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I ricordi di Masopust

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Josef Masopust, scomparso a 84 anni, è andato a bersaglio in una finale di Coppa del Mondo FIFA ed è stato il primo calciatore ceco a ricevere il premio di Calciatore Europeo dell'Anno.

I ricordi di Masopust
I ricordi di Masopust ©Getty Images

In occasione del Giubileo della UEFA è stato chiesto a tutte le Federcalcio europee di eleggere il proprio miglior giocatore degli ultimi 50 anni. La Repubblica Ceca ha scelto Josef  Masopust, scomparso lunedì a 84 anni.

L'elezione di Pavel Nedved a Giocatore Europeo dell'Anno 2003 ha permesso ai tifosi della Repubblica Ceca di tornare con la memoria a Josef Masopust, l'ultimo calciatore del loro paese ad aver vinto, nel 1962, lo stesso premio.

Confrontare giocatori appartenenti ad epoche diverse è sempre difficile, ma chi ha avuto la fortuna di vedere in azione sia Masopust che Nedved afferma che le analogie tra i due sono numerose. Forza fisica, abilità nell'ultimo passaggio e grande personalità sono caratteristiche comuni ad entrambi.

Masopust, primo Pallone d'Oro cecoslovacco, avrebbe meritato una carriera luminosa come quella di Nedved, ma le pressioni del governo comunista degli anni '60 lo costrinsero a giocare per 16 stagioni con l'FC Dukla Praha, la squadra dell'esercito, prima di lasciarlo partire, ormai 37enne alla volta del Belgio, dove militò nell'R. Crossing Club Molenbeek. Ciononostante Masopust in occasione di alcune amichevoli organizzate da UEFA e FIFA potè giocare accanto agli altri tre maggiori talenti della sua generazione, Alfredo di Stéfano, Raymond Kopa e Francisco Gento.

Masopust, quarto di sei figli, nacque il 9 febbraio 1931. Iniziò a giocare nel Banik Most, ma a 19 anni fu l'FK Teplice ad acquistarlo e a farlo esordire ai massimi livelli. Nel 1952 passò al Dukla Praha, il club più influente del paese, dove vinse otto titoli nazionali giocando come regista.

Il Dukla fece strada anche in Europa e nella stagione 1966/67 raggiunse le semifinali della Coppa dei Campioni. Un risultato non certo sorprendente, dal momento che proprio nel Dukla militano molti dei giocatori appartenenti alla nazionale cecoslovacca giunta seconda nella Coppa del Mondo FIFA del 1962.

Masopust collezionò 63 presenze in nazionale, esordendo nel 1954 contro l'Ungheria. Disputa la Coppa del Mondo del 1958 e i Campionati Europei UEFA del 1960, classificandosi terzo. La sua vera consacrazione avvenne però al Mondiale cileno. "Come tutti i ragazzi, ho sempre sognato di giocare una finale di Coppa del Mondo e di segnare almeno un gol", dichiarò lo stesso Masopust. I suoi sogni si tramutarono in realtà il 17 giugno 1962,  quando un suo gol al 16' portò in vantaggio la Cecoslovacchia nella finale giocata contro il Brasile a Santiago.

Alla fine fu il Brasile ad imporsi per 3-1, ma Masopust venne lo stesso accolto come un eroe al suo ritorno a Praga. Sette mesi più tardi, prima della gara dei quarti di Coppa Campioni contro l'SL Benefica, gli venne consegnato il Pallone d'Oro. "Non ci furono molti convenevoli - ricorda Masopust -. Eusébio mi strinse la mano e mi consegnò il trofeo. Dopo la partita lo riposi nella mia sacca e tornai a casa in tram".

Masopust era un trequartista abilissimo nell'ultimo passaggio, ma non disdegnava il gol. Non era velocissimo, ma la sua abilità nel dribbling gli consentiva di siglare numerosi e pregevoli gol. "Dribblavo a destra e sinistra, controllando il pallone con entrambi i piedi", ricorda il campione. La sua abilità era tale che simili giocate vennero battezzate "slalom alla Masopust".

Nel 1968 Masopust lasciò il Dukla per il Molenbeek e nel ruolo di calciatore-allenatore trascinò i belgi in prima divisione. In seguito tornò al Dukla come allenatore, ma fu sulla panchina dello Zbrojovka Brno che ottenne i migliori risultati, vincendo il campionato cecoslovacco nel 1978. Negli anni '80 guidò la nazionale, prima di intraprendere un'esperienza in Indonesia.

Masopust era nato a Strimice, in Boemia. In seguito il suo paese natale era stato demolito per fare posto a una miniera di carbone. Simile la sorte patita dal Dukla, che nei primi anni '90 è stato ribattezzato FC Príbram e ha abbandonato lo storico stadio Juliska. Nel 1993, infine, la Cecoslovacchia cessava di esistere. "Non rimane più niente del mio passato", commentò Masopust. Tranne quel Pallone d'Oro, posato su una mensola del suo modesto appartamento di Praga.