Lo spirito della Sampdoria sospinge l'Italia verso la gloria a EURO 2020
venerdì 9 luglio 2021
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Con Cucciolo e Pisolo in posizione di forza, i Sette Nani della Sampdoria hanno scandito il ritmo della festosa avventura dell'Italia a UEFA EURO 2020.
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C'era una volta, in una città costiera italiana che si chiamava Genova, una squadra che seppe sovvertire le gerarchie calcistiche italiane vincendo lo Scudetto. Quella squadra veniva chiamata Sampdoria e poteva contare su una fantastica coppia d'attacco, ma soprattutto, inseguiva il divertimento al di là del successo. Per loro, non c'era sfida che non potesse essere affrontata con il sorriso sulle labbra.
La squadra era così unita che giocatori e staff trascorrevano del tempo insieme anche fuori dal campo. Ogni giovedì sera, si teneva una cena di squadra presso un ristorante locale, Da Edilio. Sette membri della squadra, inoltre, formavano un gruppo all'interno del gruppo, uscendo insieme, divertendosi e facendo scherzi. Si erano ribattezzati I Sette Nani: il futuro Ct dell'Italia Roberto Mancini era Cucciolo e il capo delegazione degli Azzurri a UEFA EURO 2020, Gianluca Vialli, era Pisolo.
"Eravamo tutti innamorati del club", ha ricordato Vialli. "Dormivamo con il pigiama della Sampdoria e andare ad allenarsi a Bogliasco la mattina era sempre una gioia: l'azzurro del mare da una parte, il verde della collina dall'altra. Meraviglioso".
Se si guarda da vincino l'Italia a EURO 2020, si intuisce come Mancini abbia cercato di ricreare lo spirito di quella Sampdoria all'interno del ritiro azzurro, con l'aiuto di Vialli e e i altri ex blucerchiati come Attilio Lombardo, Fausto Salsano, Alberico Evani e Giulio Nuciari. Pur essendo approdata in finale a EURO, l'Italia ha dato l'impressione di non essersi mai presa troppo sul serio. I giocatori sono sempre pronti a cantare, scherzare e sorridere tutti insieme. Persino nei momenti di maggiore tensione, come la lotteria dei rigori nella semifinale contro la Spagna, la squadra non appariva agitata.
"Mancini è un grande allenatore e noi siamo come fratelli", ha spiegato Vialli. Ha saputo creare un'atmosfera fantastica nello spogliatoio. C'è disciplina, ma anche grande compostezza. Ha instillato fiducia nei giocatori".
L'abbraccio tra Mancini e Vialli dopo il gol di Federico Chiesa agli ottavi contro l'Austria rimarrà uno dei momenti indimenticabili del torneo per l'Italia. "È stata una partita molto difficile", Mancini ha raccontato a EURO2020.com. Era la prima sfida a eliminazione diretta e l'Austria ci ha reso la vita difficile, quindi è stato un abbraccio liberatorio. È stato come tornare indietro di 30 anni".
Alla domanda se la sua Italia gli ricordasse la Sampdoria degli anni '90, Mancini ha risposto: "Era la Sampdoria di [Paolo] Mantovani, non la mia. Era una squadra diversa, con valori importanti. Quest'Italia mi ricorda un poì quella squadra, sì. L'atmosfera è certamente ottima e le cose vanno sempre meglio quando l'ambiente di lavoro è sereno".
"Credo che queste siano le basi per ogni gruppo di lavoro", ha aggiunto Mancini. "Siamo stati insieme per parecchi giorni, ma il tempo è passato molto rapidamente. questo perché i ragazzi amano trascorrere il tempo insieme e i risultati si vedono anche in campo".
L'approccio adottato finora non cambierà neppure in vista della finale. "Dovremo affrontare questa sfida con grande concentrazione, ma anche con gioia, perché dopotutto è una partita di calcio", ha ribadito Mancini. "Non si può essere tesi e nervosi prima di una partita di calcio. L'unico modo per vincere una finale è farlo divertendosi".
Dopo lo Scudetto del 1991, la favola della Sampdoria proseguì in Europa la stagione successiva, quando i Blucerchiati si arresero al Barcellona ai supplementari in finale di Coppa dei Campioni proprio a Wembley. Mancini è cresciuto molto da allora. Non è più Cucciolo, ma è diventato il Principe Azzurro che ha svegliato Biancaneve con un bacio. Ed è in cerca del lieto fine, ancora una volta a Wembley.