Calcio di base per tutti
giovedì 11 aprile 2013
Intro articolo
La promozione del calcio di base è stato uno dei principali temi di discussione al 10° workshop UEFA sul calcio di base, al quale è intervenuto anche Gianni Rivera.
Contenuti top media
Corpo articolo
Stiamo adempiendo ai nostri obblighi verso i genitori e la società? Stiamo lavorando per formare buoni cittadini, che in alcuni casi possono diventare buoni calciatori? O siamo impazienti e ci concentriamo solo sui futuri campioni a spese dei "numeri due"? Queste sono alcune domande poste dall'ambasciatore UEFA Per Ravn Omdal all'apertura del 10° workshop UEFA sul calcio di base a Oslo.
Secondo Omdal, i "numeri due" sono la grande famiglia del calcio di base. "Ogni tanto - suggerisce - dovremmo riguardare la piramide del calcio e capire che la maggior parte delle persone gioca per divertirsi nel tempo libero. Stiamo forse ignorando le esigenze del 90% dei giocatori?".
Il ritorno ai valori chiave è stato ribadito da Gianni Rivera, presente a Oslo in qualità di membro del Panel calcio di base UEFA. L'ex azzurro ha consegnato i Grassroots Award 2013 nella prima delle tre giornate dell'evento. "In Italia - ha dichiarato -, solo un giocatore su 30-35.000 arriva in Serie A. La principale responsabilità della nostra federazione è dare ai ragazzi l'opportunità di giocare a calcio".
L'ex campione si definisce "fortunato a essere cresciuto nel dopoguerra, quando la gente non aveva niente. Ci organizzavamo e imparavamo da soli, e lo spirito di squadra nasceva in un clima di avversità". Dunque, i quesiti principali emersi a Oslo sono: come ricreare questi valori di base? Come possono collaborare le federazioni per coltivare il calcio di base nella società odierna? Yngve Hallén, presidente della Federcalcio norvegese (NFF), ha sottolineato: "Tutti insieme, dobbiamo guardare al futuro e capire come creare stili di vita significativi e dare un contributo alla comunità".
Stig Inge Bjørnebye, ex difensore del Liverpool FC, ricorda che quando ha rilevato l'incarico di direttore del settore giovanile della NFF, si era domandato perché volesse giocare a calcio e trasformarlo nella sua professione. "Ho concluso che si trattava più che altro di divertimento - ha dichiarato -. Quindi, uno degli elementi chiave del calcio di base è stimolare la voglia di fare attività e fare in modo che tutti pensino al prossimo allenamento o alla prossima stagione".
Il programma del workshop ha dimostrato che ci sono vari modi per destare l'interesse. Tra queste, attirare i ragazzi e le ragazze organizzando attività a margine dei principali eventi calcistici. Piet Hubers ha parlato degli eventi che la Federcalcio olandese (KNVB) affiancherà alla finale di UEFA Europa League ad Amsterdam, mentre Orit Raz, direttore calcio di base della Federcalcio israeliana (IFA), ha passato in rassegna le campagne collegate al Campionato Europeo Under 21 UEFA, che inizierà a giugno.
Peter Landström ha descritto l'ampia gamma di eventi per bambini, campi estivi, visite ai club e festival del calcio che la Federcalcio svedese (SvFF) affianca a UEFA Women's EURO 2013. Alf Hansen ha rivelato che, in occasione della finale di Coppa di Norvegia, ogni anno vengono organizzati seminari per allenatori e dirigenti che lavorano nel calcio di base.
"È importante utilizzare questi eventi per riunire la famiglia del calcio - ha commentato il direttore tecnico UEFA Ioan Lupescu -. Qui a Oslo ci sono tutte e 53 le federazioni, che vogliono lavorare insieme su nuove idee per far crescere il calcio di base". Come ha sottolineato Per Ravn Omdal: "Abbiamo il miglior prodotto del mondo: ora dobbiamo solo rifinire le nostre strategie e adattarle alle esigenze future".