L'Intervista ad Harry Kane: stile di gioco, il segreto nei rigori e la gestione della pressione
lunedì 10 febbraio 2025
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"È un sogno giocare a calcio per vivere", ha detto Harry Kane a UEFA.com: l'attaccante inglese del Bayern München si è raccontato ai nostri microfoni.
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A 31 anni, Harry Kane ha segnato più di 400 gol tra club e nazionale, e ancora oggi continua a segnare a ritmi impressionanti.
In vista dell'andata degli spareggi per la fase a eliminazione diretta di UEFA Champions League in casa del Celtic, l'ex giocatore del Tottenham Hotspur e attuale attaccante del Bayern München si è raccontato ai microfoni di UEFA.com.
Sull'essere un numero 9
Mi vedo come un classico numero 9: un centravanti che fa gol innanzitutto. Tuttavia mi piace anche partecipare al gioco della squadra molto più di altri numeri 9. Mi piace scendere in profondità e unire i reparti. Mi piace essere in grado di tenere la palla quando la squadra è sotto pressione.
Un 9 viene giudicato in base al numero di gol che segna, ma in realtà secondo me è altrettanto importante avere un impatto sulla squadra quando non si segna, ed è quello che cerco di fare, sia con che senza palla. Molto del lavoro che facciamo nel pressing alto parte da noi, parte da me come numero 9.
Sulla sua tendenza a scendere in basso per prendere palla
Quando giocavo nelle squadre giovanili, ho giocato molto a centrocampo. Ho giocato come centrocampista centrale, come numero 8 e come numero 10. Questo mi ha aiutato a capire come si muovono i miei compagni attorno a me. Poi, con l'età, sono diventato più un numero 9, perché ero bravo a segnare e a inserirmi per puntare la porta.
Sul suo istinto da goleador
Mettere la palla in fondo alla rete è sempre stata una cosa che riuscivo a fare. Ma poi crescendo ho capito che non sempre si può calciare il pallone come si vuole, e così ho lavorato sui diversi tipi di finalizzazione: destro, sinistro, colpi di testa, calci di punizione, rigori. Mi sono impegnato su tutto.
Se hai un repertorio più ampio, se nell'uno contro uno puoi andare a destra così come a sinistra, se sei più bravo del tuo avversario nel gioco aereo, ecco che allora sei più imprevedibile e difficile da fermare per chiunque.
Sul segreto nei calci di rigore
Tirare un rigore mette molta tensione. Personalmente cerco di allentare la pressione preparandomi bene. Una volta messa la palla sul dischetto, non penso a nient'altro che alla mia preparazione. Mi concentro sul pallone, sui miei passi, sulla mia routine e poi, prima di rendermene conto, diventa quasi meccanico.
Ci sono state volte in cui non ho fatto tutto bene e ho sbagliato dei rigori e, ovviamente, bisogna accettarlo. Ma se faccio la mia solita preparazione e mi alleno come voglio, so che segnerò più di quanti ne sbaglierò e questo mi dà fiducia, ogni volta che ne calcio uno.
Sulla forza mentale
Si giocano molte partite nel corso degli anni, non si ha molto tempo libero per elaborare tutto. Ci saranno sempre alti e bassi: devi accettare che ci saranno momenti in cui non ti sentirai bene mentalmente come altre volte, ma devi solo cercare di ricordare tutto il duro lavoro che hai fatto per arrivare dove sei. È un sogno giocare a calcio per vivere e giocare davanti a migliaia di tifosi ogni settimana negli stadi.
È un ambiente difficile quando le cose non vanno bene, quando si perdono le partite, ma credo che quelli siano i momenti in cui emergono i veri leader. È importante non cambiare ciò che si è, a prescindere dal momento, non farsi prendere dall'euforia o dall'abbattimento. Bisogna solo rimanere concentrati su ciò che si può fare, e cercare di migliorare e aiutare la squadra. Ed è quello che cerco sempre di fare.