Il successo della Spagna nasce dai giovani
giovedì 23 settembre 2010
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Il direttore sportivo della federcalcio iberica Fernando Hierro e il direttore tecnico Ginés Meléndez sono intervenuti alla Conferenza per i selezionatori delle nazionali europee UEFA per spiegare il segreto dei recenti trionfi della Spagna.
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L'ultima giornata della Conferenza per i selezionatori delle nazionali europee UEFA che si è svolta a Madrid è stata dedicata ai recenti successi della federcalcio spagnola (RFEF). Il direttore sportivo Fernando Hierro e il direttore tecnico Ginés Meléndez hanno spiegato la filosofia e i principi alla base dei trionfi della Spagna a UEFA EURO 2008 e al Mondiale FIFA 2010.
Hierro ha spiegato che dietro i successi degli ultimi due anni della nazionale maggiore vi è l'impegno della RFEF a favore del calcio di base e dei programmi per i settori giovanili. Il premio per tale sforzo è stato il successo dello scorso luglio a Johannesburg contro l'Olanda.
"Quando si lavora bene a livello giovanile, poi si raccolgono i frutti – ha dichiarato Hierro -. La conquista del titolo mondiale è il riconoscimento per il lavoro di tutte quelle persone che hanno lavorato con i giovani in questi anni”.
"Il calcio spagnolo punta a forgiare fin da giovani giocatori che abbiano personalità, visione e stile di gioco tipicamente spagnolo. Certo, è facile parlare all'indomani della conquista di un titolo continentale e mondiale, ma la nostra filosofia è davvero quella di costruire i successi partendo dal settore giovanile”.
La Spagna ha vinto quattro volte il Campionato Europeo Under 19 UEFA e due volte quello Under 17. Hierro ha indicato nel ruolo delle strutture regionali messe in piedi dalla RFEF e nelle ottime relazioni che mantiene con i club le ragioni principali del successo con i giovani talenti.
Meléndez ha ricoperto un ruolo fondamentale in questo processo. Ai conferenzieri ha spiegato che la RFEF oltre che di giocatori di talento è alla ricerca di giocatori con le giuste doti caratteriali. "Vogliamo giocatori equilibrati, emotivamente e psicologicamente stabili. Euforia o depressione [dopo una partita] possono determinare un calo di rendimento”.
"La coesione del gruppo è molto importante. Lavoriamo su valori fondamentali nella vita ma anche nella crescita di un giocatore. Se si è brave persone, si è anche giocatori migliori. Abbiamo due obiettivi fondamentali: allenare ed educare i giovani calciatori”.
Alla luce dell'influenza che il programma della RFEF esercita sullo sviluppo dei calciatori, Hierro e Meléndez hanno sottolineato che non è la nazionale maggiore a dettare il modo di giocare delle selezioni giovanili, bensì il contrario. "Vincere con le selezioni giovanili lascia il segno”, ha dichiarato Meléndez.
Lunedì, i gruppi di lavoro avevano riferito alla conferenza il proprio parere su diversi temi, tra cui il calendario internazionale e il modo per cercare di migliorare le relazioni tra le squadre nazionali e i club.
Inoltre, il direttore tecnico della UEFA Andy Roxburgh ha condotto una dibattito sul futuro del calcio a livello di squadre nazionali e sulle sfide che si presentano davanti. "Occorre analizzare la direzione che ha preso il calcio e il modo per adeguarci. Gli allenatori in prima linea sono abituati a non guardare oltre la partita successiva, ma a volte occorre avere una visione più ampia”.
Roxburgh ha quindi assicurato ai delegati che le loro proposte e idee saranno approfondite all'interno della UEFA, prima di ringranziare la RFEF per l'organizzazione della conferenza. "E' stato molto bello portare la conferenza a Madrid, nel momento migliore per festeggiare con i colleghi spagnoli la conquista di EURO 2008 e del Mondiale".
A chiudere i lavori è stato tuttavia Vicente Del Bosque, il tecnico che ha guidato la Spagna al titolo mondiale, il quale ha assicurato che nonostante i recenti trionfi la sua squadra non si adagerà sugli allori. "Mi sia consentito ringraziare la UEFA per questo appuntamento straordinario e per avere voluto rendere omaggio alla nazionale spagnola. Abbiamo avuto l'occasione di scambiare opinioni tra selezionatori e di mantenere discussioni stimolanti e ottimi rapporti personali”.
"Il calcio spagnolo è in ottime mani grazie alla RFEF e ai club. Siamo sulla strada giusta, ma non dobbiamo sederci sugli allori. Dobbiamo guardare al futuro e continuare su questo cammino”.