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Sicurezza al primo posto

Stadio

La Commissione Stadi e Sicurezza della UEFA si impegna strenuamente per assicurare le migliori condizioni in cui giocare.

Sicurezza al primo posto
Sicurezza al primo posto ©UEFA.com

La Commissione Stadi e Sicurezza svolge un ruolo primario all’interno della UEFA: soddisfare i bisogni del calcio moderno e assicurare lo svolgimento del gioco nelle migliori condizioni possibili.

‘Soluzioni migliori' 
"In passato la UEFA contava su una struttura meno articolata, con pochi esperti per ogni settore specifico. Tuttavia, con l’ampliamento della UEFA Champions League, occorreva istituire talune commissioni specializzate – ha spiegato il presidente Şenes Erzik -. Oggi esiste un sistema di standard e di valutazione degli stadi. Vengono realizzate visite da parte di ispettori specializzati e si ricercano soluzioni per soddisfare al meglio le necessità”.

Requisiti rigidi
Gli impianti all’avanguardia nei quali si svolgono i tornei UEFA soddisfano i rigidi requisiti imposti dalla commissione composta da 15 membri, la quale è sempre al corrente sugli ultimi sviluppi in materia di stadi e sicurezza e aggiorna costantemente le sue politiche e i suoi standard.

Lezione imparata
L’Europa vanta attualmente molti stadi fra i migliori e i più sicuri del mondo. La spinta principale verso la modernizzazione e l’attenzione ai temi della sicurezza è arrivata, tuttavia, in seguito a una serie di tragedie verificatesi negli anni ’80. "È stata una lezione, a seguito della quale abbiamo iniziato ad applicare nuovi standard – ha aggiunto Erzik, che è anche primo vice presidente UEFA -. La rivoluzione – e l’evoluzione – si è avuta quando abbiamo chiesto, come organo di governo, stadi con posti esclusivamente a sedere. Questo è stato il primo passo avanti”.

Stadi più sicuri
La UEFA ha profuso da allora numerosi sforzi al fine di offrire un ambiente migliore e più sicuro in cui assistere a una partita, partendo da una più efficiente divisione delle opposte tifoserie, nonché incoraggiando i club ad intervenire direttamente per migliorare la sicurezza negli stadi, un tema al quale hanno iniziato a contribuire tutte le parti in causa.

'Stretta collaborazione'
"Lavoriamo a stretto contatto con le autorità locali, ma anche con le federazioni, i club, le forze dell’ordine e gli steward – ha aggiunto Erzik -. L’attuale sistema è molto più articolato che in passato. Teniamo riunioni organizzative ogni volta e in ogni luogo sia necessario, avvicinando molti paesi”.

Elemento chiave
Le forze dell’ordine restano un elemento fondamentale nella creazione di stadi più sicuri, e la UEFA assicura la sua stretta collaborazione attraverso l’impegno con il gruppo di esperti di calcio della UE all’interno del Gruppo “Cooperazione di Polizia”. Tuttavia, oltre a sottolineare il ruolo centrale svolto dalle forze di polizia, Erzik ha messo in risalto la necessità di addestrare al meglio gli addetti alla sicurezza degli stadi per offrire alla polizia una rete di sostegno cruciale.

Sostegno degli steward
"Se ben addestrati e posizionati, gli steward sono le persone più indicate ad aiutare la polizia a garantire lo svolgimento sicuro delle partite. L’auspicio è che in futuro ci sia più lavoro per gli steward e meno per la polizia”.

Serie di iniziative
Estirpare il razzismo dal calcio resta un compito fondamentale del lavoro della commissione, che collabora a stretto contatto con la Rete Paneuropea contro il Razzismo nel Calcio (FARE) per individuare una serie di iniziative per UEFA EURO 2008™. Il messaggio 'Unite Against Racism' apparirà sui cartelloni a bordo-campo negli otto stadi che ospiteranno le gare in Austria e Svizzera. Gli steward e i raccatapalle saranno dotati di pettorine recanti lo slogan, che sarà presente anche sulle fasce dei capitani.

‘Lotta al razzismo'
"Alla UEFA stiamo affrontando il tema con la massima serietà. Spero che un giorno venga estirpato completamente, o almeno eliminato dagli stadi – ha spiegato Erzik -. La parola ‘lotta’ non mi piace, ma riferita a questo contesto, è adeguata. È una parola forte, ma occorre lottare per un mondo migliore. Questo fenomeno non ha diritto di cittadinanza negli stadi e nel nostro sport”.