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Walters e il privilegio di giocare con l’Irlanda

L’attaccante Jon Walters non avverte alcuna pressione in vista dell’incontro contro la Spagna: "Sono un privilegiato, tutti noi giocatori dovremmo sentirci così."

L'irlandese Jon Walters parla a UEFA.com
L'irlandese Jon Walters parla a UEFA.com ©UEFA.com

Jon Walters non si sente assolutamente sotto pressione. Sa bene che domani giocherà di fronte a 46.000 spettatori, contro una delle squadre più forti del mondo, forse di tutta la storia del calcio, e che una sconfitta significherebbe dire addio prematuramente a UEFA EURO 2012.

Ma la vera pressione è un’altra cosa, lui la conosce molto bene. Otto anni fa sua figlia Scarlett nacque con gli intestini fuori dal ventre. Per i primi due anni di vita della piccola, Walters, sua moglie e la bambina sono costantemente entrati e usciti dall’ospedale. Nel frattempo, la carriera di Jon stagnava in quarta divisione inglese, ma l’unica cosa che contava era la salute di sua figlia.

Rimessasi lei, anche la carriera si è improvvisamente impennata: prima la chiamata dell’Ipswich Town FC in Championship, poi quella di Tony Pulis e dello Stoke City FC in Premier League. E ora è qui, pronto a partire titolare nella sfida contro la corazzata spagnola.

"Sono un privilegiato, tutti noi giocatori dovremmo sentirci così," ha dichiarato. "In questo momento, molta gente non ha nemmeno un lavoro. Faccio volontariato in un centro per bambini da noi, quando li vedo non posso che sentirmi fortunato. Ho giocato in diverse serie minori [con il Wrexham FC e il Chester City FC], sarebbe bastato un infortunio e ora non sarei qui. Per questo non mi monto mai la testa, né mi perdo troppo d’animo: io ci provo sempre, qualsiasi cosa accada."

Questa volta sarà dura anche per lui. All’Irlanda servono quattro punti nelle prossime due partite: il problema è che le giocherà contro Spagna e Italia. "Perdere contro la Croazia è stato come ricevere un calcio nei denti. Ma il carattere di un giocatore non lo si vede dopo le vittorie, bensì dopo le sconfitte, e tutti noi ne abbiamo digerite diverse nel corso della nostra carriera." L’attaccante irlandese ha poi concluso: "La Spagna avrà anche i migliori giocatori al mondo, ma in campo affronteremo comunque 11 uomini, e non 11 supereroi. Basti guardare cos’è successo tra FC Barcelona e Chelsea FC: non sempre vince la squadra che gioca il calcio più bello."

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