Zoff ricorda il trionfo azzurro
venerdì 1 aprile 2011
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Tutti conservano nella memoria l'immagine di Dino Zoff che nel 1982 solleva la Coppa del Mondo, ma pochi ricordano il successo di 14 anni prima ai Campionati Europei UEFA. L'ex portiere azzurro ne parla qui.
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Tutti gli appassionati di calcio conservano nella memoria l’immagine di Dino Zoff, ormai 40enne, che nel 1982 solleva al cielo il trofeo della Coppa del Mondo FIFA, ma pochi ricordano che 14 anni prima il portierone azzurro aveva vinto, in patria, i Campionati Europei UEFA 1968. Zoff aveva esordito in nazionale in occasione del doppio quarto di finale contro la Bulgaria e nella semifinale di Napoli contro l’Unione Sovietica, passata alla storia per la moneta che decise la sorte dell’incontro a favore dell’Italia, aveva mantenuto inviolata la propria porta. Il portiere friulano venne poi battuto una volta nella finale di Roma contro la Jugoslavia, terminata 1-1, ma nella ripetizione della sfida disputatasi due giorni più tardi ritornò insuperabile, contribuendo al successo 2-0 degli Azzurri.
La semifinale di Napoli...
Fu una gara memorabile, soprattutto per me che all’epoca giocavo nell’[SSC] Napoli. Il San Paolo era stracolmo e l’atmosfera fantastica, ma dopo 5’ perdemmo [Gianni] Rivera per infortunio. Allora le sostituzioni non erano contemplate, così disputammo tutto il resto della gara in dieci uomini. Riuscii a mantenere la mia porta inviolata senza particolari affanni.
Dopo lo 0-0 finale, l’arbitro fu costretto a decidere le sorti della sfida lanciando una moneta. Quando i due capitani uscirono dagli spogliatoi insieme al direttore di gara, capii che la sorte ci aveva sorriso. Eravamo davvero felici di essere arrivati in finale, anche se grazie a una moneta, e festeggiammo.
La finale...
La Jugoslavia, che era davvero un’ottima squadra, ci mise seriamente in difficoltà a Roma. Dopo essere stati in svantaggio per gran parte dell’incontro, pareggiamo nel finale grazie ad [Angelo] Domenghini, anche se, in tutta sincerità, non lo avremmo affatto meritato. In occasione della ripetizione della finale, due giorni più tardi, le cose cambiarono radicalmente. Disputammo una partita praticamente perfetta e ci imponemmo 2-0 grazie alle reti di [Gigi] Riva e [Pietro] Anastasi. Fu un successo meritato.
L'imbattibilità...
In effetti incassai un solo gol in quattro partite, compresa la gara di andata dei quarti di finale, vinta 2-0 contro la Bulgaria. La cosa più importante, tuttavia, non fu il mio comportamento tra i pali, ma la vittoria dell’Italia.