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Pagina storica per il Lech

Bartos Bosacki, capitano della formazione polacca, non si pone limiti dopo la storica qualificazione ai sedicesimi di UEFA Europa League. "A Poznan si parlerà a lungo delle nostre gesta", ha dichiarato.

Pagina storica per il Lech
Pagina storica per il Lech ©UEFA.com

Inserito nello stesso girone di Juventus, Manchester City FC e FC Salzburg, il KKS Lech Poznań sembrava destinato a un’uscita di scena prematura nella fase a gironi di UEFA Europa League. Tuttavia, dopo il 3-3 nella gara d’esordio del Gruppo A a Torino, i campioni di Polonia hanno destato un’ottima impressione, chiudendo al secondo posto e qualificandosi per i sedicesimi di finale, dove se la vedranno con l’SC Braga. Il 35enne capitano Bartosz Bosacki, alla terza esperienza con il club della città natale, ci parla dell’impresa.

UEFA.com: Qual è il suo rapporto con il Lech?

Bartosz Bosacki: Sono di Poznan e indosso questa maglia dagli inizi, anche se con delle interruzioni. Ho cambiato diversi club, ho giocato in Germania, ma il Lech mi ha sempre riportato a casa e, adesso, sembra che finirò qui la carriera. E’ un grande onore esserne il capitano, come lo sarebbe per qualunque bambino che andava allo stadio da piccolo. E’ il sogno che si realizza.

UEFA.com: Cosa significa per lei e per il club avere raggiunto i sedicesimi di finale?

Bosacki: E’ il risultato più importante del club a livello continentale. Il Lech non era mai andato così lontano. E’ un risultato che dà lustro a noi calciatori, ma anche al club e alla città. Siamo consapevoli che stiamo compiendo un’impresa di cui si parlerà molto in futuro a Poznan.

UEFA.com: Cosa ne guadagna il club giocando in Europa?

Bosacki: In primo luogo ne guadagna in termini di esperienza. Una partita contro il Manchester City equivale a cinque del campionato polacco. Per non parlare dell’aspetto economico. E poi dà la possibilità di vedere come sono gestiti i migliori club del mondo.

UEFA.com: Quale obiettivo realistico vi siete posti per la fase a eliminazione diretta?

Bosacki: Dopo il sorteggio erano in pochi a credere nella nostra qualificazione. Nello spogliatoio ci ripetiamo che nel calcio tutto è possibile, e lo stiamo dimostrando. Per questo non ci sentiamo appagati e guardiamo con fiducia al futuro.

UEFA.com: Qual è stato il momento più bello del vostro cammino europeo fin qui?

Bosacki: Il terzo gol di Artjoms Rudņevs [contro la Juventus] a Torino. Quella partita l’avremmo potuta facilmente vincere, ma all’improvviso eravamo sotto 3-2. Poi, nelle battute finali, Artjoms ha tirato e segnato da una posizione molto difficile. Nessuno avrebbe scommesso sul fatto che avremmo segnato tre gol in casa della Juventus. Neanche Artjoms, e questo dimostra l’imprevedibilità del calcio. Con quel gol ha attirato l’attenzione su di sé ma anche sul Lech Poznań.