Domenech da allievo a maestro
giovedì 12 giugno 2008
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Il Ct della Francia, grande estimatore del calcio olandese, non sottovaluta la squadra di Marco van Basten in vista dalla gara di venerdì a Berna.
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Dopo un'umiliazione contro un'avversaria olandese, Raymond Domenech non sottovaluta la squadra di Marco van Basten in vista dalla gara di venerdì a Berna.
Ricordi dell'Ajax
Domenech ha iniziato la carriera da giocatore con l'Olympique Lyonnais nel 1970, collezionando la prima presenza in nazionale tre anni dopo. Tuttavia, da ragazzo era una squadra estera a colpire la sua fantasia. "L'Ajax è una squadra che ricordo sin dall'infanzia - spiega l'ex difensore a euro2008.com -. Giocava a calcio come si doveva... Ho sempre ammirato il gioco olandese".
Sconfitta con lo Strasburgo
Dopo il trasferimento all'RC Strasbourg nel 1977 e la vittoria del campionato due anni più tardi, ha avuto l'opportunità di osservare la macchina Ajax in prima persona ai quarti di finale di Coppa dei Campioni. La squadra di Amsterdam vinse con un 4-0 complessivo, dando alla formazione transalpina una lezione che Domenech ancora ricorda. "Furono impressionanti - commenta il tecnico, 56 anni -. Era il calcio totale. Giocavano, rischiavano, c'era un movimento costante. Non riuscivi a prenderli. Era bello vederli giocare e anche quando te li ritrovai contro ti chiedevi 'Come fanno?'".
Visita a Barcellona
Domenech passò quindi all'ultima squadra, l'FC Mulhouse, prima di tornare al Lione come allenatore e di riportarlo nel massimo campionato nel 1989. La sua ammirazione per il modulo olandese rimase immutata e il francese ebbe la posibilità di incontrare Johan Cruyff ai tempi dell'FC Barcelona. "Per la terza parte del corso da allenatore ho scritto una relazione sul Barcellona di Cruyff - spiega -. Ho parlato con lui per un'ora e ho osservato la squadra in allenamento per una settimana. Ero colpito dal modo logico con cui spiegava le sue idee e da come le metteva in pratica. Spesso, gli allenatori dicono una cosa ma i giocatori ne fanno un'altra. Con Cruyff, invcece, tutto era coerente. Da allenatore, qualunque opzione tu scelga, devi essere capace si far rispettare le tue istruzioni, prima in allenamento e poi in partita".
Valori tradizionali
I tempi sono cambiati e l'Olanda non gioca più con la stessa libertà che esaltava il mondo negli anni '70. Ciò nonostante, battendo l'Italia 3-0 nella prima gara del Gruppo C, la squadra ha dimostrato di non aver dimenticato i valori tradizionali. "Contro l'Italia hanno riscoperto alcune di quelle qualità - commenta l'ex Ct dell'Under 21, promosso in nazionale maggiore nel 2004 -. La fluidità di gioco, il movimento costante e anche alcune incursioni ricordavano le squadre del passato. Spesso parliamo delle loro abilità tecniche, ma vedendo Giovanni van Bronckhorst correre dalla propria area a quella avversaria e segnare, è evidente che la tecnica non è l'unica loro qualità".
Romania ostica
Date le sorti contrastanti delle due squadre nei primi incontri, sarà la Francia a dover prendere l'iniziativa. Dopo il pari contro la Romania, la squadra è stata criticata molto, ma Domenech è convinto che la reazione negativa sia ingiustificata. "Non abbiamo vinto perché la Romania ha giocato bene - spiega -. La gente deve smettere di pensare che se una quadra non segna è solo colpa sua. Tutti hanno dimenticato che neanche l'Olanda è riuscita ad andare in gol contro la Romania in due partite di qualificazione. È collettivo solido, ben organizzato e sa come difendere. Vedremo se l'Italia troverà una soluzione".
Capacità difensive
Come la Romania, anche la Francia basa il suo gioco su una solida difesa. Non a caso, i finalisti alla Coppa del Mondo FIFA 2006 non subiscono gol da 20 incontri e 459 minuti e hanno incassato il minor numero di reti a pari merito nelle qualificazioni. Anche se una statistica del genere non esalterebbe Cruyff, Domenech spiega che il suo ruolo principale consiste nel portare i giocatori a sfruttare al massimo le loro potenzialità. "L'unico aspetto importante è non subire gol e riuscire a segnare - ribadisce -. Vogliamo avere una difesa compatta, che ci dia la possibilità di accelerare. Abbiamo giocatori che possono spingersi velocemente in avanti. È questa la forza della Francia".