rojiblancos, durante le quali ha vinto tre volte la Liga, due la Copa del Rey e una medaglia d'argento in Coppa dei Campioni. E' stato anche il primo giocatore a segnare al Vicente Calderón.
"L'Atlético significa tutto per me, il club è praticamente la mia vita", ha detto Aragonés in una recente intervista. "Sono stato fortunato perché l'Atlético mi ha permesso di giocare per 11 anni e di allenare per 20". Sulla panchina della squadra in quattro occasioni diverse, ha portato la squadra a vincere un campionato, tre Copa del Rey e una Coppa Intercontinentale tra gli altri titoli.
Da allenatore Aragonés ha guidato anche Real Betis Balompié, FC Barcelona, Sevilla FC, Valencia CF, RCD Mallorca e Fenerbahçe SK, ma è ricordato soprattutto per quanto fatto con Atlético e Spagna.
"Senza dubbio ha dato il via al periodo di successo che sta vivendo la Spagna", ha sottolineato l'attuale Ct Vicente del Bosque. "Aveva grande esperienza come allenatore". Sulla stessa lunghezza d'onda Casillas: "Ha davvero influenzato un'intera generazione di calciatori. E' stato una persona speciale".