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1991: E' sempre Germania

Nel 1991 il torneo cambia denominazione ma le tedesche continuano a dominare la scena.

1991: E' sempre Germania
1991: E' sempre Germania ©Bongarts

Il trofeo noto fino a quel momento con il nome di Competizione Europea per il Calcio Femminile, diventa un trofeo ufficiale ed assume il nome di Campionato Europeo Femminile UEFA. La formula resta praticamente invariata rispetto al 1989 e anche l’esito finale non sarà diverso.

Ormai sono iscritti 18 paesi ed è quindi necessario aggiungere un quinto girone di qualificazione. I Gruppi 1 e 2 prevedono tre squadre tra cui soltanto la vincente accederà ai quarti di finale. L’Olanda domina il Gruppo 1 che la vede sorteggiata con Eire e Irlanda del Nord. Le olandesi segnano 17 gol e non ne subiscono neanche uno. La Svezia vince comodamente il Gruppo 2 vincendo le Quattro gare che la vedono contrapposta a Francia e Polonia. Negli altri gironi da quattro squadre si qualificano le prime due.

Dopo essere stata eliminata due anni prima in un girone che comprendeva Norvegia e Finlandia, l’Inghilterra ritrova le stesse aversarie nel Gruppo 3. Le ex campionesse e finaliste nel 1989 della Norvegia vincono il girone segnando 12 reti e non subendone neanche una. L’Inghilterra supera anche essa il turno pareggiando 0-0 nella gara decisiva in Finlandia. Le campionesse in carica della Germania vincono senza problemi il Gruppo 4 e si qualificano assieme all’Ungheria che resiste ad una rimonta finale della Cecoslovacchia. Danimarca e Italia superano il Gruppo 5.

Le due finaliste del 1989 superano i quarti. La Germania sconfigge l’Inghilterra per 6-1 tra andata e ritorno e la Norvegia si sbarazza dell’Ungheria per 2-1 in casa e 2-0 in trasferta. La sfida tra Olanda e Danimarca si decide ai tempi supplementari della sfida di ritorno. E’ la Danimarca a superare il turno grazie all’unica rete segnata nel doppio confronto. Le Azzurre paregiano 1-1 in Svezia e 0-0 in casa superando il turno grazie alla norma delle reti segnate in trasferta.

La Svezia trova consolazione nel fatto di essere scelta come “migliore” nazionale sconfitta nei quarti guadagnandosi quindi l’invito per il quinto posto europeo al primo Mondiale FIFA in Cina. Le svedesi arriveranno poi terze imponendosi sulla Germania.

Questa volta è la Danimarca ad ospitare la fase finale. Le padrone di casa sperano di approfittare del fattore campo come le altre nazionali nelle due edizioni precedenti. Tuttavia, la semifinale storica giocata a Hjorring contro la Norvegia si conclude sullo 0-0 e le padrone di casa vengono sconfitte per 8-7 ai calci di rigore. Il giorno dopo a Frederikshavn, la Germania vince l’unica gara conclusasi entro i 90 minuti regolamentari imponendosi per 3-0 sull’Italia. Si ripete così la finale del 1989.

La Danimarca conquista il terzo posto ai supplementari vincendo per 2-1 contro l’Italia nella gara di Aalborg. In finale Norvegia e Germania sono sull’ 1-1 all’83’ dopo le reti di Birthe Hegstad al 54’ e Heidi Mohr, autrice di un gol anche nel 4-1 della Germania due anni prima e di una doppietta in semifinale, al 64’.

Proprio quando i tempi supplementari sembravano inevitabili, la Mohr colpisce ancora e Silvia Neid chiude la contesa segnando la terza rete della squadra. La Germania si conferma così la nazionale femminile più forte del continente.

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