Le sette virtù nerazzurre
lunedì 23 settembre 2013
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Il 7-0 rifilato sabato al Sassuolo ha fatto capire a tutti che c'è anche l'Inter per la corsa allo Scudetto e prendendo spunto proprio da quel successo UEFA.com passa in rassegna i sette punti chiave della rinascita nerazzurra.
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Con AS Roma e SSC Napoli che viaggiano a punteggio pieno in vetta alla classifica di Serie A, il resto del plotone brilla quasi necessariamente di luce riflessa, ma oltre a capitolini e partenopei c'è un'altra squadra che sta facendo vedere ottime cose in questo avvio di stagione: l'FC Internazionale Milano.
Reduci da una stagione quanto meno disgraziata, i Nerazzurri sono partiti con il profilo basso, ma dopo quattro giornate si ritrovano secondi, a due punti dalla vetta, con un solo gol al passivo, ma soprattutto reduci dal successo esterno più ampio della loro storia in campionato, lo squillante 7-0 rifilato domenica al malcapitato US Sassuolo Calcio.
Niente male davvero, per una squadra che era uscita a pezzi al termine della scorsa stagione e per rendere omaggio al record nerazzurro, UEFA.com passa in rassegna sette punti-chiave - tanti quanti i gol segnati domenica - che hanno permesso all'Inter di tornare a brillare.
Il fattore Mazzarri
Se il sole è tornato a splendere sulla Beneamata, il merito è soprattutto del nuovo tecnico, che ha rinunciato a disputare la UEFA Champions League con il Napoli per scommettere su una nuova avventura dall'esito per nulla scontato. Dopo soli tre mesi di lavoro, la mano del tecnico toscano si vede già tutta: squadra sembre equilibrata, gioco sugli esterni e contropiedi che fanno male agli avversari. Se il buongiorno si vede dal mattino, i tifosi nerazzurri hanno di che sorridere.
La solidità difensiva
I campionati, soprattutto in Italia, non si vincono solo segnando tanto, ma anche subendo pochi gol. L'Inter sembra averlo capito e oltre al miglior attacco (13 reti), vanta anche la miglior difesa: una sola rete al passivo, per giunta incassata contro la Juventus bicampione d'Italia, unica squadra finora ad aver sottratto punti alla banda Mazzarri.
Il ritorno dei desaparecidos
Ricardo Álvarez, Jonathan, Yuto Nagatomo. Tre giocatori trasfigurati da Mazzarri e non a caso tre dei principali punti di forza dell'Inter di inizio stagione. Se il brasiliano e il giapponese soi sono messi a divorare le fasce come mai prima avevano mostrato di saper fare in nerazzurro, è Álvarez a meritare una menzione ulteriore. Già in evidente crescita nella seconda fase della scorsa stagione, quando si era spesso caricato la squadra sulle spalle, l'argentino è tornato a meritarsi pienamente il soprannome di "Ricky Maravilla".
Largo ai giovani (ma non troppo)
Ishak Belfodil, Mauro Icardi e Mateo Kovačić saranno, con tutta probabilità, le colonne dell'Inter del futuro. Ma San Siro, si sa, è uno stadio esigente e se le cose non girano tende a "beccare" senza pietà chiunque, a dispetto dell'età. Proprio per questo, Mazzarri ha saggiamente scelto di utilizzare in maniera mirata i suoi tre giovani talenti, spedendoli spesso in campo a gara in corso per sfruttare la stanchezza degli avversari. La scelta fin qui ha pagato e ne sa qualcosa proprio la Juve, punita un paio di settimane fa proprio da un gol del "piccolo Batistuta" interista.
Don't cry for me Argentina
L'Inter e l'Argentina sono legati a doppio filo e la partnership continua con successo anche con Mazzarri in panchina. Capitan Zanetti è ai box per infortunio, ma il resto della colonia gira a mille: Rodrigo Palacio è stato protagonista di un avvio di campionato devastante (già tre gol all'attivo), di Álvarez si è già detto, Esteban Cambiasso è tornato ad essere un valore aggiunto a centrocampo e Hugo Campagnaro è gà completamente a suo agio nella retroguardia nerazzurra. Senza contare che contro iL Sassuolo ha fatto il suo rientro in campo dopo mesi di assenza un certo Diego Milito, subito autore di una doppietta. Un rientro principesco il suo, di nome e di fatto.
Niente Europa
Per una società del blasone dell'Inter, non prendere parte alle competizioni UEFA per club rappresenta uno smacco e anche bello grosso. Paradossalmente, tuttavia, il forzato anno sabbatico potrebbe rivelarsi un vantaggio per i Nerazzurri, in un certo senso. Mai impegnati in settimana, se non in Coppa Italia, Mazzarri e la squadra avranno tempo e modo per preparare con cura ogni singola gara di campionato, un lusso non concesso ad avversarie come Juve, Napoli e AC Milan. E che alla fine potrebbe pesare nell'economia della stagione.
Low profile
Nella griglia di partenza per lo Scudetto, l'Inter non scattava certo dalla pole position. Le difficoltà della passata stagione, il cambio in panchina e la decisa virata sulla linea verde in fase di mercato lasciavano presagire un'annata di transizione e saggiamente nessuno si è lanciato in proclami altisonanti. Si è optato per il profilo basso, lasciando che le luci della ribalta puntassero altrove e puntando a creare una squadra concreta fin da subito. Magari non sempre spettacolare, ma capace di far male quando serve.