I primi giorni del maestro 'Fergie'
mercoledì 8 maggio 2013
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Nessuno dei presenti al Manor Ground di Oxford poteva immaginare come Alex Ferguson avrebbe trasformato il Manchester United. Ne parliamo con cinque giocatori sconfitti dall’Oxford United quell’8 novembre del 1986.
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Nessuno dei presenti al Manor Ground di Oxford quell’8 novembre del 1986 poteva immaginare come Alex Ferguson avrebbe trasformato il suo nuovo club, il Manchester United FC. I gol di John Aldridge e Neil Slatter per l’Oxford United FC resero quanto mai amaro il debutto di quel tecnico scozzese arrivato dall’Aberdeen FC per sostituire Ron Atkinson. Cinque giocatori di quello United ricordano i primi giorni di Sir Alex all’Old Trafford.
Arthur Albiston
Era un campo molto piccolo e la pressione per la prima partita era tutta su di lui. Oxford United contro Manchester United era come Davide contro Golia. I fotografi continuavano a scattare foto di lui in panchina e credo che tutti volessero una nostra sconfitta per la loro storia – e ovviamente è arrivata. Stavamo passando un brutto periodo e Ron Atkinson era stato esonerato da poco. Ferguson fu stato sfortunato quel giorno perché c’erano diversi infortunati come Bryan Robson, Gordon Strachan, John Sivebæk e Norman Whiteside. Quando è arrivato eravamo quart’ultimi, alla fine siamo arrivati undicesimi. Ha avuto bisogno di tempo per cambiare tutto.
Frank Stapleton
E’ arrivato il venerdì e ha subito parlato alla squadra al campo di allenamento. Non ha cercato di dirci cosa fare – era più un discorso sul tipo: 'Guardate, andiamo avanti e cerchiamo di prendere questi tre punti'. Non ha nemmeno scelto la formazione, l’ha fatta il tecnico della squadre riserve. I manager sanno che non si possono stravolgere le abitudini di un giocatore in un attimo – devi farlo gradualmente e lui ha fatto così. Gli allenamenti non erano molto diversi anche se cercava di spiegarci il suo modo di giocare: costruire l’azione dalle retrovie, far girare il pallone dietro, mantenere il possesso, uno stile molto europeo. Si è imposto lentamente invece che cercare di riparare tutto subito ed ecco perché ha avuto successo. Credo che all’inizio era un po’ sorpreso dalla grandezza del lavoro da svolgere. Non credo avesse capito subito quanto fosse grande quel lavoro.
Clayton Blackmore
Sapevamo qualcosa perché Gordon Strachan aveva già giocato per lui e ci aveva anticipato qualcosa sui suoi metodi ai tempi dell’Aberdeen. Aveva fatto molto bene in Scozia interrompendo l’egemonia di Rangers e Celtic. Non sapevamo se fosse stato merito suo o della squadra, ma alla fine era lui a scegliere la formazione. Strachan ci aveva detto che era molto rigido sulla disciplina e ad essere onesti eravamo un po’ preoccupati del suo arrivo. Aveva una reputazione e l’ha confermata. Ha subito stabilito delle regole. Era molto duro, ma giusto: questa è la cosa che mi ha subito colpito. Se giocavi bene, restavi in squadra.
Peter Davenport
All’inizio era un po’ nervoso. Aveva spezzato il duopolio Rangers-Celtic in Scozia e credo pensasse di poter fare altrettanto con quello Everton-Liverpool in Inghilterra. Erano le nostre rivali principali, ma credo che all’inizio era un po’ sorpreso dal numero di squadre che erano in grado di batterci. Ha avuto bisogno di un po’ di tempo, ma le sue idée erano chiare sin dall’inizio e si capiva cosa volesse fare. Non c’era molta fiducia in quella squadra: avevamo giocatori di classe mondiale e potevamo battere chiunque, ma i risultati non arrivavano. Lui voleva lasciare la sua impronta e la sua fame di successo era ben visibile. I suoi metodi di lavoro assomigliavano un po’ a quelli di Brian Clough. Molte partite cinque contro cinque, molti esercizi brevi ma intensi, partite su ritmi elevati. A livello tattico ci poteva dire qualcosa sul modo di giocare dei nostri avversari, ma si concentrava più su di noi.
Jesper Olsen
Sono arrivato allo United nel 1984 quando Gordon Strachan fu preso dall’Aberdeen. Quando fu scelto Sir Alex come manager, Gordon scherzo: 'Ho lasciato l’Aberdeen per liberarmi di lui e adesso me lo ritrovo qui'. Sir Alex mi ha subito impressionato. Aveva un piano ben chiaro per riportare lo United ai vertici in Inghilterra e in Europa. Una personalità fantastica, un grande uomo, molto onesto. Per Sir Alex tutti erano importanti – la signora del the, quelle delle lavatrici, la gente alla reception, e così via. Trattava tutti con grande rispetto e aveva un grande senso della leadership. Aveva le sue idée e si suoi principi ma potevi parlare con lui in ogni momento. Sapeva ascoltare, ma alla fine era sempre lui ad assumersi le responsabilità di ogni decisione.
La formazione dello United contro l’Oxford United: Chris Turner, Mike Duxbury, Arthur Albiston, Kevin Moran, Paul McGrath, Graeme Hogg, Clayton Blackmore, Remi Moses, Frank Stapleton, Peter Davenport, Peter Barnes. Substitute: Jesper Olsen.