Nehoda e il trionfo cecoslovacco
martedì 24 aprile 2012
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Zdeněk Nehoda ricorda il successo della Cecoslovacchia nel 1976 quando la sua squadra non aveva "niente da perdere" per poi diventare la quinta a scrivere il nome sul trofeo Henri Delaunay.
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Gli Europei UEFA del 1976 verranno sempre ricordati per il coraggioso rigore di Antonín Panenka che regalò il titolo alla Cecoslovacchia contro i campioni in carica della Germania ovest. Quel famoso 'cucchiaio' non ci sarebbe forse mai stato senza Zdeněk Nehoda. L'attaccante dell'FK Dukla Praha segnò infatti il gol vincente in semifinale contro l'Olanda e non fallì il suo tiro dal dischetto in finale. Qui ricorda il trionfo della sua squadra.
Quali erano le vostre aspettative arrivando al torneo?
Zdeněk Nehoda: Siamo partiti per Belgrado con l'idea che non avevamo nulla da perdere affrontando Olanda, Germania e Jugoslavia. Tutte squadre più forti di noi e perciò favorite. Abbiamo lasciato le nostre case sapendo che avevamo solo da guadagnare, ma avevamo speranze. Avevamo formato un'ottima squadra guidata da tecnici esperti. I giocatori erano in ottima forma come dimostra il successo per 3-1 subito in semifinale.
Passando alla finale. Cosa ricorda di quella serata a Belgrado?
Nehoda: La finale è stata particolare. Eravamo sopra 2-0 e poi ci siamo fatti raggiungere da un gol fortunoso allo scadere di Bernd Hölzenbein. I supplementari si sono trasformati in un gioco di attesa e poi ai rigori sapevamo di poter diventare campioni d'Europa. Non avevamo nulla da perdere. Eravamo già esausti quando Uli Hoeness ha calciato alto; poi Panenka ha completato il lavoro con quello stupendo rigore.
Quali sono le somiglianze con la squadra che ha raggiunto la finale a EURO '96?
Nehoda: Non è possibile paragonare squadre di ere diverse. Nel 1996 la squadra ha saputo arrivare dove nessuno si aspettava. Dopo una fase a gironi mediocre, ha iniziato a giocare bene con grandi prestazioni individuali. Siamo arrivati in finale e abbiamo perso solo per sfortuna contro la Germania.