1964: La Spagna vince nell'edizione casalinga
lunedì 5 dicembre 2011
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La Spagna sfrutta il fattore campo e trionfa, contro l'Unione Sovietica decide Marcelino.
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La Spagna mise insieme il fattore campo e lo spirito di squadra per vincere il suo unico trofeo internazionale nel 1964, i Campionati Europei che continuarono la loro crescita.
La competizione si svolse ancora con una fase eliminatoria seguita da una fase finale a quattro squadre, ma il numero di partecipanti crebbe da 17 a 29 squadre, con Italia e Inghilterra tra le nuove in lizza. L'Inghilterra fu però sconfitta 6-3 dalla Francia nella prima partita di Alf Ramsey in panchina. Anche in questa edizione si registrò un momento di tensione dovuto a motivazioni politiche: la Grecia rifiutò di giocare contro l'Albania, paese con cui si trovava ufficialmente in guerra.
La Danimarca raggiunse le semifinali dopo aver eliminato Malta, Albania e (dopo uno spareggio) il Lussemburgo, vittorioso in precedenza sull'Olanda per 2-1 a Rotterdam: per trovare un'altra vittoria in trasferta contro una compagine europea, il Granducato dovette aspettare fino al 1995. L'attaccante danese Ole Madsen segnò sei gol in tre partite.
Dopo aver battuto la Francia, anche l'Ungheria raggiunse le semifinali insieme alla Spagna e all'URSS campione in carica. La Spagna fu particolarmente brillante battendo 5-1 e 2-0 l'Irlanda nel turno precedente e fu scelta per ospitare il torneo finale a condizione di accettare la partecipazione dell'Unione Sovietica; nel 1960 la Spagna era stata squalificata dopo che il Generale Franco non aveva accordato alla squadra il permesso di affrontare l'URSS. Quattro anni dopo i disaccordi politici erano felicemente dimenticati e il calcio ebbe la meglio.
L'Unione Sovietica, decisa a conservare il titolo conquistato quattro anni prima, liquidò la Danimarca per 3-0 a Barcellona con Valentin Ivanov e Victor Ponedelnik, reduci del precedente trionfo, a bersaglio. Nell'altra semifinale la Spagna ebbe bisogno di un gol nei supplementari dell'attaccante del Real Madrid CF Amancio per battere l'Ungheria 2-1. Il leader di quella squadra era Luis Suárez, già campione d'Europa con l'FC Internazionale Milano, e decisivo nella finale con l’URSS.
Dopo appena sei minuti nella bolgia del Santiago Bernabéu il talentuoso numero 10 servì il cross che permise a Jesús Pereda di aprire le marcature. Galimzian Khusainov rispose subito per i sovietici, ma Marcellino segnò il gol della vittoria a sei minuti dalla fine con un colpo di testa. "Altre nazionali spagnole hanno giocato meglio di noi - ha detto Suárez -. Però quella era una squadra più che una selezione di grandi giocatori".