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Contatto avvenuto: Kylian Mbappé parla con la base spaziale

"Ho tantissime domande", ha detto un raggiante Kylian Mbappé parlando in diretta con l'astronauta francese in vista di UEFA EURO 2020.

Thomas Pesquet e Kylian Mbappé
Thomas Pesquet e Kylian Mbappé

Per tifare Francia a UEFA EURO 2020 anche dalla Stazione Spaziale Internazionale, l'astronauta Thomas Pesquet si è messo in contatto con Kylian Mbappé, che diventa ufficialmente il primo calciatore a parlare in diretta con un uomo nello spazio.

Pesquet, 43 anni, ha avuto solo 20 minuti per parlare con Mbappé mentre orbitava sopra l'Europa (nel tempo di partita di calcio, ha fatto una volta il giro del mondo). I due hanno parlato delle loro responsabilità di quest'estate e di quanto sia difficile giocare a calcio nello spazio. UEFA.com ha avuto l'onore di partecipare.

Guarda l'incontro su UEFA.tv

Houston: avanti con la domanda

Mbappé “Non posso credere ai miei occhi! Ho tantissime domande, non so da dove cominciare. Prima di tutto, come ci si sente a essere nello spazio?"

Pesquet: “È emozionante. È una missione di sei mesi che ha avuto inizio con il grande lancio, poi è come andare sulle montagne russe, ma 10.000 volte più forte. Una volta che sei nello spazio, sei avvolto dal silenzio, tutto fluttua e diventa più facile. Puoi alzare grandi pesi perché ovviamente non c'è gravità, puoi volare: è come un sogno. Ovviamente è come la carriera di un calciatore: se sogni qualcosa, devi anche lavorarci tanto. Lavoriamo molto per prepararci ad andare nello spazio, siamo proprio come te. Non ci limitiamo ad alzare trofei e apparire in TV".

Mbappé: “Siete in quattro o cinque lassù, giusto?"

Pesquet: “Siamo partiti in quattro e abbiamo raggiunto tre colleghi della ISS. Parliamo inglese tutti i giorni, ma anche russo. È un po' come per te, che sei in un club con giocatori di tante nazionalità e avete bisogno di capirvi".

Mbappé: “Devi conoscere la cultura di tutti e adattarti perché tutti provengono da regioni diverse, paesi diversi e a volte da continenti diversi.”

Pesquet: “Siamo qui già da un mese, ma rimarremo qui per sei mesi in isolamento, solo noi e il nostro equipaggio. È un po' come quando ti prepari per una competizione importante. Ci alleniamo molto a terra. Siamo sottoposti a condizioni estreme per conoscerci meglio, per scoprire cosa pensano tutti, quali sono le loro paure, cosa gli piace, come funzionano".

Mbappé: “Sì, penso che sia importante creare un ambiente che permetta a tutti di crescere. Non sai mai di chi potresti aver bisogno e quando. Ed è anche così che vinci le grandi competizioni".

Affrontare la pressione

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Pesquet: “Siamo valutati da medici e fisioterapisti, che ci monitorano di continuo. Ci sottoponiamo a decine e decine di test per assicurarci che, una volta nello spazio, tutto vada per il meglio. Pensi che sia bello essere controllati così attentamente?"

Mbappé: “È abbastanza bello, ma è anche una pressione. Hai sempre paura e pensi che anche la più piccola cosa possa impedirti di inseguire la tua passione. Hai quell'ansia che ti dice: 'Spero che tutto vada per il meglio e che niente mi metta i bastoni tra le ruote'”.

Pesquet: “Sono d'accordo. La nostra carriera è a rischio, ma lo è anche la nostra vita, in un certo senso. Ho la tendenza a lavorare molto, ma per gli astronauti è la norma. È sempre il 10% di talento, il 50% di lavoro e il 50% di perseveranza, ma immagino che sia lo stesso anche nel calcio".

