Vera Juve al momento giusto per Buffon
domenica 18 agosto 2013
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Dopo un precampionato un po' incerto, i Bianconeri hanno travolto 4-0 la Lazio e conquistato la Supercoppa. "Le grandi squadre e i grandi giocatori escono quando la partita conta", dice il portiere.
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“Le grandi squadre e i grandi giocatori escono in questi momenti: quando la partita conta, non in tourneè”. Gianluigi Buffon mette i puntini sulle “i”, dopo il 4-0 con cui la Juventus ha travolto la S.S. Lazio e messo in bacheca il primo trofeo della nuova stagione, la Supercoppa italiana. “Sono pentacampeon, è la mia quinta Supercoppa…”, ricorda il numero 1 a proposito delle sue vittorie personali, scacciando poi i fantasmi di un precampionato con più ombre che luci. "I grandi campioni quando la posta in palio è alta escono”.
Un successo che ha il marchio di fabbrica di Antonio Conte, autentico condottiero di questa Juventus che insegue il terzo scudetto consecutivo, dopo aver vinto gli ultimi due. “E’ un valore assodato”, conferma Buffon, “Lo sappiamo anche noi che grande merito per i trionfi va a lui. Qualcosa anche a noi, però...”.
Il tecnico bianconero aveva detto alla vigilia di fidarsi dei suoi giocatori ed è stato ripagato con gli interessi. “Conosco i miei calciatori soprattutto come uomini”, assicura, “Abbiamo affrontato con il piglio giusto la gara. Queste sono partite secche: conta solo l’oggi, non il domani. Per il secondo anno conquistiamo Scudetto e Supercoppa, questi ragazzi stanno facendo cose straordinarie. Stasera ci siamo resi conto che sarà un'annata molto difficile, metterei la firma per ripetere tutto questo".
Fiducia che non ha mai fatto temere a Conte di aver smarrito la sua Juventus. “Abbiamo perso solo con i Los Angeles Galaxy, non dimentichiamolo”, puntualizza, “La preparazione è stata ottima, a parte [Claudio] Marchisio questa sera non abbiamo avuto infortuni e questa è la cosa bella. Dobbiamo ancora smaltire i carichi, abbiamo usato la testa e sono molto contento. E’ una vittoria assolutamente meritata”.
Stephan Lichtsteiner, due assist e un gol, fatica a trattenere la gioia. “È stata una bellissima serata non solo per me, ma per tutta la squadra”, racconta felice, “Il mio rapporto con Conte? È sempre stato così con me e mi serve questo tipo di allenatore che mi riprende spesso, mi rende più forte”. Ha fatto male alla sua Lazio, che lo ha portato in Italia e con cui ha passato tre stagioni importanti. “Sono uscito tra i fischi”, conclude lo svizzero, “ma io ho passato tre anni splendidi qui, abbiamo vinto due titoli. A parte il secondo anno, è stato un bel periodo. Ora però sono juventino!".
E i Biancocelesti? Vladimir Petković deve e vuole voltare in fretta pagina. “Abbiamo mollato dopo il secondo gol, una rete evitabile per come è arrivata”, ammette il tecnico di Sarajevo, “Dovevamo restare in gara, siamo stati ingenui e da lì c'è stato un calo psicologico che ha portato i due gol successivi. Abbiamo sofferto a destra, ma fino al 2-0 la Juve non aveva creato tanto. Sono stati più furbi, hanno meritato questo successo”.
Serve ritrovare lo spirito che lo scorso 26 maggio aveva permesso di ottenere uno storico successo nel derby contro l’AS Roma. “Dobbiamo tornare con i piedi per terra, dopo la finale di Coppa Italia lo abbiamo fatto, oggi però eravamo troppo sicuri contro un’ottima Juve che però pure non al 100% potevamo fermare”, sottolinea Petković, “Dobbiamo fare un esame di coscienza, io per primo, riconoscendo gli errori e discutendone. Da oggi ricominciamo da zero, dobbiamo reagire e rimetterci in carreggiata e tirare fuori il carattere. A volte scoppole del genere fanno bene, però con l’Udinese [Calcio] saremo pronti. A fine agosto vedremo un'altra Lazio".