Petit tra ricordi e speranze
lunedì 29 agosto 2011
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L'ex centrocampista della nazionale francese è sicuro che i transalpini abbiano un futuro brillante con Laurent Blanc in panchina. Intanto ricorda i successi della sua generazione svelando retroscena come la sua malattia durante gli Europei.
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L'ex centrocampista della nazionale francese Emmanuel Petit è sicuro che i transalpini abbiano un futuro brillante con Laurent Blanc in panchina.
Blanc ha guidato la Francia in testa al Gruppo D di qualificazione a UEFA EURO 2012 e attende la sfida di venerdì contro l'Albania. Per Les Bleus si tratta di risultati incoraggianti dopo le deludenti partecipazioni a UEFA EURO 2008 e alla Coppa del Mondo FIFA 2010, in netto contrasto con i successi di Petit e compagni a livello internazionale. L'ex AS Monaco FC, Arsenal FC ed FC Barcelona, però, vede la luce in fondo al tunnel.
"Perché è stato scelto Laurent? Perché rappresenta i campioni del mondo - commenta Petit. Sono passati tanti anni, ma non c'è giorno in cui non mi vengano ricordate le vittorie ai mondiali e agli europei. Resteranno per sempre nel cuore della gente. Blanc è stato scelto per questo, ma anche perché è un allenatore giovane".
"Laurent rappresenta le speranze di tanti appassionati di calcio - prosegue -. Sono contento che ci sia lui alla guida. Penso che sia l'uomo perfetto per la situazione, perché è intelligente e ha i valori giusti, quindi dobbiamo dargli tempo. Sarebbe prematuro voler vincere gli Europei dell'anno prossimo, ma possono esserci sorprese: da quando è arrivato Blanc abbiamo visto che, contro squadre come Inghilterra Brasile, la Francia c'è sempre".
Gli elogi di Petit a Blanc sono pressoché scontati, considerando gli anni gloriosi che hanno trascorso come compagni di squadra. Entrambi hanno vinto la Coppa del Mondo in Francia nel 1998 (anche se Blanc ha saltato la finale per squalifica) e il Campionato Europeo UEFA di due anni dopo.
"L'Italia ha segnato il primo gol e, più ci avvicinavamo alla fine, più pensavamo che fosse finita - ricorda Petit a proposito della finale del 2000 -. Nella mia testa pensavo 'OK, perdere in finale non è una disgrazia, abbiamo vinto i mondiali due anni fa'. Ma i tre giocatori che sono entrati durante la partita [Sylvain Wiltord e David Trezeguet, autori dei gol, e Robert Pirès] l'hanno letteralmente ribaltata. È la bellezza dello sport, che dà sempre grandi emozioni. Non è come nei film: nel calcio è sempre buona la prima ed è meraviglioso!".