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La legge che ha sconvolto il calcio

Il direttore generale UEFA Lars-Christer Olsson si esprime sulle conseguenze della Legge Bosman.

Il direttore generale UEFA Lars-Christer Olsson ha detto che la Legge Bosman introdotta dieci anni fa non può essere indicata come la causa di ogni problema attuale del calcio europeo, ma ha eliminato alcuni elementi a tutela delle caratteristiche peculiari di questo sport.

'Uno sconvolgimento per il calcio europeo'
Olsson ha espresso in un editoriale apparso nella rivista ufficiale UEFA uefadirect la sua opinione sulle conseguenze della legge che, stando alle sua parole, “ha sconvolto il calcio europeo”. Nel dicembre 1995 la Corte Europea di Giustizia ha emesso un sentenza riguardo al caso del calciatore belga Jean-Marc Bosman, che ha posto fine non solo al sistema dei trasferimenti in vigore a quel tempo, ma ha anche abolito il limite di giocatori stranieri, nel rispetto della libera circolazione del lavoratori all’interno dell’Unione Europea.

Natura speciale
“La Legge Bosman non è certamente la causa di tutti i mali che affliggono il calcio europeo - ha detto Olsson -, ma ha eliminato degli strumenti a tutela del calcio che i dirigenti in questo ambito avevano elaborato specificatamente al fine non di porre il calcio al di sopra della legislazione UE, ma di tutelare la natura peculiare di questo sport ed evitare forme di sfruttamento.

Moltiplicazione dei trasferimenti
“Da allora, i trasferimenti si sono moltiplicati come funghi e la gran quantità di denaro circolante nel settore calcistico ha accentuato questa tendenza, privando gradualmente i club della propria identità. Alcuni club più abili hanno tratto vantaggio da questo allargamento del mercato per raggiungere traguardi mai toccati in precedenza, ma si tratta di una minoranza”.

Il divario si è allargato
“Parlando in termini generali – ha proseguito Olsson -, il divario tra ricchi e meno ricchi si è accentuato, dando vita ad un fenomeno che non potrebbe essere più dannoso per le competizioni, e che le rende meno interessanti”.

Imparare dal passato
“Chiamare in causa la Legge Bosman si risolverebbe solo in una perdita di tempo – ha aggiunto il direttore generale UEFA -. Quello che conta è imparare dal passato e dalla Legge Bosman e, come conseguenza, mantenere un dialogo serrato con l’Unione Europea per cercare di convincere le autorità di questa istituzione riguardo alla natura speciale del nostro sport e ai problemi che lo affliggono”.

Una posizione unitaria
“Questo dialogo è già avviato sulla buona strada, ma se si vuole che gli argomenti del settore calcistico vengano ascoltati e compresi c’è bisogno di una posizione unitaria, come nel caso della tutela dei settori giovanili – ha concluso Olsson -. Una posizione unitaria rappresenta un punto di forza”.

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