Deschamps si gode il trionfo
giovedì 6 maggio 2010
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Tra fiumi di champagne e giocatori in festa, il tecnico dell'Olympique Marsiglia è stato soprannominato "l'uomo dell'impresa" dopo aver interrotto i 18 anni di digiuno in campionato del club.
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Dopo 18 anni di attesa, l'Olympique de Marseille rivince il campionato. Tra fiumi di champagne e giocatori danzanti, il tecnico Didier Deschamps prova a fare il modesto, ma il presidente del club Jean-Claude Dassier non esita ad applaudire "l'uomo del tronfo".
Nel 1992, pochi avrebbero scommesso che ci sarebbero voluti quasi vent'anni prima che l'OM vincesse il nono titolo nazionale. La squadra, che si era classificata al primo posto nelle quattro stagioni precedenti, avrebbe vinto la prima edizione di UEFA Champions League il maggio successivo, ma sarebbe rimasta a secco di titoli fino al 2010. La vittoria nella finale di Coppa di Lega contro l'FC Girondins de Bordeaux a marzo ha messo fine all'attesa e, dopo poco più di cinque settimane, un altro 3-1 (stavolta in casa contro lo Stade Rennais FC) ha assicurato il primo posto in Ligue 1 con due giornate di anticipo.
"È un bene per il calcio francese riavere il Marsiglia in prima linea", spiega l'ex nazionale Youri Djorkaeff, che ora lavora come commentatore in TV. La vera festa, però, si svolge in città: mentre Mathieu Valbuena festeggia "il giorno più bello della mia vita", Niang smette per un attimo di ballare sui tavoli e dichiara: "È una serata incredibile e una grossa ricompensa per la gente di Marsiglia". I tifosi si riversano a migliaia nelle strade del porto e qualche temerario azzarda persino un tuffo nelle acque gelide.
Molti non erano neanche nati quando, il 26 maggio 1993, un certo Deschamps sollevava il trofeo della UEFA Champions League dopo aver capitanato l'OM nella finale vinta 1-0 sull'AC Milan. 'La Dech', il giocatore che vanta più titoli nel calcio francese, ha sostituito Erik Gerets la scorsa estate ed è stato il principale fautore della rinascita della squadra: "Festeggiare da allenatore e da giocatore è diverso, ma resta comunque una grande soddisfazione", commenta il tecnico, 41 anni. A proposito della permanenza del tecnico allo Stade Vélodrome per la prossima stagione, il presidente Dassier non ha mezzi termini: "Non sono del tutto stupido: gli chiederò di restare".