L'Italia di Cabrini chiede strada alla Germania
sabato 20 luglio 2013
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“Sono sfide che suscitano sempre grande interesse”, dice il Ct sulla rivalità con le tedesche, come nel 2009 avversarie dell'Italia nei quarti. “Cercheremo di imporre il nostro gioco, un successo aprirebbe scenari importanti”.
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Uomini o donne poco importa, Italia-Germania è sempre Italia-Germania…Tra le Azzurre e una prestigiosa semifinale di UEFA Women’s EURO ci sono ancora le [pluri]campionesse in carica, come quattro anni fa. La sconfitta contro la Norvegia, che ha interrotto per le tedesche un’imbattibilità che tra qualificazioni e fasi finali durava da 17 anni, per Antonio Cabrini non conta: domenica a Växjö le Azzurre dovranno cercare di imporre il “proprio gioco” per conquistare una vittoria che potrebbe aprire “scenari importanti” per il movimento calcistico femminile.
La nazionale in rosa la guida da un anno, ma quando si parla di Cabrini e di Germania i primi pensieri non possono non correre alla finale della Coppa del Mondo FIFA 1982. “Ma sono passati 31 anni”, sottolinea il Ct alludendo, nella conferenza stampa pre-gara, alla sfida del Santiago Bernabéu, “Era un altro calcio e soprattutto era calcio maschile, nessuna relazione con la gara di domenica. Ma è chiaro che le sfide tra Germania e Italia sono sempre state molto sentite da una parte e dall’altra, hanno sempre suscitato grande interesse…”.
Non sfugge alla regola la gara della Växjö Arena, in cui secondo Cabrini le giocatrici dell’Italia devono essere spinte dalla motivazione che “per loro si potrebbero aprire scenari importanti” e che un eventuale successo potrebbe “far crescere tutto il movimento calcistico italiano”. La stessa motivazione che spinse lui ad accettare la proposta di guidare le Azzurre.
“Quando Cesare Prandelli è diventato CT della nazionale maschile ero responsabile degli osservatori”, ricorda l’ex difensore campione del mondo, “Un anno fa la Federcalcio mi ha chiesto se volevo tuffarmi in un mondo che per me era noto in parte e ho accettato volentieri, sapevo come si poteva lavorare e quanto di buono c’era nel calcio femminile italiano: sicuramente in un anno sono contento dei risultati che hanno ottenuto le ragazze e di come si sono impegnate per far crescere il loro calcio”.
Per fronteggiare la Germania di Silvia Neid, Cabrini avrà altre due frecce nel suo arco: Elisa Camporese e Laura Neboli sembrano “abili e arruolate” dopo aver recuperato dai rispettivi infortuni. “La squadra sta bene”, spiega il tecnico, “sia Camporese sia Neboli sono rientrate in gruppo: siamo praticamente al completo”.
L’undici di partenza, poi, sarà decisamente molto più simile a quello proposto contro Finlandia e Danimarca che non a quello sceso in campo contro la Svezia. “Sicuramente la formazione sarà diversa da quella dell’ultima partita”, annuncia, “i cambi li ho fatti per dare respiro alle ragazze che altrimenti avrebbero disputato tre partite in una settimana e per dare possibilità alle altre giocatrici di far vedere le loro qualità in un Europeo”.
Célia Okoyino da Mbabi, Lena Lotzen e Dzsenifer Marozsán: le stelle non mancano alle tedesche, delle quali Cabrini teme però soprattutto il collettivo. “Non c’è un elemento particolare, ma è chiaro che visti i risultati nelle ultime edizioni è una squadra di grande tradizione che merita molto rispetto”, avverte, “Noi però l’affronteremo cercando di fare il nostro gioco”.
Le difficoltà delle campionesse in carica al tecnico interessano fino a un certo punto. “Sono abituato a risolvere i miei di problemi, senza mai guardare quelli del vicino”, puntualizza, “Non dobbiamo assolutamente basarci sull’avversario, sarebbe una sconfitta prima di iniziare: abbiamo un’identità precisa e la squadra giocherà come sa che deve giocare. Poi se la Germania sarà più brava le faremo i complimenti, ma noi non le faremo regali”.
E che l’Italia è "tecnicamente una squadra molto forte" lo sa bene la stessa Neid. "Le piace far girare il pallone, è molto efficace nei contrastanti e difficile da affrontare”, sottolinea il Ct della Germania, “Le basta mezza occasione per segnare e sarà un’autentica sfida, ma siamo soddisfatte di essere qui per i quarti di finale e aver raggiunto il nostro primo obiettivo”.
“La gente deve smettere di parlare di [giocatrici] giovani ed esperte. Questa è la nostra squadra, con giocatrici che sono qui da più e da meno tempo, ma nel complesso ha un buon mix”, prosegue, “Contro la Norvegia ho avuto la sensazione che volessimo entrare in porta con il pallone, ma non è sempre necessario, dovevamo anche tirare. Abbiamo fatto sicuramente bene, creato sette o otto occasioni davvero buone, ma ci serve lo stesso contro l’Italia; e non subire gol sarebbe perfetto”.