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L'importanza delle nazionali

Il presidente UEFA Michel Platini ha sottolineato l'importanza del calcio per nazionali in occasione dell'apertura della nona Conferenza UEFA per Ct delle Nazionali lunedì a Madrid.

Michel Platini alla conferenza
Michel Platini alla conferenza ©UEFA.com

La nona Conferenza UEFA per Allenatori delle Nazionali si è aperta lunedì a Madrid e il presidente UEFA Michel Platini ha subito confermato l'importanza del calcio per nazionali in Europa.

La conferenza di tre giorni, organizzata dalla Federcalcio spagnola (RFEF), riunisce i Ct e i direttori tecnici delle 53 federazioni affiliate alla UEFA per analizzare tendenze tattiche e temi legati al calcio per nazionali. Nel discorso d'apertura, il Signor Platini si è congratulato con la Spagna e con il Ct Vicente Del Bosque per aver vinto la Coppa del Mondo FIFA 2010, sottolineando anche la grande priorità che la UEFA attribuisce alle nazionali.

"Le nazionali sono sempre state l'espressione suprema del calcio da 150 anni a questa parte, ovvero da quando l'Inghilterra ha affrontato la Scozia per la prima volta - ha spiegato -. Oggi, però, abbiamo un calendario sempre più fitto, per il quale non è stata ancora trovata una soluzione. Qui a Madrid, vorrei definire chiaramente le priorità, perché difendere le nazionali ha la massima importanza per la UEFA".

L'ex Ct della Francia ha dichiarato di capire le difficoltà e le pressioni che gli allenatori delle nazionali devono affrontare, ma ha anche evidenziato che il loro incarico è "motivo di onore e orgoglio" e che svolgono "il lavoro più bello del mondo". Poi ha aggiunto: "Sono un ex giocatore della nazionale e non c'è onore più grande che rappresentare il proprio paese".

Platini ha consegnato Del Bosque una targa per il trionfo in Sudafrica, aggiungendo: "Ci ha onorati, perché per la prima volta nella storia della Coppa del Mondo una squadra europea ha vinto fuori dal proprio continente". Parole d'elogio anche per la Germania e per l'Olanda sconfitta in finale: "Il presidente UEFA è molto orgoglioso di avere tre squadre europee ai primi tre posti".

Il presidente della Federcalcio spagnola Ángel María Villar ha ribadito il messaggio del presidente per salvaguardare le nazionali e ha aggiunto: "Oggi abbiamo il grande piacere di accogliervi nella casa del calcio spagnolo e lo facciamo con rispetto, attenzione e amicizia. Spero che i prossimi giorni siano molto produttivi e fruttuosi, in modo da poter far crescere ancor di più lo sport più amato del mondo".

Jaime Lissavetzky, segretario di stato spagnolo per lo sport, ha garantito il sostegno del governo: "È un grande piacere e un grande onore avervi qui per l'evento - ha commentato -. Il ruolo dei commissari tecnici è fondamentale, quindi sappiate che potete contare sul rispetto e sull'ammirazione del mio paese. Dobbiamo aiutare a difendere le nazionali e i loro allenatori: per questo, il governo spagnolo cerca di offrire il massimo sostegno in questa crociata, che è una grande sfida per la UEFA. Saremo felici di lavorare con voi".

Il palco è stato dunque ceduto al direttore tecnico UEFA Andy Roxburgh, che ha presentato le tendenze tecniche emerse in Coppa del Mondo e in UEFA Champions League 2009/10. Roxburgh ha parlato del sempre maggior predominio del 4-2-3-1 e spiegato che l'uso di due centrocampisti di contenimento ha permesso di difendere con maggior solidità e di lanciare veloci contropiede. Spesso, le partite vengono decise sfruttando gli spazi che si creano durante le rapide transizioni, suggerendo che a volte "le squadre migliori sono più pericolose quando le attacchi".

Come l'FC Internazionale Milano ha dimostrato nella scorsa Champions League, il possesso palla non è un requisito necessario per il successo: "Le squadre possono essere dominate e vincere la partita, specialmente in contropiede - ha aggiunto Roxburgh -. Non serve copiare le tattiche, ma bisogna capirle. Il vero trucco è farle proprie. Ora, speriamo che il calcio europeo continui a fiorire come ha fatto agli ultimi due Mondiali".

La giornata si è conclusa con un'intervista sul palco a Del Bosque, che ha riassunto l'importanza delle nazionali: "Vincere la Coppa del Mondo va oltre lo sport, perché ha toccato il cuore degli spagnoli", ha spiegato. Del Bosque, che insieme a Marcello Lippi è l'unico allenatore ad aver vinto i Mondiali e la UEFA Champions League, ha spiegato anche i segreti di un leader di successo: "Non ci sono due allenatori uguali - ha dichiarato -. La mia leadership si basa sui valori umani. Gli allenatori devono condividere molto con i giocatori, ed è proprio quello che faccio: condivido per avere il meglio da loro".