Inghilterra tra alti e bassi
mercoledì 7 settembre 2011
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Gary Cahill parla di un “risultato giusto” contro un solido Galles, mentre Rooney elogia i giovani e Lampard rinnova la sua fedeltà alla maglia inglese.
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Il difensore dell'Inghilterra Gary Cahill ha spiegato i motivi per cui la capolista del Gruppo G ha faticato a domare il Galles a Wembley nelle qualificazioni di UEFA EURO 2012.
La vittoria di misura (1-0), che permetterà all'Inghilterra di qualificarsi per il torneo della prossima estate pareggiando il prossimo 7 ottobre fuori casa contro il Montenegro nell'ultima partita di qualificazione, ha lo stesso sapore delle vittorie sofferte contro Svizzera e Montenegro.
Il difensore centrale del Bolton Wanderers FC, Cahill, che si è confermato un'affidabile alternativa a Rio Ferdinand, ha spiegato le difficoltà per piegare il Galles. "Molte squadre vengono a Wembley con l'obiettivo di non farci giocare. In fase di possesso palla, abbiamo dovuto fare i conti con un centrocampo rinfoltito anche dagli attaccanti. In queste circostanze è difficile trovare gli spazi, ma la cosa più importante era il risultato. Il Galles ci ha creato qualche problema, ma alla fine credo che il risultato sia giusto”.
Wayne Rooney si è soffermato sulle potenzialità della squadra in chiave futura alla luce dei tanti talenti giovani, mentre Frank Lampard, lasciato fuori dall'undici titolare nel 3-0 di venerdì contro la Bulgaria, ha espresso il desiderio di voler continuare a essere importante per l'Inghilterra.
"Tutti i giovani che hanno giocato hanno fatto bene – ha dichiarato Rooney, il cui compagno di club Chris Smalling ha dimostrato potenza e doti atletiche sulla corsia destra, mentre un altro giocatore del Manchester United FC, Ashley Young, ha realizzato il gol-partita -. Le prospettive sono buone”.
Lampard ha scherzato sul fatto che adesso dovrà continuamente dare conto della sua età. Il centrocampista avrà 34 anni durante il torneo in Polonia e Ucraina, ma vuole continuare a dare il suo contributo. "Sono molto orgoglioso di essere un componente della nazionale inglese. Mi è già capitato di finire in panchina e di riconquistare il posto, ed è quello che continuerò a fare. Le cose possono cambiare soltanto se il tecnico non mi convocasse o se dovessi decidere per il bene della mia carriera che è meglio lasciare da parte la nazionale, ma è un'idea che per il momento neanche mi sfiora”.