Calcio femminile in Estonia
martedì 30 aprile 2013
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La scorsa settimana, la Federcalcio estone (EJL) ha tenuto la prima conferenza sul calcio femminile patrocinata dalla UEFA.
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La scorsa settimana, la Federcalcio estone (EJL) ha tenuto la prima conferenza sul calcio femminile patrocinata dalla UEFA.
Gli esperti locali di calcio femminile si sono riuniti per parlare dei traguardi raggiunti e degli obiettivi per il futuro, mentre Sheila Begbie della Federcalcio scozzese (SFA) ha presentato l'esempio della sua nazione.
Il calcio femminile resta uno sport molto giovane in Estonia, dove le prime squadre composte da sole donne sono nate all'inizio degli anni '90. Dall'anno scorso, però, questo sport può contare su un comitato autonomo interno alla federazione, mentre 15 squadre partecipano alle prime due divisioni del campionato nazionale. Poiché nel 2012 sono nati anche campionati giovanili e di futsal, il futuro del calcio femminile appare più che mai brillante.
"Abbiamo perso 12-0 contro l'Islanda e la Francia, le mie prime partite da Ct della nazionale femminile, ma poi abbiamo iniziato a vincere contro squadre forti - ha commentato Keith Boanas, che ha lasciato l'Inghilterra per l'Estonia nel 2009 -. Non dobbiamo scendere in campo pensando di perdere. All'inizio la mentalità era così, ma devo dire che è cambiata molto e i punti positivi superano quelli negativi. Negli ultimi anni arrivano giocatrici sempre più forti".
Anne Rei, segretario generale della EJL e membro del Comitato calcio femminile UEFA, invita i colleghi a continuare su questo percorso. "La crescita del calcio femminile è uno dei nostri principali obiettivi per i prossimi anni. L'atteggiamento verso questo sport cambia positivamente e rapidamente nella società e nei club, che hanno iniziato a trattare il calcio femminile come elemento naturale delle loro infrastrutture".
Sheila Begbie, direttrice calcio femminile della Federcalcio scozzese, ha tenuto uno dei discorsi più ispiratori della conferenza. "Abbiamo apportato grandi cambiamenti al calcio femminile in Scozia. Prima, per esempio, le squadre si allenavano solo due volte alla settimana, ora cinque. Possiamo fare tanto, ma non spetta solo ad Anne [Rei] e Keith [Boanas]: la differenza più grande la fate voi, che oggi siete qui. Non dovete essere in competizione, ma lavorare insieme e in stretta collaborazione con la UEFA".
"Non conta solo il calcio. Le ragazze vanno a giocare perché vogliono stare tra amiche e divertirsi - ha commentato Begbie -. Dovete far crescere le squadre, la gente che le compone, gli allenatori e dare a tutte le ragazze la possibilità di giocare".
Ioan Lupescu, responsabile tecnico UEFA, ha espresso la sua fiducia sul calcio femminile in Estonia. "È un privilegio essere qui con voi, pionieri e pioniere del calcio femminile - ha commentato -. La UEFA vuole dare a tutti l'opportunità di giocare a calcio, a prescindere dalle qualità e dal talento. Questo messaggio non è rivolto solo alle federazioni, ma anche alle città. La rappresentanza della vostra federazione nel Comitato calcio femminile UEFA vi darà un nuovo impeto. In Estonia, solo il 10% degli allenatori è di sesso femminile, ma avete grande entusiasmo per crescere. Sono molto fiducioso e secondo me siete sulla strada giusta".
Citando i tornei internazionali maschili e femminili organizzati questa primavera dalla UEFA a livello Under 16, Lupescu ha aggiunto: "I tornei di perfezionamento della UEFA sono ottimi per fare passi in avanti. Riteniamo che questa sia un'età cruciale per imparare e per arrivare al livello elite. Vincere o meno non è importante: l'importante è allenarsi ad alti livelli e scambiare idee tra allenatori e osservatori".
Keith Boanas, che oltre a essere il Ct della nazionale coordina l'intero settore calcio femminile della EJL, ha spiegato ai delegati: "Voglio sottolineare che, senza il sostegno e i finanziamenti della UEFA, oggi non sarei qui. Le strutture dei tornei UEFA sono fondamentali per far crescere il calcio femminile. Ogni ragazza ha un'opportunità di giocare in nazionale e nelle squadre giovanili, quindi ha solo da guadagnare. Gli sforzi della UEFA, i workshop e i tornei sono preziosissimi".
"Abbiamo già la prima allenatrice con la licenza UEFA Pro [Katrin Kaarna], che per noi è un grande traguardo. Entro il 2017 ne vogliamo una seconda. Nello stesso anno avremo tra 1300 e 1700 ragazze impegnate in campionati competitivi e dilettantistici. Inoltre, vorremmo fra 20 e 30 donne arbitro, in modo da coprire tutte le competizioni femminili, e infine qualificarci per i tornei UEFA".