Attaccanti: cinque prove d'autore a EURO
martedì 30 giugno 2020
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UEFA.com ricorda i grandi campioni che hanno cambiato il volto di alcune memorabili partite di EURO.
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Sono passati esattamente 24 anni da quando Oliver Bierhoff ha lasciato il segno a EURO '96 entrando dalla panchina. UEFA.com ricorda i grandi campioni che hanno cambiato il volto di alcune memorabili partite del torneo.
Ecco le nostre scelte.
Cristiano Ronaldo (Ungheria - Portogallo 3-3, 2016)
Il Portogallo non avrebbe mai vinto EURO se Cristiano Ronaldo non avesse trascinato i compagni nell'ultima partita del girone, firmando due volte il pareggio e permettendo alla sua squadra di acciuffare il terzo posto nel Gruppo F. Contro l’Ungheria, la difesa del Portogallo va a picco, ma CR7 segna di tacco e di testa e diventa il primo giocatore ad andare in gol in quattro edizioni di EURO. "È stata una partita folle - commenta il portoghese a fine partita -. Per tre volte eravamo già casa e abbiamo dovuto inseguirli".
Mario Balotelli (Germania - Italia 1-2, 2012)
Prima della semifinale, si parla di Mario Balotelli più per il suo comportamento fuori dal campo e per le occasioni sprecate. Contro la Germania, però, l'attaccante sale in cattedra: apre le marcature di testa e raddoppia con un potente tiro all'incrocio, togliendosi la maglia con rabbia e mostrando un fisico scultoreo. "Il mio gioco è sempre stato aggressivo - racconta a UEFA.com -. Ho sempre voglia di segnare: forse mi è mancata solo un po' di fortuna".
Wayne Rooney (Croazia - Inghilterra 2-4, 2004)
A EURO 2004, il Ct Sven-Göran Eriksson parla così del diciottenne Rooney: "Non ricordo nessuno che abbia avuto un impatto così grande su un torneo dai tempi di Pelé ai mondiali del 1958".
Dopo essere divenuto il più giovane marcatore di sempre a un EURO (record che resiste poco) con la doppietta alla Svizzera, Rooney firma un'altra doppietta, questa volta contro la Croazia, e porta l'Inghilterra alla fase a eliminazione diretta. Lo stesso Pelé dice di lui: "Ha una maturità e una lucidità che vanno ben oltre i suoi anni".
Marco van Basten (Inghilterra - Olanda 1-3, 1988)
Se il gol al volo dell'attaccante contro l'Unione Sovietica è il simbolo del torneo del 1988, la sua prestazione contro l'Inghilterra è molto più travolgente. Il "cigno di Utrecht" sa segnare gol spettacolari, ma i tre contro l'Inghilterra sono sudati: il primo in girata e tiro, il secondo su assist di Ruud Gullit e il terzo su calcio d’angolo dopo la spizzata di un compagno. "È stata la partita che ha cambiato tutto", racconta a UEFA.com: anche grazie a queste vibrazioni positive, l'Olanda vincerà il titolo.
Michel Platini (Francia - Jugoslavia 3-2, 1984)
"Nessuno può ripetere quello che ha fatto Platini", commenta il compagno Luis Fernández a proposito dei nove gol realizzati da "le Roy" nel 1984. Il giocatore che ci è andato più vicino è stato in effetti Antoine Griezmann, autore di sei reti nel 2016. La tripletta di Platini contro la Jugoslavia arriva dopo altri tre gol (nel 5-0 sul Belgio) ma è la "perfetta": gol di sinistro, colpo di testa in tuffo e calcio di punizione di destro.