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Il volto umano dell’arbitro

Sezione Arbitri

Il film-documentario Les Arbitres realizzato con l’approvazione della UEFA è stato accolto con un coro unanime di approvazione per essere riuscito a mostrare il lato umano della classe arbitrale.

Il volto umano dell’arbitro
Il volto umano dell’arbitro ©Boris Conte

Non appena è calato il sipario sulla prima mondiale di Les Arbitres, sono iniziati ad arrivare i commenti positivi dei protagonisti sul film incentrato sul mondo arbitrale a UEFA EURO 2008™ e realizzato con l’approvazione della UEFA.

Coro di approvazione
I protagonisti principali della pellicola di 77 minuti hanno assistito lunedì all’esordio del documentario sul grande schermo in occasione del Festival del Film di Locarno. Vivo apprezzamento è stato espresso da tutti nei confronti del regista Yves Hinant per il ritratto molto umano della classe arbitrale. Il direttore di gara elvetico Massimo Busacca è stato il primo arbitro a comparire nel film. Il documentario è riuscito sia a far rivivere le emozioni del torneo che a far comprendere meglio al pubblico le difficoltà degli arbitri.

'Messaggio positivo'
“È un bel film perché fa capire alla gente cosa comporta prendere una decisione in un secondo – ha dichiarato Busacca a uefa.com -. Ma anche cosa significa prendere una decisione errata e mettersela immediatamente alle spalle. Aiuta a comprendere la vita di un arbitro, che a volte non è facile: quando si commette un errore, si è soli. Penso che dal film esca un buon messaggio”.

Prospettiva ampia
Mostrando gli arbitri dentro e fuori del campo – dalle tensioni di una fase finale di un Europeo alla quiete familiare – il regista Hinant e il produttore Jean Libon sono riusciti a studiare il soggetto del film da diverse angolature. Anche l’arbitro spagnolo Manuel Mejuto González ha espresso apprezzamento per il risultato. "Il film mette in primo piano le emozioni attraverso le fasi calde delle partite, ma anche attraverso le conversazioni in campo, nello spogliatoio e in famiglia. Quando un arbitro prende una decisione, corretta o errata che sia, non va a casa e dimentica tutto. Gli arbitri sono come i giocatori: riflettono su come è andata e cercano di migliorarsi. È importante che emerga il nostro lato umano. Siamo professionisti e facciamo del nostro meglio”.

Prova di carattere
Secondo Roberto Rosetti, l’arbitro italiano che ha diretto la finale di EURO, il film attirerà il pubblico proprio perché si concentra sulla fallibilità dell’arbitro. "È un film molto interessante ed emozionante perché mostra il volto umano dell’arbitro. La carriera e la vita di un arbitro comporta dei momenti difficili. È importante come un arbitro gestisce e supera quei momenti. Gli errori arbitrali sono parte integrante del calcio. Bisogna prepararsi al meglio, ma poi si resta uomini e pertanto capaci di decisioni giuste ed errate”.

Ripercussioni sulla famiglia
Per il direttore di gara inglese Howard Webb, anche il ruolo dei personaggi secondari di Les Arbitres è molto importante, in quanto mette in risalto gli effetti che le decisioni di un arbitro possono avere sulla famiglia. "È una rappresentazione molto positiva delle nostre vite. Mi rendo conto che la mia famiglia è coinvolta emotivamente nel mio lavoro e vorrebbe che non ci fossero mai controversie, ma non sempre è possibile. Ho scelto di diventare arbitro e se sono arrivato qui lo devo al sostegno dei miei cari. Spero sempre che qualsiasi cosa accada in campo non si ripercuota sulla famiglia. Ma il film dimostra il contrario”.

Intreccio di emozioni
Tensione, pressione, sollievo. L’intreccio di emozioni che vive l’arbitro sono un ricordo grato per il direttore di gara svedese, oggi in pensione, Peter Fröjdfeldt. "EURO è stata una grande esperienza di cui oggi ho nostalgia. Non sapevamo che immagine sarebbe venuta fuori di noi. Il film è davvero molto bello, fa vedere che non siamo dei robot e che ci impegniamo al massimo. In campo, come al cinema, si ride e a volte ci si arrabbia. Preparatevi a tutto e aspettatevi l’inaspettato”.