Le azioni parlano più delle parole
martedì 7 gennaio 2014
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Nell'ultimo numero di UEFA.direct, la pubblicazione ufficiale della UEFA, il segretario generale Gianni Infantino parla dell'impegno e dell'atteggiamento proattivo della UEFA per eliminare il razzismo dal calcio.
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Anche se il razzismo viene combattuto da anni, recentemente abbiamo capito che occorre raddoppiare gli sforzi per eliminare questo problema. Il calcio europeo ha già dato l'esempio imponendo rigide misure disciplinari in caso di condotte razziste. Tuttavia, la UEFA ribadisce che devono essere intraprese azioni decise e costanti per eliminare il razzismo dal calcio. Per questo motivo, in occasione del Congresso UEFA a maggio, è stata adottata la risoluzione intitolata "European Football United Against Racism".
La risoluzione, caldamente appoggiata dal Comitato Esecutivo UEFA, è stata approvata all'unanimità dal Congresso UEFA e definisce un programma di 11 punti al quale aderiscono tutte le federazioni nazionali, in modo da affrontare il razzismo testa alta. Dopo l'esempio della UEFA, tutte le federazioni europee si sono impegnate a condurre la lotta contro il razzismo in modo forte e unanime. È proprio questa la forza del calcio europeo, ovvero la grande unità su temi così cruciali. Dopo aver adottato la risoluzione, le federazioni hanno punito gli episodi di razzismo a livello nazionale con sanzioni pesanti.
Siamo lieti (ma non sorpresi) che le stelle del calcio europeo di ieri e oggi abbiano prestato il loro sostegno alla campagna. Il calcio, che per sua natura avvicina la gente di background culturale ed etnico diverso, è anche un leader naturale nella lotta al razzismo. I personaggi di spicco del calcio, dunque, non hanno esitato a contribuire attivamente. Il loro sostegno, così come quello di ogni club che partecipa alla UEFA Champions League e alla UEFA Europa League, è stato prezioso per esprimere il “No al razzismo” da parte di tutto il calcio europeo.
Ora ci prepariamo a vedere questa campagna in ogni competizione per club. Le attività sono state ulteriormente messe in risalto dalle FARE Action Week a ottobre in occasione della terza giornata. Nelle 40 partite in programma, i capitani delle squadre hanno indossato la fascia No to Racism, gli altoparlanti hanno diffuso messaggi antirazzisti e, sia allo stadio che in TV, sono state trasmesse le videotestimonianze di Lionel Messi, Cristiano Ronaldo, Kevin Prince-Boateng e Johan Cruyff. Le squadre, inoltre, sono scese in campo con lo striscione e i gagliardetti che ribadivano lo stesso messaggio. Nella fase a eliminazione diretta delle competizioni per club sono previste altre attività, sia in campo che fuori.
Altrettanto importante è stato l'approccio disciplinare più vigoroso della UEFA. Le nostre normative disciplinari obbligano tifosi club ad assumersi responsabilità serie in questo ambito. Recentemente, alcuni stadi sono stati chiusi parzialmente in conseguenza di episodi razzisti. Se i problemi persistono, la UEFA non sarà tollerante e imporrà altre sanzioni, perché le regole lo prevedono e il messaggio deve essere forte e chiaro.
Come si dice, le azioni parlano più delle parole, e la UEFA ha agito. Resteremo vigili, perché il razzismo è un grande problema sociale e non può essere curato dal giorno alla notte. Tuttavia, guardando al 2014, possiamo dire che il calcio europeo è unito e può dirsi oroglioso, perché se non altro ha dato un contributo tangibile e concreto per sbarazzarsi del razzismo.