Busacca pronto per la grande prova
venerdì 27 agosto 2010
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L'arbitro svizzero si è detto orgoglioso di dirigere la sfida di Supercoppa UEFA tra Inter e Atlético Madrid a Montecarlo e ha spiegato le difficoltà e le pressioni che si devono fronteggiare nel calcio moderno.
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L'arbitro Massimo Busacca si dichiara orgoglioso prima di dirigere la sfida di Supercoppa UEFA tra FC Internazionale Milano e Club Atlético de Madrid allo Stade Louis II di Montecarlo. Lo svizzero, 41 anni, ha diretto 56 incontri delle competizioni UEFA, tra i quali la finale di UEFA Champions League 2008/09 e la finale di Coppa UEFA 2006/07, ed è ovviamente molto carico per la grande prova.
UEFA.com: come si sente in vista dell'incontro?
Massimo Busacca: benissmo. Sono contento di aver già arbitrato una finale di Coppa UEFA e una di UEFA Champions League, e ora mi preparo per la Supercoppa. Sono molto orgoglioso di essere stato designato per l'incontro e farò del mio meglio per ripagare la fiducia che mi hanno accordato. Dirigere le tre principali finali delle competizioni UEFA significa molto per me. Negli anni ho cercato sempre di migliorare e di tenere alte le motivazioni. Per noi arbitrare è un hobby, quindi dobbiamo innanzitutto divertirci.
UEFA.com: quali doti occorrono per essere un arbitro al giorno d'oggi?
Busacca: il mondo arbitrale sta cambiando e la preparazione è più importante che mai. Gli arbitri devono allenarsi e tenersi in forma durante la settimana, come i giocatori. Devono sempre essere nella posizione ideale e prendere la decisione corretta in meno di un secondo.
UEFA.com: è diverso arbitrare una partita così prestigiosa o una qualsiasi altra partita?
Busacca: la preparazione fisica per una grande partita è la stessa, ciò che cambia è la preparazione mentale. Quando sai di dover arbitrare una gara molto importante, l'adrenalina e le motivazioni sono molto più alte, come accade ai giocatori. Bisogna essere molto concentrati e dare tutto.
UEFA.com: come collabora con il suo team di assistenti?
Busacca: la preparazione tecnico/tattica è fondamentale e noi sei direttori di gara ci siamo incontrati ieri. Io sono appena alla seconda partita con gli assistenti di porta (la prima è stata due settimane fa a Kiev) e non è facile se non ci sei abituato. Dobbiamo essere molto chiari su come dividerci i compiti durante l'incontro. Ogni membro del team arbitrale deve essere pronto per prendere una decisione quando necessario. In una finale, decidere bene è più importante che in qualsiasi altra partita.
UEFA.com: qual è la chiave per essere un arbitro di successo?
Busacca: è sempre importante capire i giocatori e come vogliono comportarsi. Devo capire se vogliono seguire la mia linea arbitrale, rispettare gli avversari o no. Sono loro a dirmi come condurre la gara e dove mettere i limiti. Da quel momento, l'arbitro diventa una figura di supporto e deve far fare il proprio lavoro ai giocatori. Tutto sommato, l'arbitro dipende molto dai loro comportamenti e atteggiamenti.
UEFA.com: qual è l'aspetto più difficile del suo lavoro?
Busacca: l'arbitro è da solo in campo e, quando prende una decisione, non c'è nessuno che lo difenda. La solitudine è decisamente la parte più difficile.
UEFA.com: in questi giorni c'è molta pressione sugli arbitri. Quanto è importante l'aiuto della famiglia nel suo lavoro?
Busacca: senza mia moglie, la mia carriera sarebbe finita tanto tempo fa. Lei e la mia famiglia mi hanno sempre appoggiato e saranno sempre più importanti del mio lavoro. Sono molto contento che stasera ci sarà anche mia moglie. Non è facile essere un arbitro e la pressione può essere immensa.