San Siro si inchina al grande numero 3
sabato 23 maggio 2009
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Sembra un racconto di fantasia la vita di Maldini - 26 trofei in 25 anni, un 6-0 ai 'cugini' e una Coppa dei Campioni sollevata in Inghilterra 40 anni dopo il padre. Ma è una storia vera che verrà festeggiata domenica.
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Non ama l'idea di una partita di addio in suo onore, ma il capitano dell'AC Milan Paolo Maldini sarà comunque costretto a commuoversi domenica, quando contro la AS Roma giocherà l'ultima partita da calciatore a San Siro, stadio che in 25 anni di carriera gli ha regalato ben 26 titoli. E un 6-0 indimenticabile...
Tale padre, tale figlio
Maldini, oggi 40enne, fa parte della grande stirpe dei capitani rossoneri così come era successo a suo padre Cesare, che ritrovò anche in nazionale come allenatore tra il 1996 e il 1998. Come il padre, per la precisione 40 anni dopo di lui, si trovò ad alzare la Coppa dei Campioni da capitano in terra inglese nel 2003, dopo aver battuto la Juventus ai rigori. Questi ricorsi storici possono vedere protagonisti solo pochi eletti, e Maldini è uno di loro. Se chi ben comincia è a metà dell'opera, si può dire che calcisticamente 'Paolino' sia nato con la camicia, avendo ereditato la fascia dal più grande capitano della storia del Milan, Franco Baresi. La società ha ritirato il numero 6 per dire che Baresi - capace di scendere in Serie B con il Milan e portarlo sul tetto del mondo nel giro di pochi anni - è unico, mentre la curva non si dimentica mai di cantare un coro tutto per lui: 'Un capitano, c'è solo un capitano'.
Tre solo per Te
Sorte simile toccherà a Maldini, il cui numero 3 verrà ritirato dalla società di via Turati come a dire che nessuno dopo di lui potrà ripercorrere i suoi passi con la stessa grazia. E chi arriverà al suo posto al centro della difesa potrà sentirsi sollevato, perchè indossare la maglia di Maldini è una responsabilità che potrebbe schiacciarti se non hai le spalle abbastanza larghe. Ma lui non vuole sentire parlare di partita d'addio: "La festa sarà sobria, come nel mio carattere". ha spiegato, ammettendo che sarà difficile, però, non versare neanche una lacrima. "Sarà dura non emozionarsi. Sono preparato da tempo alla mia uscita dal calcio ma logicamente quando dovrò salutare il pubblico sarà un momento difficile".
Il più grande
"Per me è difficile aggiungere qualcosa di speciale su Maldini perché tutti possono vedere ciò che ha fatto con i loro occhi - ha detto di lui l'ex compagno di squadra Demetrio Albertini parlando con uefa.com - . Personalmente credo sia il più grande calciatore nella storia del calcio italiano. Per quello che ha vinto, per il senso del fair play, è stato un esempio per tutti e sarà davvero un peccato non vederlo più in campo anche se ha lasciato un segno indelebile con la sua professionalità e la sua gioia nel giocare.
Scrivere la storia
Quando passi più della metà della tua vita in un luogo, a fare una determinata cosa e sempre con le stesse persone, cambiare abitudini è un po' come morire e rinascere. Ha deciso che si prenderà una pausa per metabolizzare il cambiamento, ma durerà solo un'estate. Insomma, vada per il riposo, ma è pur sempre un combattente Maldini. Uno che ha vissuto la gloria degli 'Immortali' con Arrigo Sacchi, che è stato parte di una squadra di 'Invincibili' con Fabio Capello, che può dire di esserci stato quando il Milan ha battuto gli arci-rivali dell'FC Internazionale Milano con uno storico 6-0 e che è tornato altre due volte sul tetto d'Europa con un suo ex compagno in panchina, Carlo Ancelotti. Sembra un racconto di fantasia, ma è una storia vera.
Ieri, oggi, domani
Proprio qul 6-0 contro l'Inter è uno dei ricordi più preziosi, perché a guidare il Milan c'era il padre Cesare. Ma non è l'unica soddisfazione avuta contro i cugini: "Nella storia dei derby ne scelgo due, il primo di Champions League, la settimana dei due scontri di andata e ritorno, e il secondo quando vincemmo 6-0", ha raccontato. "La mia famiglia non può scordarlo, è stato l'unico derby giocato con mio padre in panchina". Ora i tifosi aspettano che il figlio Christian, nel settore giovanile del club, cresca come lui magari sotto la supervisione del nonno, che era scettico quando Paolo iniziò a giocare da bambino. Un giorno, però, vide le foto scattate dalla moglie a Maldini Jr in azione e scattò in piedi riconoscendo nel figlio le movenze di un probabile campione. Ebbe ragione. Adesso che qualcuno vada a fare qualche fotografia a Christian, il Milan non sa restare senza un Maldini.