Mbappé: “Abbiamo tutti quel sogno quando iniziamo a giocare, ovvero diventare un calciatore, un fuoriclasse, ma dopo c'è molto lavoro, molto sacrificio. C'è anche l'elemento fortuna, ovvero devi incontrare le persone giuste al momento giusto e giocare bene al momento giusto. Sono tanti quelli che hanno iniziato a giocare in tenera età e che, purtroppo, non sono diventati calciatori. Non è solo questione di talento o di lavorare sodo; ci vuole perseveranza e anche un po' di fortuna, ma un po' te la crei”.

L'applicazione della scienza

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Pesquet: “Volevo sapere qualcosa sulle statistiche avanzate che si usano adesso. I giocatori sono tracciati dal GPS e tutto viene calcolato: la velocità, la distanza percorsa. Questo mi tocca un po', come scienziato: fino a che punto la tecnologia è diventata importante?"

Mbappé: “È sempre presente. Nel calcio di oggi, niente viene lasciato al caso. Sono professionista da quattro-cinque anni e ho già visto grandi evoluzioni, quindi non riesco a immaginare cosa significhi per quelli che giocano da più tempo. Ma ho anche una domanda: cosa fate nello spazio? Avete fatto qualche scoperta?”

Pesquet: “Facciamo ricerche mediche, sulla fisiologia e sulle cellule staminali. Se passi sei mesi nello spazio, è come se il corpo invecchiasse di dieci anni: perdi muscoli perché non li usi, perdi massa ossea, perché non hai bisogno di sostenere il peso del corpo. Ti atrofizzi un po'. Gli scienziati lo adorano, perché vedono cosa succede con le cellule, il DNA, ecc. e pensano di poter capire la chiave dell'invecchiamento. Questo è solo un argomento, ma ce ne sono molti altri. Produciamo leghe, facciamo tante cose. Ogni giorno faccio quattro o cinque esperimenti diversi".

Mbappé: "Ottimo. Devi capire l'invecchiamento in fretta, perché presto sarò vecchio e devo saperlo, ok?"

Pesquet: "Hai ancora tempo!"

Sul calcio nello spazio

Grandi colpi di testa a EURO

Pesquet: "Ho provato a giocare con i miei colleghi, ma in assenza di gravità non è affatto facile. Bisogna essere a terra. Qui è totalmente inutile perché la palla sale ma non scende mai. È lo stesso per i tiri e tutto il resto, quindi dubito che saresti contento qui".

Mbappé: “Il calcio non è l'unica cosa nella vita! Ma sarebbe un'esperienza pazzesca, sarebbe incredibile!”

Pesquet: “Proviamo a giocare nei fine settimana con i miei colleghi, mettiamo pure le porte, ma non funziona. A parte le rovesciate, che sono l'unica cosa che viene meglio!"

Mbappé: "Quindi, starete lassù per sei mesi?"

Pesquet: "Esattamente. È come se fosse la Coppa del Mondo, ma senza giocare partite per sei o sette anni: poi, all'improvviso, ci sono i mondiali. È la nostra vita. Ci prepariamo fisicamente, mentalmente e psicologicamente, ma alla fine è solo allenamento. Poi rimaniamo nello spazio per sei mesi, dopodiché ci vogliono altri sei mesi per recuperare. Puoi partecipare a due, tre o forse quattro missioni, se sei fortunato. Il resto del tempo si tratta di preparazione. Lavori molto, ma è una sorta di lavoro dietro le quinte".

Mbappé: “Davvero dietro le quinte, ma se c'è la passione non importa. Non ci importa stare nell'ombra se facciamo ciò che ci piace. Già solo dal sorriso si vede che ami ciò che fai".

Houston: signori, restano 30 secondi. Grazie…

Pesquet: “Volevo solo dire che è stato fantastico. Sembra che ci siano alcune cose in comune tra il mio mondo e il tuo. Seguiremo EURO da qui, ho già la palla pronta! I miei colleghi sono appassionati di football americano, ma gli spiegherò le regole. In bocca al lupo per il torneo, anche se ci sarà da lavorare. Lavoro molto per rappresentare la Francia con orgoglio e so che lo farete anche voi, ragazzi".

Mbappé: “È stato davvero un grande piacere, ho imparato molto. È stata un'esperienza indimenticabile. Ciao Thomas!”

Pesquet: "Grazie ragazzi! A presto! Ciao!"

Mbappé: "È pazzesco, vola!"

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