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Non chiamateci piccoli

Il portiere Peter Jehle del Liechtenstein parla delle possibilità di qualificazione a UEFA EURO 2012 e dell'atmosfera speciale che regna nel principato.

Peter Jehle (Liechtenstein)
Peter Jehle (Liechtenstein) ©Getty Images

Il 3 settembre, la Spagna inizierà la difesa del titolo europeo, in un paese che giace fra le due nazioni ospitanti di EURO 2008 ma che ha poche possibilità di raggiungere la fase finale. Anche se il Liechtenstein è l'outsider del Gruppo I di qualificazione a UEFA EURO 2012, che comprende i campioni in carica, Repubblica Ceca, Scozia e Lituania, il principato (che ha una popolazione di appena 35.000 abitanti) è riuscito a pareggiare contro Portogallo e Slovacchia e ha battuto Lettonia e Islanda negli ultimi anni.

Il portiere Peter Jehle, che ha esordito in nazionale a 16 anni nello 0-0 contro l'Azerbaigian del 1998, è titolare nell'FC Vaduz e ha vestito la maglia di Grasshopper-Club e Boavista FC. L'estremo difensore parla a UEFA.com delle speranze di qualificazione, dell'atmosfera speciale che si respira nella squadra del Liechtenstein e dei suoi ricordi in 12 anni di carriera internazionale.

UEFA.com: che cosa pensi del girone?

Peter Jehle: ovviamente è molto difficile e ci sono squadre forti, ma abbiamo l'onore di giocare ad Hampden Park in Scozia, che per noi è un sogno. Poi dovremo affrontare la Spagna, che al momento è forse la squadra più forte del mondo. Anche la Repubblica Ceca è ostica. La Lituania potrebbe essere alla nostra portata, ma nelle ultime due fasi di qualificazione ha dimostrato di essere in crescita.

UEFA.com: rispetto al passato, le altre squadre prendono più sul serio il Liechtenstein?

Jehle: sì, perché hanno capito che, se non sono concentrate, contro di noi possono anche pareggiare o perdere. Ovviamente restiamo outsider e la strada è ancora lunga per raggiungere le squadre di medio livello. Saremo sempre un piccolo paese e l'obiettivo dovrebbe essere una squadra interamente composta da professionisti. Essendo una nazione piccola, abbiamo il vantaggio di poterci riunire spesso per cercare risultati migliori.

UEFA.com: che cosa significa per un paese come il Liechtenstein poter competere con le nazioni più grandi?

Jehle: sono molto contento che la FIFA e la UEFA abbiano permesso ai paesi più piccoli di affrontare quelli più grandi. Mentre nel mondo sportivo capita di rado, il calcio lo permette, perché si gioca sempre con un pallone e in 11 contro 11, a prescindere che la nazione in campo abbia 250 milioni o 35.000 abitanti. Per me personalmente si tratta di un grande vantaggio, perché a soli 28 anni ho la fortuna di avere già 80 presenze in nazionale.

UEFA.com: avere pochi giocatori tra cui scegliere, e quindi una squadra che non cambia molto, aiuta lo spirito di squadra?

Jehle: sì, ma c'è un aspetto ancora più interessante: molti giocatori li conosco fin da quando ero piccolo e siamo praticamente cresciuti insieme, dalle scuole in poi. È come una famiglia ed è sempre un onore giocare per il Liechtenstein.

UEFA.com: quali sono le partite più memorabili che hai giocato con il Liechtenstein?

Jehle: qualla contro l'Inghilterra all'Old Trafford e quella contro la Spagna, ma mi piace ricordare anche quelle in cui abbiamo fatto punti, soprattutto il 2-2 contro il Portogallo: è stato un momento straordinario.

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