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Amaro epilogo per il Napoli

Membri

Il fallimento della squadra partenopea, vincitrice della Coppa UEFA nel 1989, si è rivelato inevitabile.

di Paolo Menicucci

Proprio come l’assassinio nel romanzo di Gabriel García Márquez “Cronaca di una morte annunciata”, la dichiarazione di fallimento dell’SSC Napoli non ha sorpreso quasi nessuno.

Caduto in disgrazia
Solo una settimana fa la squadra due volte campione d’Italia era stata esclusa dalla Serie B per non aver fornito adeguate garanzie sulla sua situazione finanziaria. Resta da vedere se dalle sue ceneri nascerà una nuova squadra, come già accaduto all’ACF Fiorentina.

Triste epilogo
Un nuovo gruppo di imprenditori potrebbe chiedere l’applicazione del cosiddetto “Lodo Petrucci”, che consente ad un club fallito di ricostituirsi. Ciò significherebbe che il Napoli potrebbe giocare l’imminente campionato in serie C1. Sarebbe comunque un amaro epilogo per una squadra che ha vinto in Italia e in Europa negli anni ’80 e nei primi anni ’90.

Giorni di gloria
Il Napoli ha vinto lo Scudetto nel 1986/87 e nel 1989/90 e la Coppa UEFA 1989/90, quando poteva contare non solo sull’asso argentino Diego Maradona, ma anche su grandi giocatori quali Careca, Bruno Giordano e Salvatore Bagni e sull'apporto dei tifosi, senza dubbio fra i più passionali d’Italia.

Problemi finanziari
Ironicamente, il Napoli è fallito proprio quando in Argentina Maradona sta attraversando un periodo di gravi problemi di salute. Il club partenopeo è tuttavia in difficoltà economiche da diversi anni. Il periodo glorioso in cui Maradona indossava la maglia numero 10 sembra lontanissimo nel tempo.

Duro confronto
Ha trascorso cinque delle ultime sei stagioni in Serie B, conquistando la promozione nel 1999/2000. La stagione successiva è nuovamente retrocesso, per un solo punto, sotto la guida prima di Zdenek Zeman e poi di Emiliano Mondonico. Recentemente la situazione al San Paolo si è ulteriormente deteriorata in seguito ad un duro scontro fra il presidente Salvatore Naldi e il suo predecessore Giorgio Corbelli. Nessuno dei due è riuscito a decidere chi detenesse la maggioranza del pacchetto azionario del club e quindi chi avesse la responsabilità di reperire il denaro necessario per salvare la squadra.

Immenso debito
Secondo il tribunale di Napoli, che ha deciso il destino del club, “Il Napoli ha debiti pari a circa 62-64 milioni di euro, mentre le entrate che il club si aspetta nei prossimi giorni saranno sufficienti a malapena per pagare le bollette telefoniche”. Lo scorso mese 40.000 tifosi partenopei, sperando di evitare la retrocessione, si sono ritrovati allo stadio San Paolo per un evento volto a reperire fondi. Purtroppo non è stato sufficiente.

La speranza di Carraro
“Sono molto addolorato personalmente. Questa non è una bella giornata per il calcio italiano - ha dichiarato il presidente della Federcalcio Franco Carraro -. A prescindere da dove ripartirà il Napoli, quei 40.000 tifosi soffriranno molto. Ma il calcio ti insegna che se oggi piangi, domani puoi sorridere e il giorno dopo ridere. Mi auguro che il Napoli trovi dei manager che possano riportare la squadra ai livelli che merita”.

L’esempio della Fiorentina
L’esempio da seguire è quello della Fiorentina, che tornerà a giocare in Serie A in questa stagione due anni dopo il suo fallimento. I viola hanno avuto la fortuna di trovare un presidente come Diego Della Valle, che ha investito denaro e passione per riportare la Fiorentina nella massima divisione. Almeno sei milioni di tifosi partenopei sparsi in tutto il mondo si augurano che la stessa cosa possa accadere al Napoli.

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