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Ricordi di Eusébio: un uomo che aveva tempo per tutti

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José Nuno Pimentel, reporter di UEFA.com per il Benfica, ricorda i suoi incontri con Eusébio, scomparso a 71 anni: un uomo umile e gentile, che aveva tempo per tutti.

Eusébio: 1942-2014 Getty Images

Lavorando nel campo dei mezzi di informazione sportivi dal 1997, ho avuto l'occasione di incontrare Eusébio nel 2003, in vista di UEFA EURO 2004.

L'attesa per il torneo stava crescendo in tutto il paese e io lavoravo per il quotidiano nazionale Diário de Notícias. Ero impegnato a scrivere l'Enciclopedia dei Campionati Europei. Quando arrivammo al capitolo 'Le Leggende – la Hall of Fame dalla A alla Z' il gruppo di lavoro decise all'unanimità: doveva esserci Eusébio.

All'inizio la sua reazione fu di sospetto quando gli spiegai che cosa volevamo da lui. Pur essendo una stella, Eusébio non era abituato a quel genere di cose, quindi gli dissi che avremmo parlato come se fosse un'intervista sulla sua passione per il calcio e su che cosa significasse per il Portogallo, i portoghesi e per il calcio lusitano ospitare il torneo. A quel punto io mi sarei occupato di mettere insieme il tutto a suo nome.

Il primo incontro avvenne al ristorante Adega da Tia Matilde di Rego, nei pressi di Lisbona, una sorta di seconda casa per Eusébio. Lui mancò l'appuntamento a causa di un imprevisto dell'ultimo minuto. Ero piuttosto deluso, perché i tempi erano stretti e temevo che non saremmo riusciti a rispettare le scadenze, ma conoscendo il suo carattere sapevo che non mi avrebbe lasciato nei guai, perché lui non lo faceva mai con nessuno. Si scusò per la sua assenza e fissammo un nuovo appuntamento per il giorno successivo.

Ero nervoso mentre lo aspettavo al ristorante. Lui arrivò in orario, ma impiegò parecchio tempo per arrivare da me, perché si fermava ad ogni tavolo. Tutti volevano parlare con lui e lui aveva tempo per tutti. Quando finalmente cominciammo a parlare la conversazione decollò da sola ed ebbi la conferma di ciò che tutti dicevano di lui: era una persona umile ed educata, molto più a suo agio nell'elogiare gli avversari piuttosto che nel parlare di se stesso.

Quello in realtà fu il mio secondo incontro con Eusébio. Il mio primo contatto con lui risaliva ai primi anni '80, poco dopo il suo ritiro, quando sostenni un provino nelle giovanili del Benfica da lui dirette. L'esperienza durò poco (il provino non era legato tanto alla mia abilità calcistica, quanto al fatto che vivevo a due passi dallo stadio), ma per me il semplice fatto di giocare davanti ad Eusébio era un sogno divenuto realtà.

Come me, molti altri ragazzi che erano lì quel giorno non l'avevano mai visto in azione; lui si era guadagnato il nostro rispetto grazie a ciò che avevamo sentito dire dagli adulti. Questolo dimenticherò mai.

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