Pato vs Pastore, la sfida degli '89 a San Siro
mercoledì 10 novembre 2010
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Negli Stati Uniti avrebbero appena l'età per bere una birra, in Italia sono tra le stelle più brillanti del campionato. Per Allegri il primo crescerà ancora, per Maradona il secondo è "un maleducato". Il turno infrasettimanale li mette di fronte a San Siro.
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Se nella vita è fortunato chi dimostra meno anni di quelli che ha, nel calcio sembra valere l'equazione opposta; quando Alexandre Pato e Javier Pastore regalano gol spettacolari e giocate di alta scuola è difficile anche pensare che siano nati solo nel recente 1989. I due golden boy del campionato si ritrovano di fronte nel turno infrasettimanale: AC Milan - US Città di Palermo a San Siro, palcoscenico adeguato per due stelle tanto splendenti.
Negli Stati Uniti avrebbero appena raggiunto l'età per bere una birra alla spina, in Italia sono già dei fenomeni del calcio, quelli per cui si dice valga la pena pagare i soldi del biglietto. "Pato ha dei margini di miglioramento che nemmeno lui conosce", ha detto l'allenatore del Milan Massimiliano Allegri a proposito del talento brasiliano che ha già segnato cinque gol in sette partite in campionato. L'ultima nel 3-2 in casa dell'AS Bari domenica, pochi minuti dopo essere entrato in campo.
Arrivato in Italia ancora minorenne, al 'Papero' è bastato dire addio ai brufoli adolescenziali per sembrare già un veterano del calcio, e la sua media gol/minuti in campionato è migliore persino di quella di Samuel Eto'o e Edison Cavani, i due attaccanti che guidano la classifica dei cannonieri con otto reti. Controllare le statistiche per credere.
"E' destinato a vincere il Pallone d'Oro", dice ancora di lui Allegri, mentre il suo ex allenatore Carlo Ancelotti sarebbe più che contento di averlo al Chelsea FC, con o senza premi. Oggetto dei desideri delle big d'Europa anche Pastore, gioiellino scovato con grande fiuto dal Palermo e valutato con molta modestia dal presidente rosanero Maurizio Zamparini "60 milioni di euro, diventerà più forte di Messi".
Scampato il paragone con Diego Maradona, anche quello con Lionel Messi non è dei più semplici da portare sulle spalle. Ma Pastore ha gli occhi grandi e sorridenti, la sicurezza di che è stato tanto amato - e non solo dalla mamma, che ha scelto per lui il numero 27 - e l'incoscienza di un 21enne a cui è sempre andato tutto bene. "E' un maleducato del calcio, tocca la palla come se avesse giocato quattro, cinque Mondiali e ha solo 21 anni", ha detto di lui il 'Pibe de Oro', non uno qualsiasi.
Il suo talento suscita paragoni illustri - in tanti rivedo nelle sue movenze proprio il Kakà rossonero - e da bravo padre di famiglia il suo allenatore Delio Rossi con una parola lo esalta e con l'altra lo tiene con i piedi per terra: "Ruba la scena perchè è un talento", ha detto. "E' un ragazzo che pesa le considerazioni che fanno all'esterno, perché altrimenti c'è il rischio di andar via di testa".
Pastore, però, è ancora uno di quelli che più di tutti dà ascolto a mamma e sorella: "A loro non interessa quanto valga il mio cartellino e quanto guadagno, a loro interessa solo della mia felicità", ha detto il nazionale argentino. "Anche quando sono venuto a Palermo l’anno scorso, mi hanno chiesto se ero felice qui e io lo sono". Se questi sono i risultati, viva la mamma.