Thomas Tuchel parla di Supercoppa, vacanze e della nuova stagione
domenica 8 agosto 2021
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"Non c'è niente di meglio che iniziare la stagione con una finale europea", commenta il tecnico del Chelsea a UEFA.com.
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Ingaggiato dal Chelsea a gennaio 2021, un mese dopo aver lasciato il Paris Saint-Germain, Thomas Tuchel ha avuto alti e bassi da capogiro negli ultimi 18 mesi.
Nel 2020, il tecnico ha portato il Paris alla sua prima finale di UEFA Champions League, perdendo 1-0 contro il Bayern München. Un anno dopo, però, ha vinto con la sua nuova squadra superando il Manchester City per 1-0 a Oporto. Dopo una breve vacanza, il 47enne tedesco torna a caccia di un trofeo, la Supercoppa UEFA: ad attenderlo a Belfast c'è il Villarreal, trionfatore in UEFA Europa League. "Penso solo al futuro", commenta l'allenatore a UEFA.com.
La sfida al Villarreal in Supercoppa
Rispetto molto il Villarreal e Unai Emery. Presto la chiameranno Unai Emery League! Ha giocato cinque finali e ne ha vinte quattro volte, pazzesco.
Con le squadre spagnole devi stare molto attento. Amano queste partite, giocano facendo possesso palla e con coraggio. Penso che loro si prepareranno sapendo che non hanno niente da perdere. Non c'è niente di meglio che iniziare la stagione con una finale europea. La prenderemo molto sul serio e faremo del nostro meglio per portare a casa la coppa.
I numeri del Chelsea in Supercoppa
Il Chelsea ha partecipato alla Supercoppa UEFA quattro volte, alzando il trofeo nel 1998, ma uscendo sconfitto nel 2012, 2013 e 2019.
Le vacanze
Ero a Parigi e ho aiutato – o disturbato – la mia famiglia nel trasloco. Poi siamo andati in vacanza tutti insieme e abbiamo preso un po' di sole, perché è molto raro qui a Londra! Sono stato sempre meglio e non ho più difficoltà a staccare la spina. Le vacanze sono vacanze e servono a ricaricarsi.
La partenza a razzo con il Chelsea
Come ho fatto a iniziare così bene? Non lo so neanch'io! Prima avrei detto che non era l'ideale arrivare a stagione in corso, ma forse è stato meglio così. Alla fine ho trovato un club ben strutturato, un'ottima organizzazione, una squadra ambiziosa e sostegno a tutti i livelli: questo ha semplificato le cose.
La difesa a tre era adatta a tutti i giocatori e ai centrocampisti. Ho deciso subito che volevo almeno due o tre centrocampisti in campo, ovvero N'Golo Kanté, Jorginho e Mateo Kovačić. L'approccio giusto è questo: fare ciò che è bene per la squadra e che si adatta alle caratteristiche dei giocatori. Ho sempre avuto la sensazione che fosse una buona scelta.
Su N'Golo Kanté
Ho lottato per anni per averlo in squadra, poi ho fatto il contrario: sono andato io nella sua squadra. Avere N'Golo è un sogno per un allenatore, perché rende le cose facili a tutti. È un ragazzo simpatico, una persona umile e vuole essere ovunque in campo, per dare una mano e riconquistare la palla. Sono contento che un giocatore di questo tipo sia esploso così, con queste prestazioni, perché è importante per il calcio che giocatori così utili stiano sotto i riflettori.
La vittoria in finale contro il City
Forse siamo arrivati in finale con un leggero vantaggio psicologico, avendo già vinto due volte contro di loro in poco tempo. Una volta che la macchina si mette in moto, devi soffrire per tanti minuti, rimanere uniti e attivi. Quella sera avevamo bisogno di una grande prestazione.
I festeggiamenti con la mia famiglia? Sono stati bellissimi, perché avevo la sensazione che per loro fosse ancora più importante. Allo stadio c'erano i miei genitori, mio cugino e amici molto stretti. La mia famiglia ha fatto molti sacrifici e mi ha portato da un campo all'altro fin da quando avevo sei anni. È stato un regalo, una notte che mi ha permesso di restituire loro qualcosa e stare un po' insieme.
Gli insegnamenti della sconfitta con il Paris
Perdere rende umili. Provi un dolore che non è bello provare a questi livelli, ma ne fa parte e ti rende più forte. L'obiettivo è imparare dalla sconfitta, quindi è stato un regalo poter arrivare di nuovo in finale di Champions League. È stata un'esperienza fantastica.
È bellissimo che le persone che incontri fuori, la mia famiglia e i miei amici continuino a parlare della finale, ma ora dobbiamo dimenticarla. Alla squadra chiedo solo di ripartire, guardare avanti, non perdere neanche l'1% della determinazione e avere fame. Il passato è passato e ora penso solo al futuro.