Spagna, la fine di un'era
martedì 28 giugno 2016
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Sempre presente durante il regno lungo otto anni della Spagna da Campioni d'Europa, Graham Hunter saluta il cambio della guardia dopo una delle epoche d'oro del calcio mondiale.
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Quando la Spagna nel 2008 ha deciso di non essere una semplice contendente ma una possibile vincitrice, doveva prima superare lo scoglio Italia per dimostrare a se stessa che il momento fosse arrivato. Ecco perché non stupisce che a chiudere questo meraviglioso ciclo sia stata proprio l'Italia.
Giorgio Chiellini ha detto a UEFA.com che, dopo così tante sconfitte e delusioni arrivate per mano della Spagna, la sua carriera non sarebbe stata completa senza una rivincita sugli spagnol.
Nonostante la fine del ciclo, la Spagna può essere orgogliosa di avere vinto Campionati Europei, Mondiale e di nuovo Europei dal 2008 al 2012.
La partita contro la Spagna ha portato l'Italia a impegnarsi come non mai per avere la meglio sugli avversari in questo EURO. In questo regno spagnolo da campioni d'Europa lungo otto anni, la loro supremazia ha spinto molte squadre a dare il meglio di sé.
La Spagna non solo è stata una delizia per gli occhi degli spettatori, ma ha anche dimostrato che allenamento e fatica possono portare alla vittoria.
La Spagna ha regalato inoltre una speranza a molti bambini dimostrando che non è la stazza fisica a contare nel calcio; perché nella Roja c'erano i vari Fernando Torres, Gerard Piqué e Sergio Ramos, ma anche gli Xavi Hernández, Andrés Iniesta e David Silva. Anche questa è una delle eredità che lascia la Spagna.
Nel giorno della fine dell'epoca d'oro, David de Gea e Iniesta hanno trovato il tempo per elogiare l'Italia e ammettere che la Spagna ha perso contro i più forti, a riprova dell'eleganza dei campioni. Umiltà nella vittoria e accettazione della sconfitta.
Valori in primo piano – in termini sportivi e umani.
Mentre in Spagna si parla dell'uscita prematura della Roja, il dibattito si sposta su ciò che è andato male e ciò che si può salvare.
Probabilmente questo è un 'adios' per Vicente del Bosque, e così tutta la Spagna tributa un 'adios y gracias' a un gentiluomo del calcio.
Ci sono giovani di valore assoluto su cui costruire la squadra per il futuro, ed è giunto per loro il momento di dimostrare di avere imparato da maestri come Carles Puyol, Joan Capdevila, Xavi, Xabi Alonso, Fernando Torres, Marcos Senna e David Villa.