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Verratti: "Pensiamo in grande"

Il centrocampista azzurro si è messo alle spalle l'infortunio e non pone limiti alla nazionale di Mancini.

Marco Verratti in allenamento
Marco Verratti in allenamento


Aveva temuto di dopo saltare un altro Europeo dopo quello del 2016. L’infortunio di maggio aveva messo in serio pericolo la partecipazione di Marco Verratti a UEFA EURO 2020. Roberto Mancini, però, lo ha aspettato con pazienza. Il centrocampista del Paris Saint Germain è troppo importante per questa nazionale.

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La partita che ha disputato contro il Galles ha dato ragione al Ct azzurro che adesso si ritrova con un’altra arma pesante a disposizione per la fase a eliminazione diretta. Obiettivo? Arrivare fino in fondo. “Bisogna pensare in grande”, ha detto Verratti a EURO2020.com.

Un grande rientro contro il Galles dopo la paura di saltare un altro Europeo.

Sicuramente è stato emozionante. Sono felice di poter tornare a fare quel che amo di più, che è giocare a calcio, poi c'è questa competizione che è veramente importante per noi. Rappresentare l'Italia in questa competizione è una cosa speciale e giocare a Roma è stato molto bello, sia per me personalmente che per tutta la squadra per il percorso che abbiamo fatto.

Mancini non ha mai avuto dubbi nell'aspettarti, quanto gli sei grato?

Con il Mister ci siamo sempre sentiti telefonicamente, mi ha sempre dato fiducia dicendomi di lavorare il più possibile per cercare di rientrare il prima possibile. Per questo devo ringraziarlo perché mi ha aspettato e mi ha permesso di essere qua.

Durante la tua assenza è stato grande Locatelli. Avete tante alternative a centrocampo, questo ha reso tutto più facile.

Certo, penso che questa sia una parte molto importante della squadra, avere tutte queste possibilità sicuramente è un vantaggio per tutti, per il mister, per la sqaudra, per i compagni quindi sono molto felice, siamo una squadra che si diverte a giocare, un mix fra giovani e giocatori un po' più anziani. Siamo una bella squadra, lo stiamo dimostrando sul campo e possiamo dire la nostra.

Manuel Locatelli festeggiato dai compagni dopo il secondo gol alla Svizzera
Manuel Locatelli festeggiato dai compagni dopo il secondo gol alla SvizzeraUEFA via Getty Images

La rivoluzione di Mancini è partita proprio dal centrocampo tecnico, con te e Jorginho insieme. Come ti trovi a giocare con lui?

Jorginho fa sembrare tutto molto semplice, penso che sia indispensabile per questa squadra per il suo modo di giocare penso che non abbiamo molti con quelle caratteristiche ed è intoccabile perché comunque fa girare la squadra ha i tempi di giocata che permettono a tutti di rendere al meglio, è facile da una parte giocare con Jorginho e quindi sono felice che il mister abbia puntato su questo tipo di gioco perché penso che è quello che fa rendere al massimo ogni singolo giocatore.

E poi c'è questa amicizia che parte da lontano, da Pescara, tu, Immobile, Insigne, quanto è bello ritrovarsi insieme anche per il gruppo la vostra amicizia?

Sicuramente è anche molto bello ed emozionante perché comunque se guardiamo dove eravamo dieci anni fa non pensavamo di ritrovarci tutti insieme in nazionale ed essere protagonisti con questa nazionale e quindi sono felice nel momento in cui ci troviamo qui a Coverciano, sono felice quando veniamo a ritrovarci per stare insieme, non abbiamo molte altre possibilità di vederci. Anche fuori dal campo siamo molto amici, sono felice che ci siamo ritrovati tutti e tre qui.

Vi rendete conto che anche a livello internazionale la percezione è cambiata? L'Italia adesso è considerata una squadra che gioca benissimo e anche tra le favorite.

Sì, penso che questo dipenda molto anche dai risultati che abbiamo fatto, però come ho detto sempre bisogna pensare a noi stessi perché sono sicuro che quando le cose andranno male le prime persone a criticarci saranno quelle che oggi ci fanno degli elogi. Bisogna valutare partita dopo partita, bisogna continuare a giocare nel modo in cui sappiamo, tranquilli senza pressioni, solamente giocando a calcio e divertendoci, solo così possiamo dire la nostra, abbiamo scelto questo gioco e bisogna continuare così.

Questo modo di giocare forse è quello che ti piace di più di ciò che ha portato Mancini

Sicuramente, anche nelle tre partite che ho fatto fuori mi sono divertito a vedere la squadra e se mi sono divertito io vuol dire che si sono divertiti gli Italiani. Siamo felici di fare questo gioco perché anche noi in mezzo al campo ci troviamo bene, se gioca uno o gioca l'altro tutti sappiamo cosa dobbiamo fare e questo è sicuramente un vantaggio per una squadra nazionale visto che ci si vede poco e non si ha molto tempo per fare molta tattica e per avere un certo stile. Noi ci siamo riusciti grazie al mister e ai giocatori che ha chiamato perché tutti quanti vediamo allo stesso modo il calcio e questo semplifica le cose facendo sì che sia un processo che ci ha messo molto meno tempo di quello che ci vorrebbe.

Adesso arriva l'Austria, che partita ti aspetti?

Sarà una partita difficilissima sicuramente perché comunque giochiamo un ottavo di finale e come ho sempre detto le partite facili non ci sono, possiamo vederlo anche ieri con Germania - Ungheria, a dieci minuti dalla fine la Germania era fuori. Sono squadre che danno la vita in campo com'è giusto che sia e sarà difficile, penso che dovremo giocare sempre nello stesso modo, giocando con la stessa cattiveria, la stessa voglia, lo stesso coraggio penso che possiamo fare una grande partita.

Adesso passate dalle notti magiche di Roma a Wembley, una partita da dentro o fuori, stadio mitico... quanto cambia al di là dell'impressione, si sente un po' più la pressione?

Sicuramente più vai avanti e più c'è pressione, adesso è dentro o fuori quindi alla fine della partita o continui questo sogno o vai a casa. Abbiamo dei ragazzi giovani che delle volte non si rendono nemmeno conto e questo è un buon segno, ci vuole quel giusto entusiasmo che ci porta a fare delle cose senza pensare molto a dove siamo veramente, bisogna continuare così tranquilli, a giocare il nostro calcio, solo così potremo fare qualcosa di straordinario.

Mancini ha sempre parlato di Wembley, quanto ci credete e quanto sperate di emulare la squadra del 1968?

Ma io penso che se non ti poni certi obiettivi è difficile raggiungerli. L'obiettivo, il sogno, la voglia di vincere ogni partita ci deve essere sempre perché solo così ti aiuta ad avere quel qualcosa in più. A volte in queste partite basta un piccolo dettaglio per cambiare la partita quindi abbiamo fiducia in noi stessi, sappiamo che tutte le partite saranno difficili e che in tutte le partite dovremo dare la vita. Adesso ci sarà questa partita contro l'Austria sabato e dovremo cercare di dare il massimo, cercare di fare tanti gol, cercare di passare il turno, di pensare in grande. Poi vedremo.