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A Madrid si parla di successi e Mondiali

Nella seconda giornata della Conferenza UEFA per Allenatori delle Nazionali, Bert van Marwijk e Joachim Löw hanno spiegato i segreti del loro successo in Sudafrica. Premiato Marcello Lippi.

9th UEFA Conference for European National Team Coaches ©UEFA.com

Il Ct dell'Olanda, Bert van Marwijk, è stato il primo a salire sul palco nella seconda giornata della Conferenza UEFA per Allenatori delle Nazionali, tornando ad analizzare la Coppa del Mondo FIFA di quest'estate.

Mentre lunedì Vicente Del Bosque aveva spiegato il suo ruolo nello storico trionfo della Spagna, martedì è stato il turno dei due tecnici sconfitti nella corsa verso il titolo mondiale, l'olandese Van Marwijk e il tedesco Joachim Löw.

In Sudafrica, l'Olanda ha raggiunto una finale che mancava dal 1978. Van Marwijk ha spiegato che la chiave del successo è stata il giusto atteggiamento psicologico: "Ho detto ai giocatori che avevamo una missione - ha commentato -. Bisogna sempre definire obiettivi e traguardi".

"Dal primo giorno ho detto che volevo la coppa e i ragazzi hanno iniziato a crederci veramente. Partita dopo partita, si vedeva che erano contenti ma non completamente soddisfatti, perché non avevamo ancora raggiunto il traguardo. La preparazione mentale ci ha aiutati a credere che potevamo arrivare lontano". A proposito della sconfitta in finale, Van Marwijk ha commentato: "Solo dopo abbiamo capito quanto siamo andati vicini al titolo".

Un calcio offensivo e spettacolare, basato su un gruppo di giovani di talento, ha permesso alla Germania di raggiungere le semifinali. Il Ct Löw ha spiegato che i risultati sono frutto di un programma a lunga scadenza: "Per la Coppa del Mondo FIFA 2006 dovevano creare uno stile di gioco più votato all'attacco, perché giocavamo davanti al nostro pubblico", ha dichiarato.

"Prima del 2006 non ci sentivamo in grado di dominare un incontro e non giocavamo bene senza palla, quindi abbiamo iniziato a cambiare e, dal 2004 al 2006, abbiamo deciso di aggiungere qualche giovane. Volevamo impostare il ritmo, fare possesso e costringere i nostri avversari a sbagliare".

Dopo aver assistito alla vittoria della Germania al Campionato Europeo Under 21 UEFA 2009, Löw ha capito che era arrivato il momento di dare una chance alla prossima generazione: "I più giovani come Mesut Özil giocavano un calcio diverso. Agli Europei Under 21 abbiamo capito che questi giocatori non hanno solo talento, ma che sono anche maturi e in grado di assumersi responsabilità".

A Madrid si è anche parlato della pressione a cui sono sottoposti gli allenatori nelle nazionali. Con il pensiero rivolto alle qualificazioni per UEFA EURO 2012, la difficoltà principale è il poco tempo a disposizione con i giocatori. Al Ct dell'Inghilterra Fabio Capello e a quello della Svizzera Ottmar Hitzfeld è stato chiesto di dare consigli ai nuovi allenatori delle nazionali. L'italiano ha evidenziato la necessità di essere "flessibili" e di lavorare con le risorse disponibili. "Bisogna essere sinceri con se stessi, autentici. Riflessivi, ma senza mai farsi troppe domande", ha aggiunto Hitzfeld.

Essendo abituato a vincere a livello di club, Hitzfeld ha dovuto adattare i suoi obiettivi con la Svizzera, anche se le aspettative dei tifosi restano immense. Questo non significa che anche le nazioni più piccole non possano godersi i propri traguardi, come ha dimostrato la Slovenia di Matjaž Kek sfiorando un posto agli ottavi della Coppa del Mondo FIFA.

"Per un piccolo paese come la Slovenia è stato un grande onore essere alla Coppa del Mondo, ma l'onore era accompagnato dall'orgoglio e da un senso di sfida - ha dichiarato -. Non volevamo solo essere una bella squadretta. Sono molto orgoglioso di aver potuto incontrato delle grandi e di non aver fatto solo numero. La Slovenia ha dimostrato che, lavorando duramente, si possono avere risultati".

Nel pomeriggio, gli allenatori si sono suddivisi in gruppi di discussione per poi assistere a un discorso di Jean-Paul Brigger, direttore del gruppo di studio tecnico della FIFA, che ha identificato alcune differenze statistiche tra i Mondiali del 2006 e quelli del 2010. Tra queste, il ruolo sempre più decisivo dei difensori in attacco, con una percentuale di assist da parte loro che è cresciuta dal 12% del 2006 al 19% del 2010.

Di particolare interesse anche il maggiore impatto del primo gol sul risultato. In 46 partite mondiali su 64, la squadra che ha aperto le marcature ha anche vinto la partita: "Solo quattro volte chi ha subito il primo gol ha vinto in rimonta - ha commentato Brigger -. Segnare per primi è fondamentale".

A fine giornata, il direttore tecnico UEFA, Andy Roxburgh, ha consegnato a Marcello Lippi la targa che il presidente UEFA Michel Platini aveva dato il giorno prima a Del Bosque. I due tecnici, infatti, sono gli unici ad aver vinto sia la Coppa del Mondo che la UEFA Champions League.

Lippi ha lasciato la conferenza sottolineando la grande vitalità del calcio per nazionali: "Non vedo particolari pericoli - ha dichiarato -. Questo calcio è molto bello penso che sia in crescita. Contro ogni paese che affronti è difficile dare la vittoria per scontata, anche se si tratta di una squadra senza grandi tradizioni. Per vincere bisogna andare su tutti quei campi e sudare davvero".

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