La scalata di Jan Oblak all'Atlético
martedì 3 maggio 2016
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Considerato il miglior portiere della Liga, Jan Oblak non ha sempre avuto vita facile: UEFA.com ripercorre il cammino del giocatore sloveno fino ai vertici del calcio europeo.
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In 11 partite di UEFA Champions League 2015/16, Jan Oblak ha mantenuto inviolata la porta dell'Atlético Madrid per ben otto volte: se ci riuscirà per la nona contro il Bayern Monaco, la sua squadra sarà in finale. UEFA.com racconta l'ascesa dell'estremo difensore sloveno.
La storia
Figlio del portiere Matjaž Oblak e fratello minore di Teja, nazionale femminile di basket, Jan Oblak ha lasciato il Ločan per l'Olimpija a 10 anni. Ha esordito in prima squadra a 16 anni a luglio 2009, percorrendo tutti i giorni in bicicletta i 25 km da casa sua al campo di allenamento di Mengeš. Convocato in nazionale Under 21 a 17 anni dal Ct Tomaž Kavčič, Oblak (traduzione letterale: nuvola) è entrato ben presto nel radar dei grandi club europei.
Jani Pate, ex allenatore dell'Olimpija
"Ha tutto quello che un portiere moderno deve avere e mi ha sempre sorpreso per la sua maturità. Anche se è arrivato in prima squadra molto giovane, era sempre pronto ad ascoltare e seguire tutte le istruzioni".
Andrej Kračman, allenatore portieri dell'Olimpija
"Dopo la sua partenza per il Portogallo ci sentivamo spesso per telefono. Jan ha passato mesi difficili ed era sempre in panchina. Per fortuna, quando il Benfica lo ha ceduto in prestito, ha avuto la possibilità di mettersi in evidenza in altre squadre; poi è arrivata la chiamata in nazionale. Jan non ha paura e mette la testa dove altri portieri non la metterebbero. Gli piace lavorare e in allenamento non ha mai fatto discussioni".
L'esperienza in Portogallo
Venduto al Benfica per 1,7 milioni di euro a giugno 2010, Oblak è diventato il giocatore più redditizio di tutti i tempi dell'Olimpija ma non è stato subito titolare, collezionando le prime presenze in Portogallo solo in prestito al Beira-Mar (2010/11, due presenze), Olhanense (2010/11, 0), União de Leiria (2011/12, 17) e Rio Ave (2012/13, 31).
Tornato al Benfica nel 2013/14, ha approfittato dell'infortunio del titolare Artur Moraes, subendo appena sei gol in 24 partite (con un parziale di un gol in 12 incontri). Nell'estate 2014 è passato all'Atlético dopo aver vinto il campionato e le due coppe nazionali.
Nuno Espírito Santo, ex allenatore del Rio Ave
"Oblak è un portiere che apprezzo molto per le sue capacità tecniche ma anche per il carattere. Affronta tutte le sfide con calma, a prescindere dagli avversari".
João Tomás, ex compagno nel Rio Ave
"Pur essendo piuttosto alto, è molto agile e ha mani molto sensibili. Lo chiamavamo 'mani morbide' perché fermava la palla con grande facilità. In poche parole è nato per fare il portiere".
Carlos Pires, ex allenatore dei portieri del Beira-Mar
È uno di quei portieri a cui piace lavorare, che si impegna e impara sempre di più. È stato facile lavorare con lui. Oblak legge bene l'azione, è bravo nelle uscite e sa mantenere il sangue freddo.
L'exploit all'Atlético
Acquistato dall'Atlético per 16 milioni di euro (record spagnolo per un portiere), Oblak non ha avuto subito vita facile. Dopo un infortunio nel precampionato, la società pensava di venderlo ancor prima di schierarlo, mentre Diego Simeone gli preferiva Miguel Moyà.
Oblak ha esordito nella gara di UEFA Champions League persa 3-2 contro l'Olympiacos, commettendo una serie di errori, ma ha avuto la possibilità di riscattarsi dopo l'infortunio di Moyà nelle ultime fasi della competizione, consolidando il posto da titolare con un'ottima prestazione ai quarti contro il Real Madrid. Ora, il portiere parla perfettamente spagnolo, ha stabilito un'ottima intesa con Diego Godín e José María Giménez ed è in corsa per il record di miglior 'difesa' in una singola stagione di Liga. In 68 partite totali con l'Atlético, non ha subito gol per ben 41 volte.